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LE REGOLE DEL GIOCO

Perdere con dignità è più difficile di Vincere



Avevo un trisnonno al quale piaceva inventare nuovi giochi. Un giorno ha deciso di prendere due cestini della carta, attaccarli a due pareti, uno di fronte all''altro, e di creare, appunto, un nuovo gioco. Nell''idea del mio simpatico ed inventivo avo, Il gioco funzionava nella seguente maniera: Un gruppo di persone si divideva in due, diciamo 5 da una parte cinque dall''altra. Si prendeva una palla (una sola per tutti!) e, facendola rimbalzare ci si avvicinava al cestino della carta inchiodato a 3 metri d''altezza e si cercava di lanciare la palla dentro il cestino avversario. Abbastanza semplice. Ogni centro nel cestino valeva due punti. Chi faceva più punti in mezz''ora vinceva. Non era valido camminare o correre con la palla in mano, non potevi prendere a calci il tuo avversario, non potevi dargli una coltellata (non si poteva nemmeno portare coltelli mentre giocavi), non valeva fare i punti lanciando la palla nel cestino dell''avversario e così via. Molti ragazzi cominciarono a discutere sulle troppe regole. " neanche per sogno!! se non posso usare la mia palla personale io non gioco!" ed ancora, " come sarebbe che devo giocare solo mezzora? Io per riuscire a fare i punti devo stare in campo almeno 2 ore" ed un altro " Io il coltello lo porto sempre e lo uso quanto mi pare questo gioco è ridicolo, ci obbliga a fare duemila cose inutili!!!" Nonostante tutto il simpatico vecchietto mise pazientemente insieme due squadre di giovani volenterosi che cominciarono a giocare. Finita la prima partita della storia di palla nel cestino" la squadra vincente gioiva e faceva i complimenti al mio consaguineo per la straordinaria invenzione. Gli altri, la squadra perdente, si avvicinarono al buon trisavolo dicendo: "questo gioco è una truffa!! i più alti sono favoriti" ed ancora "E'' tutto truccato quellli che corrono di più ed hanno più fiato riescono a fare più punti". Ed un altro "io lo sapevo era già tutto deciso, quelli dell''altra squadra saltavano molto più in alto di noi!!" Ed un genitore infuriato: "la squadra di mio figlio doveva vincere! erano i migliori! avete truccato il gioco usando una palla che rimbalzava troppo quando era nelle loro mani e rimbalzava meno quando era nelle mani degli altri!!" Passato il momento delle polemiche feroci ecco che improvvisamente arrivarono i consigli: "scusa ma perchè non usate una palla ovale?" " scusa ma invece di farla rimbalzare non potreste fare che si lancia e, quando si prende la palla si corre fino alla fine del campo?" ed un altro " Secondo me, se davvero volete decidere quale è la squadra migliore dovreste usare le porte invece dei cestini ed usare i piedi e non le mani" e così via. Per fortuna quellli erano tempi dove la serietà ed il rigore morale mettevano al sicuro dagli errori i vecchi avi. Il mio avo, saggio quanto io non riuscirò mai ad essere, non rispose che le regole erano chiare dall''inizio e che nessuna regola è fatta per essere cambiata a favore di uno o dell''altro. L''inventore dello strano gioco si limitò al silenzio e, senza dare ascolto a nessuno continuò ad insistere ribadendo le stesse identiche regole. Qualche nano si allontanò polemico ed acido scrivendo lettere di fuoco ai giornali, qualche gobbetto mezzo storpio andò su internet aprendo un sito contro il nuovo scandaloso gioco. Ma, come succede sempre alle buone idee, la maggior parte dei ragazzi capì e cominciò a prenderci gusto. In pochi anni tutto il mondo si rese conto che persino un nano, se dotato di quel particolare talento che il fato distribuisce in modo inesplicabile, poteva diventare un campione e, seppure lentamente, finì per amare ed apprezzare il gioco della palla nei cestini della carta.