I Battles sono un gruppo musicale nato nel 2002 e vanta la presenza di alcuni tra i musicisti migliori a livello mondiale, tra cui Tyondai Braxton, figlio del famoso jazzista Anthony Braxton. Il gruppo si definisce math rock, seppur congiunto ad elementi di musica elettronica e progressive. L’album che vado a recensire è Mirrored, il secondo lavoro in studio del gruppo e, secondo il mio parere (e non solo), il miglior disco della band. Il disco contiene undici tracce.
La prima traccia è Race In: si apre con un groove samba si batteria, seguito dal complicato e contorto arpeggio di chitarra. Ad ogni giro c’è un elemento che si sovrappone ai precedenti, andando a creare una fitta rete sonora; poliritmi, melodie complicatissime, melodie dissonanti caratterizzano questo pezzo, così come tanti altri pezzi del gruppo. Ottimo singolo.
La seconda traccia è Atlas: la grand epeculiarità di questo pezzo è sicuramente la linea vocale. Tyonday Braxton infatti utilizza un pitch modulator per raggiungere acuti fino a due ottave superiori alla voce naturale, intervallandoli con tempi brevissimi, creando così un effetto davvero interessante.
Curiosità: questa traccia è anche la colonna sonora del famoso videogioco Little Big Planet.
Arriviamo quindi alla mia traccia preferita: Tonto.
Il brano inizia con un arpeggio dissonante, che si incastra successivamente con la batteria e via via con gli altri strumenti. La particolarità di questo pezzo, oltre alla presenza del delay sulla voce, effetto che viene utilizzato per sovrapporre diverse parti vocali in maniera geniale, è la grande varietà di stili contenutivi. Alla fine del pezzo c’è un obbligato di tutti gli strumenti con una diminuzione di velocità d’esecuzione che va avanti per circa due minuti. Incredibile.
Si passa da riff rock ad arpeggi con scale giapponesi a riff progressive fino agli arpeggi dissonanti. E’ un pezzo veramente incredibile.
A mio parere i Battles sono forse il miglior gruppo del 2000 non solo per la tecnica ela fantasia utilizzate nei pezzi, ma anche per il saper fondere diversi stili, all’apparenza incompatibili tra loro e tirare fuori un sound alienante ma incredibilmente coinvolgente. Assolutamente da ascoltare.
Falangher.
falangher@emergenza.net
RECENSIONI
11
2012ottobre