In questa recensione intendo parlare di uno dei gruppi progressive rock che ha fatto la storia della musica: i King Crimson.
La mente geniale, leader e ideatrice di tutti i pezzi del gruppo è Robert Fripp, chitarrista spesso contestato, ma dallo stile unico e indefinibile.
Discipline è il disco emblema del gruppo: è considerato una pietra miliare della musica ed è stato fonte di ispirazione per molti artisti successivi.
Nel 1981, circa 7 anni dopo l’uscita di Red e il successivo scioglimento, il gruppo, sempre con a capo Fripp, si riunisce con una nuova formazione costituita da Bill Bruford alla batteria, Adrian Belew (ex Frank Zappa e Talking Heads) alla chitarra e Tony Levin al chapman stick e ai cori; una formazione di grande livello.
La prima traccia è Elephant talk, uno dei pezzi migliori all’interno del disco, caratterizzata dall’intro di chapman stick totalmente avvolgente e alienante. Il pezzo, come poi molti lavori della band si fonda sui complicati intrecci di chitarra: lo stile di Fripp, virtuoso e pulito, e quello di belew, stralunato e distorto.
La seconda traccia è Frame by frame: con questo pezzo, dalla ritmica e dagli incastri studiati e molto complicati, Belew dimostra di essere anche un ottimo cantante.
La terza traccia è Matte Kudasai,un pezzo calmo e rilassante eseguito con l’eBow, ancora una volta Belew dimostra le sue doti canore.
Con la quarta traccia, Indiscipline,il sound cambia completamente. Belew, invece di cantare, interpreta una sorta di monologo schizofrenico, che rende il tutto ancora più strano e accattivante. Il pezzo dimostra la capacità dei King Crimson di ricercare diversi tipi di sonorità.
Quinta traccia: The Sheltering Sky. In ogni album progressive che si rispetti c’è una traccia strumentale.
Sesta traccia: Discipline. Capolavoro finale, costituita da una fitta rete di intrecci musicali tra le due chitarre e da improbabili cambi di tempo.
Tirando le somme: I King Crimson, dopo questo capolavoro musicale possono essere annoverati nella lista dei gruppi musicali di tutti i tempi. Lo stile unico e le sonorità varie e sempre interessanti sono il marchio della band, che anche nei concerti live riesce a rendere il meglio di se.
Personalmente è uno degli album che apprezzo di più in assoluto. Consiglio a tutti l’ascolto, soprattutto ai musicisti.
Falangher
falangher@emergenza.net
RECENSIONI
5
2012settembre