Loro si chiamano "The Masons", un pò come la società segreta ed illuminata dei Massoni, un pò in riferimento al vero e proprio significato etimologico del termine, ovvero "I Muratori". Infatti, solo dopo aver appreso tutto sull'arte muratoria e su come insonorizzare il loro box auto, i Masons hanno potuto finalmente cominciare a suonare, dando vita ad un funcky grunge di gran qualità. Aneddoti e simpatici racconti in questa breve intervista rilasciata prima della loro esibizione per Emergenza Festival, allo Zoo Bar di Roma, il prossimo 04 Ottobre.
Quando e come è nata la vostra band e come si compone?
I Masons sono nati nel 2010 dall’idea di prendere un box auto e trasformarlo in un punto di ritrovo musicale. All’inizio di musica però se ne sentiva poca, eravamo impegnati soprattutto ad insonorizzare il posto, quindi ci siamo fatti una cultura di materiali fonoassorbenti, fono isolanti e dell’arte muratoria. Appena ultimato tutto abbiamo cominciato finalmente a fare musica, ispirati dal sound grunge di Seattle, Nirvana, Pearl Jam, Audioslave. Nel 2012 la formazione iniziale si scioglie, con batterista e bassista che prendono un'altra strada, al loro posto arrivano i fratelli Giansanti, gente malata di Funky e Red Hot Chili Peppers che portano a fondere il nostro stile in una specie di Funky Grunge.
In quale genere musicale vi riconoscete maggiormente?
In accordo con il nostro pubblico possiamo dire che la nostra musica è molto eterogenea, ma non per questo confonde l’ascolto. Il filo conduttore sono tempi funky e strutture tipicamente Grunge, con cambi di dinamiche e stacchi repentini. I nostri mentori sono sicuramente i RHCP, Rage Against The Machine, Primus, Soundgarden.
Come vi state preparando per questa serata? Avete scritto dei brani in occasione dell’esperienza con Emergenza?
Diciamo che di brani originali ne abbiamo quasi una ventina, ultimamente anche ne abbiamo scritti 2-3, ma non ci sentiamo ancora di svelarli al pubblico. Quindi punteremo sui cavalli di battaglia: il meglio del meglio!!
Come avete scoperto Emergenza e perché avete deciso di partecipare?
Una band amica aveva partecipato ed era arrivata a suonare all’Alcatraz, quindi abbiamo pensato “perché no?!?” bella occasione.
Se riusciste ad arrivare fino alla fine di questa esperienza e quindi a raggiungere la finale nazionale, o perchè no, quella internazionale, vi sentireste abbastanza preparati per suonare di fronte ad un pubblico così vasto?
Non abbiamo mai suonato davanti a più di 200 persone. Ma confrontandoci siamo arrivati ad un pensiero comune: ci emozioniamo davanti a 2 persone come davanti a 200, non ci cambia più di tanto. Personalmente quando canto davanti al pubblico cerco sempre di immaginarmeli tutti nudi: questo mi aiuta a sentirmi a mio agio. Inoltre, con tutte le cavolate che facciamo sul palco, dobbiamo dire che non ci prendiamo troppo sul serio.
Cosa vi aspettate da questa competizione?
Suonare in bei locali, attrezzati bene, con un bravo fonico, che tutto funzioni alla perfezione, insomma ci aspettiamo di poter dare il meglio sul palco grazie ai professionisti di Emergenza.
Quali sono le vostre aspettative rispetto a questo contest al quale state partecipando?
Arrivare come primo step alla finale di Stazione birra, portare tanta gente e che tutti si divertano.
Quali vostri progetti futuri, indipendentemente da Emergenza?
Siamo stati contattati da alcune etichette, abbiamo avuto anche una proposta da Chicago, ma non abbiamo ancora trovato qualcuno che creda in noi e che sia disposto a produrci per intero. Non ci fidiamo tanto dei volponi della discografia.
Quale credete sia la vostra carta vincente rispetto ad altri gruppi?
L’originalità, la bellezza delle canzoni e il coinvolgimento con il pubblico, ci piace dare spettacolo sul palco, con vari gadget collaudati,non possiamo dire di più…
Raccontatemi le emozioni in vista l'eliminatoria dello ZooBar.
Siamo curiosi di confrontarci con gli altri, per vedere a che livello siamo dopo più di un anno che suoniamo insieme.
Che ne pensate dello ZooBar? E’ un locale che vi piace?
E’ piccolo e caloroso, sembra un locale fumoso di Londra, come primo turno eliminatorio va più che bene.
Avete un brano del vostro repertorio al quale siete particolarmente legati? Se sì qual è e perché?
Tutte le nostre canzoni sono Piez’e cor…o Piez’e chorus che dir si voglia…ogni scarafone è bello a mamma soia no? Però in particolare The Clown è una canzone che ci ha segnato perché è stato uno dei motivi per cui gli ex bassista e batterista hanno preso un'altra strada, non la volevano mai suonare, mentre io (cantante) e Thomas (chitarrista) ci eravamo impuntati, perché già la amavamo. Ci rappresenta perché è totalmente fuori dagli schemi, è semplice e piace subito, come noi!!
Vi aspettate di raggiungere le semifinali del Black Out?
Come ben sappiamo oltre alla bravura è importante il pubblico: noi veniamo dall’altra parte di Roma, quindi non sarà facile portare tanta gente, ma sono sicuro che pochi rinunceranno ad una serata del genere.
Quanto tempo occupa la musica nella vostra vita e come riuscite a conciliare questa vostra passione per la con gli impegni quotidiani?
Noi proviamo in genere un paio di volte alla settimana, quindi l’impegno non è eccessivo, ma devo ammettere che spesso mentre lavoriamo o studiamo, ci frullano in testa nuove idee per il gruppo, un nuovo testo, un nuovo gadget per il live show, nuove opportunità, quindi diciamo che la musica è un pensiero fisso nelle nostre menti.
Come vivete la competizione con le altre band? Vi preoccupa oppure è la cosa che vi dà la carica?
Come ho detto prima vogliamo confrontarci con le altre band per vedere a che punto siamo. Siamo più che altro ansiosi di constatare questo, quindi direi che la viviamo in maniera abbastanza positiva.
A cosa è dovuto il nome della vostra band?
The Masons vuol dire sia i Massoni, riferimento alle società segrete, in particolare agli illuminati (ripreso un po’ da alcuni tatuaggi che ho io, Riccardo, cantante), e vuol dire anche i muratori, beh diciamo che quest’ultimo significato è quello predominante. Il nome infatti proviene dal fatto che per i primi 6 mesi del gruppo, per costruire il box abbiamo fatto i muratori veri e propri, non suonando mai. Nel momento in cui tutto era pronto, c’era gente molto simpatica che anche di pomeriggio minacciava di chiamarci i carabinieri, nonostante il lavoro certosino di insonorizzazione, quindi abbiamo dovuto smantellare tutto cambiando box e ricostruendo tutto da capo!! Quindi ironicamente abbiamo deciso di chiamarci i muratori!!
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28
2013settembre