Questa band dal nome singolare, non è solo brava musicalmente ma composta da ragazzi preparati, intelligenti e che sanno quello che vogliono. Nell’intervista che seguirà potrete scoprire qualche curiosità sui Reuters e conoscerli meglio in vista del concerto del 25 Maggio al Sottoscala9 di Latina. Occasioni da non perdere insomma. Per ora, diamo ai nostri quattro ragazzi un grande in bocca al lupo.
CHI HA SCELTO IL NOME DELLA VOSTRA BAND "REUTERS HATES THE STRINGERS" E A COSA E' DOVUTO? Il nome “Reuters Hates The Stringers” è stato scelto da me Guglielmo, in quanto leader e fondatore del gruppo. È un riferimento al mondo del giornalismo, un universo che mi appassiona molto, visto e considerato che faccio, tra le altre cose, il giornalista, oltre che il musicista.
La Reuters è una delle maggiori agenzie di stampa al mondo, sicuramente è la più famosa; Hates è ovviamente il presente della terza persona del verbo odiare in inglese; gli Stringers, nel gergo giornalistico, sono quei giornalisti o fotografi freelance che forniscono servizi o foto ad un'agenzia di stampa, ma sono pagati per ogni pezzo pubblicato (e quasi sempre lo vendono al miglior offerente). Di solito le agenzie si servono degli stringers per i pezzi dell'ultima ora, quando è difficile raggiungere velocemente il luogo dell'evento, e questi dal canto loro inviano alle agenzie il pezzo in stile sintetico, veloce e chiaro. Quindi il nome del nostro gruppo (che in italiano sarebbe “la Reuters odia gli stringers”) è un gioco di parole, una contraddizione voluta e ironica, poiché se non ci fossero gli stringers le agenzie di stampa chiuderebbero all'istante! Ed è, inoltre, anche molto musicale alla pronuncia, vista la rima: sembra quasi un modo di dire.
COME VI STATE PREPARANDO PER LA SERATA DEL 25 MAGGIO? Per la serata del 25 maggio, ci stiamo preparando a dovere, come d'altronde facciamo sempre. Proviamo e riproviamo i pezzi, perché anche quando hai composto questi pezzi da mesi, troverai sempre alcune imperfezioni da limare o elementi da valorizzare.
Stiamo pubblicizzando la serata tramite il nostro personale evento facebook ( https://www.facebook.com/events/130288910492918/?fref=ts), tramite la nostra pagina facebook ufficiale (https://www.facebook.com/pages/Reuters-Hates-The-Stringers/239202399433229?fref=ts) e utilizzando, ovviamente, il metodo più antico e diretto del mondo: andare dalle persone e proporre, sfruttando chiaramente anche il passaparola e gli altri concerti che abbiamo tenuto e stiamo tenendo in questo periodo!
CHI SCRIVE I VOSTRI PEZZI E CHI CURA GLI ARRANGIAMENTI? La scrittura dei pezzi avviene in alcuni casi in maniera distinta, in altri in maniera collettiva. Questo vale soprattutto per le musiche e gli arrangiamenti, e proprio questi ultimi rappresentano l'elemento ove tutto il collettivo partecipa attivamente: a prescindere dall'autore o dagli autori, l'obiettivo finale di ogni canzone è suonare Reuters al 100%; e una canzone Reuters deve essere sempre una canzone emozionante, a prescindere dal grado e dal tipo di percezione. Tutti noi siamo al servizio dell'evento singolo, cioè della canzone: senza protagonismi. Ecco perché dedichiamo molta cura e attenzione agli arrangiamenti.
Ognuno di noi viene da retroterra musicali differenti: ad esempio io, Guglielmo, provengo dall'alternative – indie, dal cantautorato e da certa elettronica, Mattia da certo post – punk, dal funk e dal metal, Tiziano idem, Francesco ha studiato musica classica e da un po' di tempo studia quella elettronica, Paola ama l'alternative inglese e certa musica italiana. A grandi linee, è indubbio che io sia il maggior compositore, o almeno il “direttore d'orchestra” del gruppo, ma le idee degli altri vengono sempre ascoltate e confrontate, visto che è solo l'unione tra menti diverse che può creare quel sound “totale” a cui tanto aspiriamo.
Per quel che riguarda i testi (tutti in italiano, dopo un EP di debutto in inglese), preferisco lavorare da solo nella maggior parte dei casi, visto e considerato che, tra le linee fondamentali del progetto, c'è sicuramente l'ambizione poetica, cantautorale, intimista (pur calata in un contesto variopinto, che abbraccia tematiche diverse e in certi casi anche bizzarre); e l'ambizione cantautorale è perseguita quasi sempre dal singolo. Tuttavia, se ho occasione di trovarmi davanti ad un testo non mio che spicca per qualità poetica e sincerità d'intenti, sono entusiasta e non ci penso due volte ad accettarlo: è il caso di una delle canzoni che abbiamo portato e porteremo dal vivo il 25 maggio, il cui testo è opera di Mattia.
QUALI SONO LE VOSTRE EMOZIONI NEL SALIRE SUL PALCO ED ESIBIRVI DI FRONTE AD UN PUBBLICO? Domanda generica. Di emozioni ce ne sono fin troppe, di molti tipi. Troppe. Toppare è l'unica cosa che non ci intessa e se accade, beh, è anche quella un'emozione da concerto. Vogliamo, e vorremmo sempre, comunicare, quando siamo sul palco. Non sempre avviene: personalità diverse trasmettono e recepiscono messaggi in maniera diversa, a volte non trasmettono e recepiscono proprio. A volte sì, lo fanno, e al massimo. Stare su un palco è fare i conti, al contempo, con il male e il bene propri e degli altri, con la giungla e con l'amore. La musica, dal vivo, è anche questo e va accettato.
QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE RISPETTO ALLA SERATA AL SOTTOSCALA9?
Ci aspettiamo di trovare un ambiente caldo e appassionato, fatto di gente che ama la musica e in grado di giudicare con spirito critico, in maniera costruttiva; un luogo in cui scambiare pareri, pensieri, un momento di compartecipazione: il Sottoscala9 è un gran bel locale in questo senso. Fare tutto ciò tramite la musica è sempre qualcosa di importante e noi, dal canto nostro, speriamo di riuscirci.
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15
2013maggio