CERCA TRA LE BAND
WORLD
NEWS
Home  >  ARCHIVIO NEWS  >  News  >  News
NEWS

IN UN MONDO PERFETTO



Stamattina mi sono svegliato e, non chiedetemi perché, tanto non lo so, mi è venuto in mente Thomas More (o Tommaso Moro all’italiana), che non è quello che sapeva troppo e l’hanno fatto stare zitto, quello era Aldo, no dai, era quello che abbiamo studiato a scuola, che rifacendosi a Platone aveva scritto “L’Utopia”, libro dove descriveva un sistema, o meglio un mondo, praticamente perfetto e per questo assolutamente irraggiungibile. Da li ho iniziato a pensare a come sarebbe un mondo perfetto, quante cose non ci sarebbero o sarebbero almeno diverse da come sono oggi. Non so, tipo che in un mondo perfetto non ci sarebbero Bush, Bin Laden e Saddam perché non ci sarebbero guerre per interessi superiori da difendere, non ci sarebbero Berlusconi e Bossi ma, per par condicio, neanche Prodi e Bertinotti perché nord e sud, industriali e operai avrebbero obiettivi comuni. In un mondo perfetto gli inglesi guiderebbero a sinistra, come fanno tutti, avrebbero l’euro e per andare a Londra a fare shopping in Carnaby Street non dovresti accendere un mutuo ventennale. Non ci sarebbero né poveri, né ricchi, forse non avremmo neanche la moneta unica, ma andremmo ancora avanti con il baratto, riscoprendo che è bello aver qualcosa da fare per gli altri, quindi, automaticamente, saremmo tutti meno egoisti. In un mondo perfetto gli arbitri non sbaglierebbero mai, non ci sarebbe la moviola e Maurizio Mosca con le sue “bombe”, la Juventus potrebbe andare in B come tutte le altre squadre, il Toro avrebbe un presidente decente e anche l’Inter potrebbe avere speranze di vincere qualcosa. In un mondo perfetto un artista potrebbe fare al massimo 15/20 anni di carriera e poi andare tranquillo in pensione, perché ha fatto la sua storia, non ha più niente da dire e potrebbe lasciar spazio ai giovani artisti. La gente sarebbe più curiosa, avrebbe più voglia di ascoltare cose nuove, ma non nel senso che nella musica si debba sempre inventare qualcosa di nuovo (le note sono sempre 7 per cui più di tanto…), ma nuovo nell’accezione di “fresco”, genuino e proveniente da un artista “nuovo”. Ed ecco che anche i costi SIAE sulle “opere prime” sarebbero più bassi e saremmo tutti iscritti, perché a quel punto conviene davvero. L’I.V.A. sui dischi sarebbe del 4% come per i libri, perché anche la musica fa cultura, o forse sta tassa non ci sarebbe neanche. Anche la musica “leggera” potrebbe aver accesso ai fondi artistici e ai finanziamenti statali, ora aperti solo al cinema o all’operetta. In un mondo perfetto ci sarebbe spazio per tutti nel mercato musicale, ognuno avrebbe la sua nicchia di pubblico senza dover fare a gara per scrivere il “singolone”, sarebbe bandito il giro I-IV-V (chi ha studiato un briciolo di armonia mi capisce) e con lui la pentatonica, non ci sarebbero le pedaliere digitali, perché fanno suonare male le chitarre, ma tanti giovani non l’hanno ancora capito, e con maggiori vendite tutti i pedali analogici costerebbero di meno. In un mondo perfetto ci sarebbero ancora i produttori in giro per sale concerti e sale prova, per scoprire i talenti, perché nel frattempo le case discografiche non avrebbero fatto investimenti sbagliati, figli del nepotismo, ed avrebbero ancora un sacco di soldi. In un mondo perfetto non ci sarebbe Emergenza Festival, perché forse non ce ne sarebbe bisogno, la musica emergente avrebbe già tutto lo spazio che vuole, o se ce ne fosse bisogno avrebbe l’ingresso gratuito, perché non ci sarebbero costi di organizzazione (prima parlavo non a caso del baratto), ci sarebbe in sala un sacco di gente e saremmo tutti contenti, i musicisti per il pubblico e i locali per le consumazioni. Caspita che bello e si potrebbe andare avanti a sognare di questo mondo all’infinito, purtroppo non è così e i sogni aiuteranno sì a vivere meglio (W Marzullo, quello di Quelli Che Il Calcio), ma in questo caso non ci possono offrire un aiuto tangibile. Quindi rimaniamo a bagno in questo fiume di difficoltà che costituisce il mondo reale, quello i