L'attesa per la terza serata del festival al Black out Club è piuttosto spasmodica. Raggiungo il club alle sette e c'è già una lunga coda di persone all'esterno del locale con oltre un ora di anticipo sull'orario previsto di apertura. Sembra proprio che, in questo sabato sera, nessuno voglia perdersi una nota.
A fine serata saranno infatti centinaia gli spettatori che avranno seguito i 6 gruppi impegnati sul palco. Senza dubbio un successo straordinario che conferma, ove ce ne fosse bisogno, la vitalità raggiunta dal movimento della musica indipendente nella capitale.
Questa sera oltre al sottoscritto l'organizzazione mostra i muscoli rinforzando la squadra con un secondo critico, due fotografi (uno dei due è il giovane maestro della fotografia Diego Pisani considerato il miglior talento italiano emergente di Photo Event Reportage). Solita solidissima squadra tecnica completata da luci, suono ed amplificazione di palco come sempre perfetti. Insomma ci sono davvero tutti i presupposti per una grande, grandissima serata.
Entriamo subito nel vivo con la prima band che sale sul palco: THE CHEAPS. Rock libero di esprimersi ed energia infettiva. Un insieme di buone idee in fase di composizione e discreta capacità di gestire metriche e testi dei brani stessi. Insomma la scrittura è efficace ed i brani arrivano bene al pubblico che mostra di gradire. Rock con venature indie e hard rock. Più America che Inghilterra nelle sonorità dei THE CHEAPS. Gli arrangiamenti sono bilanciati e ben studiati anche se in qualche passaggio avremo preferito una maggiore capacità di sintesi. Non sempre è necessaria una nota in più. Qualche brano avrebbe guadagnato in penetrazione se la "veste" scelta nelle varie parti di chitarra e basso fosse stata più stringata e asciutta. Detto questo il gruppo è piaciuto molto per la sua capacità di tenere il palco in modo positivo. Ottima distribuzione delle forze e ottima scelta dei brani in scaletta che crescono nel corso della performance. Il pubblico è conquistato e mostra con calore l'apprezzamento per i 4 bravi musicisti romani.
Seconda band ad esibirsi sono i FRANK'S HEAD. Prendete l'aero ragazzi. Qui si va in Giamaica ma con un lungo stop all'aeroporto di London Heathrow. C'è del rock. Ci sono le chitarre rock. C'è un anima rock. Ma questo è anche un gruppo che conosce e ha digerito con sapienza la lezione del Reggae. Non pensate ai Police. la testa di Frank è molto più piena di chitarre distorte e di ritmi indiavolati che delle atmosfere soffuse di Sting e soci. C'è anima e c'è corpo. Insomma energia che rimbalza ovunque. Li inseguiamo cercando di capire cosa fanno.. ma quando un genere sembra affiorare la band ti sorprende e passa oltre. Blues? certo. Indie? insomma.. i ragazzi non hanno, né vogliono, confini.
Sarebbe forse ideale una maggiore precisione e attenzione al'aspetto tecnico, l'esecuzione, infatti, è sporcata qui e là da qualche sbavatura. La presenza di palco è molto efficace e trascinante ma sembra che l'entusiasmo in qualche passaggio sia cresciuto a scapito della concentrazione. Insomma se esecuzione ed energia fossero ugualmente sotto controllo la band avrebbe fatto un concerto perfetto. In questo caso abbiamo comunque assistito ad un'ottima performance che ha divertito tutti noi e stregato il pubblico. Forza ragazzi continuate così.
Rapido cambio e nuova band sul palco. La serata si scalda e la sala sembra saltare all'unisono. E' il momento dei GOD'S LEFT HAND. Partono subito alla grande con un brano dal prologo emozionante e cadenzato per poi trasformarsi in una galoppata rock and roll che stende tutti. La band è davvero una sorpresa. Brani in inglese potenti con momenti di grandissima efficacia. Si fanno amare per la loro capacità di essere coerenti in territorio sospeso tra rock, ska e roll. Qualche talking molto ben fatto e qualche passaggio ai limiti del punk. Insomma avete capito che la mano sinistra di Dio non lascia scampo alla noia. La scelta negli arrangiamenti è sempre molto buona. Ci sono suoni e parti costruite con grande buon gusto ed anche un pizzico di furbizia che non guasta. Il concerto non stanca mai e si apre addirittura a momenti struggenti con un grande assolo di chitarra su una base che ondeggia tra il levare del reggae e il battere del rock più puro e del funky. Insomma di idee che ne sono quanto basta. Di talento anche. Serve adesso che la band prenda coscienza delle proprie potenzialità e riesca a compattare ulteriormente l'ottimo lavoro di basso e batteria che presi singolarmente sono una forza della natura e che appena riusciranno ad essere completamente coordinati porteranno la band a vette davvero notevoli. Plauso per il cantante e per la sua voce rauca, potente, graffiante mai fuori tono. I ragazzi sono stati questa selezionati per suonare in Europa. Passaporti pronti quindi e grande opportunità per portare la loro musica fuori dai confini nazionali.
