CERCA TRA LE BAND
WORLD
NEWS
Home  >  ARCHIVIO NEWS  >  News  >  News
NEWS

L'Italia ed il rock del futuro. Successo o delusione?

Il dopo Rothenburg. Considerazioni e speranze.



Sono passate ormai otto settimane dalle tre magiche notti di Rothenburg. Il week end in Germania ha, ancora una volta, dimostrato che la musica emergente è in grado di presentare musicisti e band di talento capaci di innovare e divertire. In particolare ci sembra interessante spendere qualche considerazione sulla realtà rappresentata dalle formazioni provenienti dall'Italia. Vista dall'esterno la realtà del rock italiano sembra molto più gracile di quanto essa sia in realtà. La penisola esporta grandi artisti pop (basta pensare ad Eros Ramazzotti, Laura Pausini ed altri) o solide produzioni Rock tradizionali (vedi in passato Gianna Nannini ed in tempi più recenti Zucchero) ma dalle giovani band italiane in Europa non si ha un contributo fondamentale. Dopo aver ascoltato i gruppi che hanno partecipato alla maratona di Rothenburg però viene da chiedersi se la sostanziale assenza di realtà emergenti italiane in Europa non sia solo causata dalla mancanza di artisti interessanti ma sia forse da addebitare in eguale misura allo scarso coraggio delle produzioni (e dei produttori) della penisola. Nei tre giorni bavaresi il folto gruppo di band italiane (ben cinque, contro le tre formazioni francesi o le due inglesi) ha prima di tutto palesato una generale eterogeneità. In altre parole non ci sembra di poter affermare che esista oggi uno "stile italiano" definito e codificato. Le esperienze artistiche delle band della penisola sembrano provenire da ambienti, culture e latitudini cosmopolite. Le formazioni del "giardino d'Europa" sono ormai integrate nelle realtà culturali internazionali e, forse più di quanto accada ai loro colleghi spagnoli o francesi, hanno abbandonato le tradizionali forme provinciali ed appaiono pronte a cimentarsi con gli standard globali. Un esempio di questo è ben rappresentato dagli Yensid Law. La band di Torino si era già fatta apprezzare con la partecipazione alla cd compilation europea prodotta da Sennheiser. Anche se bisogna dire che su cd il gruppo mostra compattezza e tecnica superiori a quelli messi in scena dal vivo. La band, molto giovane, ha buone idee e sound efficace e moderno. In particolare tutti hanno notato come il cantante abbia grandi doti, una voce originale ed affascinante e buona presenza scenica. A questo proposito il giovane vocalist torinese è stato apprezzato e stimato da Eric Serrano, musicista degli OFF SPRING presente nella giuria internazionale, il quale ha più volte rivelato il suo gradimento per lo stile hardark del singer piemontese. Una valutazione più generale del gruppo non può però tacere quelli che sono i lati "deboli" sui quali la band dovrebbe impegnarsi a lavorare. I brani, come si è detto, sono interessanti e la struttura del concerto appare, in generale, abbastanza equilibrata. Nello stesso tempo la band mostra evidenti limiti tecnici e le numerose piccole sbavature nelle esecuzioni vanificano in parte l'efficacia del set. Più impegno, più lavoro, più affidabilità esecutiva sarebbero utili per esprimere le potenzialità di un gruppo che, rispetto alle aspettative suscitate dall'ottima presentazione su cd, ha sostanzialmente deluso le aspettative. Il punto è che per essere "competitivi" sulla scena internazionale non sono sufficienti talento e qualche buona idea: perfezione tecnica, groove, quadratura delle esecuzioni ed assoluto equilibrio delle pressioni e delle dinamiche sono una "conditio sine qua non" per essere all'altezza di palchi ed appuntamenti di alto livello. Ci piacerebbe, ad esempio, chiedere agli Yensid quante sessioni di prova siano state dedicate al perfezionamento esclusivo di basso e batteria. Quanto studio e concentrazione siano state rivolte all'equilibrio tra le frequenze ed alle pressioni e gli accenti del set live. L'impressione è che i giovani musicisti torinesi abbiano sostanzialmente preparato i concerti ritrovandosi direttamente in sala prove e, semplicemente, suonando tutti insieme. Divertente certo, ma i limiti di un