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15
2003gennaio
Chitarre di qualita’ ad un prezzo accesssibile
Novità dal fronte Ernie Ball Music Man
Quando ci si trova a dover intervistare un personaggio come Sterling Ball, 47 anni, californiano, erede di fama e di fatto del padre Ernie Ball - il primo americano che nel lontano 1958 aprì un negozio di sole chitarre - della sua compagnia e del suo istinto, a priori si è sempre un po' tesi. In questo caso non c’era motivo di esserlo. Gentile, affabile, spontaneo, entusiasta, mi ha fatto subito sentire a mio agio. Il presidente di Ernie Ball Music Man, produttore di fama mondiale di chitarre, bassi, relative corde e numerosi gadgets, mi spiega: “Non usiamo titoli, qui alla Ernie Ball”. La sua idea è che la vita sia un viaggio, transizione, e questo vale più o meno anche per le cariche che si ricoprono. Sterling è stato sì fortunato a nascere in casa Ball – non riesce ad immaginarsi un “mestiere” che gli vada maggiormente a pennello -, ma anche il padre ha avuto la fortuna di avere lui tra la prole...
Alla Ernie Ball Sterling si occupa di marketing e fa parte del development team che sviluppa e disegna strumenti nuovi. E’ questo quello che ama fare di più perché “ti permette di essere creativo. Ma anche avere la responsabilità di una compagnia con 325 impiegati ti costringe ad essere creativo...”. Sterling cerca di dare spazio alla creatività, all’istinto, anche nella gestione dell’azienda, pur senza perdere di vista il business che deve in ogni caso funzionare e fruttare. Non procede ponendosi degli obiettivi, o sviluppando delle strategie particolari per raggiungere delle mete. E nonostante questo la sua compagnia è in continua crescita. L’unica cosa che vorrebbe poter un giorno realizzare, è una chitarra di ottima qualità ad un prezzo vantaggiosissimo. Perché la sua sfida maggiore è quella di dare agli artisti i mezzi di cui hanno bisogno per realizzare quello che vogliono in campo musicale.
A proposito dell’attuale generazione di musicisti sostiene che “c’è troppa enfasi sul fare musica e diventare ricchi e famosi. In realtà, negli Stati Uniti, è più facile diventare senatore...”. La motivazione per fare musica dovrebbe derivare dal desiderio o bisogno di esperienze positive con i propri amici, di interazione con il pubblico, di divertimento. Suonare per l’amore di fare musica, insomma. Come continua a fare lui, regolarmente, con i compagni del liceo, dopo aver anche suonato in numerose altre band ed aver fatto qualche tournee.
“Purtroppo”, sostiene, “per giovani gruppi il problema è che non hanno un posto dove suonare. E se non sanno dove suonare perché dovrebbero possedere una chitarra?”
Per questo a Sterling piace Emergenza, che da’ a tutti, indistintamente, l’opportunità di suonare dal vivo. “E suonare dal vivo significa molte prove, molta organizzazione, molti skill utili per la vita, anche se non suonerai mai più”.
E anche per uno nella posizione come la sua non c’è sensazione più piacevole che avere tutto funzionante e sotto controllo sul palco, il PROPRIO pubblico in sala e la libertà di dare tutto se stesso alla musica.
Mi sembra un esempio da seguire....