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E' il turno di conoscere i Cataranta attraverso le loro parole in musica.

Quando le parole di un testo hanno lo stesso impatto dirompente ed emotivo di una canzone... Questo è l'effetto dei Cataranta!



Quando la musica non ci assiste e quindi non riusciamo purtroppo a farvi ascoltare direttamente quello che i nostri giovani e promettenti artisti creano, non possiamo fare altro che affidarci alla forza delle parole!

E le parole di un testo bellissimo, anche da sole, possono entrare nell'anima tanto quanto una melodia, o una composizione completa di musica e parole. Conosciamo meglio quindi i Cataranta. La band di recente formazione -appena un anno-composta da 5 bravissimi musicisti è tra le 11 finaliste regionali che il prossimo 19 aprile si esibiranno a Stazione Birra in occasione della finale romana, appunto, di Emergenza Festival!

Per scoprire qualcosa in più su questi ragazzi vi invitiamo a visitare la loro pagina Facebook, piena dei loro pensieri e della loro musica. Noi, in attesa del 19 aprile iniziamo a conoscerli meglio attraverso uno dei loro brani migliori.

Ecco quindi il testo di "Il Pianista di Kiev"

Fluttua nell'aria leggero
Un piccolo petalo scuro
Idea di un velato mistero
Che non sopravvive al futuro

In questo mattino gelato
Mi dissero con un sorriso
Mi spiace ma sei licenziato
E una lacrima solca il mio viso

La crisi mi dissero ancora
Colpisce anche terre lontane
E mentre il sole il paese colora
Sul mio tavolo manca anche il pane

Mia moglie non perse speranza
E mise nel vaso due fiori
L'odore riempiva la stanza
Riempivano i cuori i colori

Scendemmo in strada in migliaia
Non potendo fare altrimenti
I piedi tra il freddo e la ghiaia
La fame in pancia, uno slogan tra i denti

Mio figlio ballava contento
Sulle note del mio pianoforte
Ma vennero insieme col vento
Due guardie puzzando di morte

Passavo in questura le notti
Mi dissero "devi capire"
Mi diedero calci e cazzotti
Cercando di farmi pentire

Un giorno mi fecero uscire
Tornai a casa contento
Non vidi mio figlio morire
Ma mia moglie si stava spegnendo

Piansi tre giorni, piansi forte
Fino a sciogliere il freddo pungente
Ma poi con il mio pianoforte
Raccontai la mia storia alla gente

Quelle note, quella storia... Non dovevano essere ascoltate.
E si tappò con la morte la bocca alla verità.

Bruciarono il pianoforte, ma non cadde il silenzio.
La voce si sparse, e la piazza si riempì di persone che cantavano intorno a quel pianoforte bruciato.

Uccidi l'uomo, non il suo ideale.