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FINALISSIMA A TORINO:

Il Pericolo Viene Dal Mare



Siamo quasi a terra… in senso marittimo del termine, ovvero, come disse la vedetta di Cristoforo Colombo: “terra, terra!!!” Ma non divaghiamo oltre. Sì, qui a Torino, l’edizione 2003 di Emergenza Festival chiude i battenti, dopo una lunga traversata durata 33 serate. E di qui devo far notare come tutto l’equipaggio si sia fatto onore. Lo staff che ha collaborato nella realizzazione della manifestazione, le bands che hanno partecipato dimostrando sempre grande fair-play e solidarietà, facendo anche sbocciare nuove amicizie, il pubblico che, nonostante un periodo di evidente “crisi” cittadina, è stato comunque partecipe e caloroso. E poi? Quello che non ti aspetti… Stai per attraccare, sei a pochi nodi dalla riva e… arriva il pericolo. Ma da dove? Sembra incredibile, ma proprio dal mare quello che ti sembrava un olio fino a qualche istante prima, che non poteva che essere innocuo. Va da sé, è ovvio, ci sono quattordici gruppi in questa finale, sabato 31 maggio 2003 sul palco di Hiroshima Mon Amour, dodici dei quali sono “indigeni” (ovvero di Torino, onde evitare che qualcuno pensi ad un’offesa), due vengono da fuori, con questa scelta dovrebbe essere dura per i forestieri aggiudicarsi la vittoria. E quando i giochi sembrano fatti, la “rosa dei venti” ritorna imprevedibile e le vele si possono strappare prima dell’approdo. Così il destino ha voluto e uno dei due gruppi forestieri, provenienti da Genova, ha superato, all’ultima virata, i nostri dodici, andando a staccare il biglietto per la finalissima in terra tedesca, al Tauberthal Open Air Festival. Nulla hanno potuto i pur bravi “skipper” di Enslow, Wind Of Hate, Amnesis, Dragster Baby!, Gush, Might Have Been, Wind Storm, Mad Hatter, Mainline, Masquerada, Blue Velvet, Nice Price e Due Novembre, perché sono arrivati loro… i Toadstool. Con la carica del burrascoso Mar Ligure, splendido da vedersi infrangere sugli scogli passeggiando in C.so Italia a Genova, hanno ipnotizzato la giuria con le note studiate del loro crossover, fatto non solo di chitarre, ma anche di macchine e campionatori, manovrate da ottimi “timonieri”. Che dire dunque? Che non me l’aspettavo, vuoi perché quando cresci una “tua” città vorresti veder vincere uno dei tuoi “pargoli”, e anche se già li avevo visti alla finale di Genova, quindi sapevo cosa mi aspettava, non mi sentivo di scommettere sulla loro esibizione fuori dalle mura amiche… Invece no. Per niente intimoriti dal nuovo palco e dal pubblico “estraneo”, i Toadstool hanno guadagnato sul campo questa vittoria, meritandosi l’attenzione della giuria, come detto, ma anche l’attenzione del pubblico, che dopo pochi minuti di esposizione alla loro musica non ha potuto resistere dal muoversi e saltare. E dei miei “ragazzi” che ne è stato? Si sono rifatti in parte spartendosi i premi individuali, terreno sul quale si sono distinti Alessandro Benedetto (Mainline) alla batteria vincendo i piatti Sabian, Federico Capuzzimati (Gush) che si è accaparrato il basso Olp, Piero Giaccone (Masquerada) che ha ricevuto un bell’amplificatore digitale per chitarra della Crate e Simona Urso (Dragster Baby!) che, come miglior voce, ha vinto un microfono Sennheiser Wireless. Per ora siamo giunti al termine e a me non resta che salutare tutti, dando appuntamento all’anno prossimo, con la speranza di riabbracciare tanti di questi ragazzi che hanno contribuito, insieme allo staff di Hiroshima, a rendermi piacevole il lavoro… In Germania li avrei portati tutti. Ancora grazie e arrivederci a presto.