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31
2004maggio
A VOLTE RITORNANO
YENSID LAW di nuovo trionfatori a Torino
“L’ultimo uomo della terra è seduto in una stanza chiusa, quando a un tratto bussano alla porta…” Come scriveva il grande maestro dell’horror Stephen King, capace di far paura anche in due righe, a volte ritornano. La differenza in questo caso è che non ci troviamo a parlare di nulla di terrificante, tutt’altro, parliamo invece di un successo, di un percorso di maturazione di un gruppo di ragazzi, gli Yensid Law, che già una volta (nel 2002) aveva colto il massimo risultato a Emergenza Festival Torino. Le cose stavano in maniera diversa allora, ma adesso vi racconterò come era andata e come invece è andata questa volta. Nel 2002 i “nostri” erano un gruppo crossover molto giovane, con una sezione ritmica un po’ discutibile, ma che si poteva fregiare di una grandissima voce e di ottime idee e furono proprio quelle che impressionarono la giuria di allora, perché i ragazzi i pezzi li avevano. La finale di Torino portava direttamente al Taubertal e l’esperienza germanica fu molto formativa, permettendo al gruppo di capire, anche in maniera un po’ dura, quello che di buono ci fosse nella loro musica e quali fossero invece le cose da rivedere…
Ma veniamo al presente, o meglio al recentissimo passato. La finale di Torino si è appena conclusa, è stata una bellissima serata, trascorsa senza intoppi e con dell’ottima musica, con 13 finalisti degni assolutamente di questo nome. Bravi tutti, davvero, e spettacolo molto divertente e ricco, che ha permesso al pubblico di sentire non solo tanti gruppi diversi, ma anche tanti generi diversi. Si è ballato a ritmo di funky-soul con i Blu Day, di funky-blues con gli Stock, di reggae con gli Absynthe Reves, di rock latino con i Torgipersa e di elettronica con gli Onirika; saltato con il rock di Guilty Face (Savona), No Fly Zone, Proclama e Sandwitch Ovation; pogato sul crossover delle And_H, sul metal dei Lestat e sul death degli October Rust. Tutto molto bello, per dirla con Pizzul, e avrei voluto goderne di più, ma ero troppo preso dalle “faccende organizzative”.
Sono passati due anni dal loro precedente successo, due anni durante i quali non sono mancati i cambi di formazione e il tanto sudore in sala prove sotto la guida del bravo Mario Congiu, persona fondamentale nel percorso di maturazione di cui parlavo prima. Così, sabato 29 maggio gli Yensid Law si sono presentati sul palco di Hiroshima Mon Amour in grande spolvero, con una sezione ritmica rinnovata e convincente, forti delle buone idee di un tempo, arricchite dalle nuove altrettanto valide, con delle distorsioni meno violente ma molto calde, si sono convertiti ad un alternative rock molto carico, appoggiato su basi davvero solide. La giuria, composta da Ruggero Catania (chitarra degli Africa Unite e leader della Wah Companion), Silvio Franco (basso della Madasky band e dei Modarte, vantante collaborazioni con 99 Posse e Morgan), Ugo Mazzia (tour manager di One Dimensional Man, Mgz, Milaus ed altre realtà indy italiane) e Fabrizio Gargarone (direttore artistico di Hiroshima Mon Amour), ha espresso giudizio unanime di fronte al live del quintetto, che va a bissare dunque il successo nella manifestazione a Torino ma, differentemente da due anni fa i “nostri” non saranno subito catapultati a difendere i colori italiani alla finalissima, ancora uno scoglio vi è da superare, quello di sfidare le altre migliori band del nord d’Italia alla finalissima del Rolling Stone di Milano a fine mese, per cui a loro va il migliore in bocca al lupo.
Non solo per gli Yensid c’è stata gloria sabato sera, infatti per quanto riguarda i premi singoli si sono distinti Giorgio Guarise e Stefano Palmieri dei No Fly Zone che in ex aequo hanno vinto il premio per la miglior chitarra, portando a casa un amplificatore 100W combo digitale della CRATE, Maurizio Pazzagli dei Proclama che, come miglior bassista, si è aggiudicato un basso 5 OLP MUSIC MAN e Anselmo Zoccali dei Lestat che ha vinto un ricco set di piatti SABIAN come miglior batterista.
Gloria quindi, co