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14 dicembre 2005

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    “Creare uno spettacolo che diverta il pubblico”:questa è stata l’affermazione che ha dato la spinta per iniziare a muoversi al progetto “Buendìa”. Certo, ancora non sapevamo che ci saremmo chiamati così, tantomeno in quanti avrebbero aderito a questa folle corsa. Eravamo in due ed il 2004 ci guardava già mezzo voltato.

    Dario: cantante e chitarrista ritmico, al quale le sei consuete corde sembravano troppo poche per il bisogno di musica che si respira in liguria da ormai qualche anno.
    Alex: chitarrista prima di essere uomo, bouzoukista per necessità d’estro e mandolinista per l’occasione.
    Avevamo bisogno di ritmo e vitalità (come canteremo in seguito) e non tarda tanto a investirci carico di energia…
    Claudio: dice di provenire da un’estrazione tra l’heavy-metal e l’hard rock (ma è solo una montatura per un passato da maestro d’ascia) e senza capire bene come, si ritrova a fare combat-folk, scandendo il tempo a quello che fra ormai non molto sarebbe diventato progetto “Buendìa”.
    Pippo: alla fase ritmica mancavano le note basse, sono quelle che trascinano e spaccano le casse; ed è cosi che il “da sempre chitarrista” ha fatto la scelta della sua vita, convertendosi alle quattro corde del basso.
    Mancava poco ormai, serviva solo un solista, ma non qualcosa di banale…MAI banale, ed è così che arrivò:
    Simone: abbracciando il suo fido violino, entra ufficialmente nel gruppo il più giovane violinista di Macondo.

    Ecco, la formazione c’era, le corde incominciavano a vibrare ed i tamburi incominciavano a battere, mancava soltanto il nome che arrivò quasi immediatamente dalla “città degli specchi (o degli specchietti), spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini”…
    Attenzione, perché portati dal fischio di locomotiva arrivano i BUENDÌA!!
    Dario Arnaldi    14 dicembre 2005 06:10