Di sicuro non mancano entusiasmo e grosse aspettative ai quattro ragazzi di Roma dal nome un po’ bizzarro: Beavers. Ma andiamo con ordine…Andrea Grossi e Andrea Di Petrillo – le due voci dei Beavers - iniziano la loro avventura nel mondo della musica con un’altra formazione dalla quale poi si staccano per unirsi al basso di Davide Peticchia e alla batteria di Nicolò Pede per iniziare un nuovo percorso. E se i Beatles avevano scelto il nome di un insetto - scarafaggi appunto - per entrare definitivamente nella leggenda della musica, i nostri quattro ragazzi non sono da meno e scelgono il nome di un roditore: “Beavers” vuol dire appunto castori. La speranza, inutile dirlo, è quella di emulare anche solo in minima parte la più nota band inglese. E Gli inizi promettono bene. I Beavers infatti cominciano come cover band ed oltre i Beatles, rifanno anche pezzi dei Rolling Stones, Pink Floyd, Led Zeppelin. I loro generi di riferimento sono il britpop e il rock inglese e in particolare quello degli anni 90 influisce sui loro pezzi inediti.
L’ispirazione al rock britannico risulta evidente già dalle prime note dei loro pezzi. Brani come “Unspoken Feelings” e “Invincible” ricordano un po’ lo stile degli Oasis. Proprio quest’ultima si rivela di buon auspicio. Il gruppo infatti, il 16 marzo si esibisce per Emergenza allo Zoo Bar di Roma guadagnandosi la semifinale al Black Out del 24 aprile, più la possibilità di suonare e dunque farsi conoscere anche in un’altra città italiana. Suoneranno infatti alla Galleria 19 di Napoli il 5 maggio. Non mancheranno occasioni per ascoltare le esibizioni live di questo giovane gruppo di “Castori” che ha come sogno quello di poter vedere le copertine dei loro Cd accanto a quelle degli “Scarafaggi”. E noi, non possiamo fare altro che augurare loro buona fortuna.
RECENSIONI
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2013aprile