La serata procede con gli IN>ERSO musica d'autore scritta con gusto e testi molto interessanti. Immaginate la migliore tradizione dei cantautori italiani inserita nella realtà dinamica e nel progetto di una band. C'è la melodia, c'è la leggerezza di certi brani di De Gregori e la profondità poetica di Ivano Fossati. C'è il blues italiano di Pino Daniele e la lezione di De Andrè. Tutti presenti i grandi maestri ma rigenerati con originalità e personalità. La band infatti ha un'anima propria e non è il clone né l'imitazione di nessuno. Gli arrangiamenti sono praticamente perfetti. Leggeri ed eleganti come il genere richiede. Ottimo il cantante che appoggia la voce con naturalezza sulla base musicale affondando morbido negli intrecci armonici della band che sono sempre molto ben costruiti. Insomma bellissimo progetto e se qualcuno si domanda: "ma serve un altro gruppo di tradizione d'autore in Italia?" la risposta, dopo aver ascoltato gli In>verso (non ho affatto sbagliato a digitare.. il nome è proprio In>erso), la risposta si diceva è senza dubbio: Si!.
Sono gli 8NERO la quinta band a salire sul palco. La serata continua sempre più convincente. Gli 8NERO sorprendono tutti partendo a razzo con uno swing saltellante e molto ben suonato. I brani si susseguono, freschi, leggeri e mai banali. Ritmi serrati mai inutili e ottima sezione ritmica in grado di disegnare lo schema basso-batteria con tantissima presenza ma senza mai essere invadente. I testi sono divertenti e ben ideati. Il gruppo mostra si avere esperienza nel comporre e non sbaglia la scaletta che infatti funzione e piace. C'è un gusto che diremo quasi teatrale nel concerto degli 8NERO. C'è la tradizione delle ballate e c'è tanta musica latina che traspare nei brani ma ci si trovano le danze popolari dell'est ed influenze folk di tutti i tipi. Ma tra citazioni di Ovidio e riferimenti alla pirateria del XVIII secolo non manca certo lo spessore culturale. Insomma la band ha un progetto chiaro e lo interpreta in modo molto coerente.
LA serata si chiude alla grande con gli ALL SENSATIONS che presentano il loro spettacolo fatto di idee, talento ed energia. Nulla è lasciato al caso nel cocktail di professionalità e naturalezza che caratterizza il gruppo. Sezione fiati che interviene sapientemente su una base acustica di area country rock. Davvero divertenti le canzoni con cori e scelte che si inseriscono nel solco western senza peccare di banalità. Insomma ragazzi il Montana è arrivato sulle sponde del tevere. Yahoo!!! Tra ballate e brani più tirati l'entusiasmo del pubblico cresce e raggiunge il massimo sul brano di chiusura dove tutti senza esclusione hanno stampato in faccia il sorriso delle migliori occasioni. La band non perde un colpo. La sezione ritmica è una macchina da guerra. Gli 8 ragazzi sul palco trascinano tutti in mezzo a Ranch polverosi alla caccia di Bisonti. Manca solo il toro meccanico al centro della sala e l'effetto sarebbe stato completo. Le due coriste ricordano le ineffabili compagne di canto del famosissimo video di Lilly Allen. Insomma ci sono tutti gli ingredienti giusti e sono tutti miscelati perfettamente. Non stupisce affatto che la band abbia ottenuto il passaggio in finale e che sia stata selezionata questa sera per esibirsi in Europa.
La serata si chiude tra gli applausi. Tutti sul palco a ricevere l'ovazione delle centinaia di persone che hanno riempito come un uovo il pur grande spazio del Black out. Ottima la pattuglia di gruppi che raggiunge la finalissima che si svolgerà la prima settimana di Giugno a Stazione Birra: THE CHEAPS, FRANK'S HåEAD, GOD'S LEFT HAND, 8NERO e ALL SENSATION. In particolare i God's Left Hand e gli All Sensation sono stati scelti questa sera per andare a presentare il loro spettacolo in Europa. Li rivedremo quindi presto, prima ancora della loro meritata presenza alla finale di Giugno, su un importante palco di una delle maggiori capitali europee. Davvero una bella soddisfazione per delle band emergenti che si affacciano per la prima volta sulla scena indipendente in modo importante e professionale. Applausi meritati anche per gli IN>ERSO che, pur non riuscendo a passare al prossimo concerto, non hanno certamente sfigurato.
Erasmus Vaan Maastricht ®2013
RECENSIONI
20
2013gennaio