Ultima semifinale di Roma in scena questa sera al Black out.
Cominciano con impegno ed energia i giovanissimi: LE FACCE. I ragazzi suonano e cantanti un Rock italiano che pur con tutti i limiti di una band che sta cominciando ad affacciarsi nell'ambito della musica professionale, mostra già elementi interessanti sia nelle composizioni che nei testi. C'è sicuramente bisogno di lavorare per rendere più efficaci e compatti gli arrangiamenti ma la strada intrapresa è promettente. I testi sono diretti e, pur nella loro semplicità, hanno il coraggio di esprimere con naturalezza i loro sentimenti ed i loro pensieri. Il pubblico mostra di gradire ed i ragazzi regalano la loro musica con entusiasmo e forza. Devono crescere ma sono già una promessa.
Il secondo gruppo sul palco sono THE YODAS. C'è molto dei RATM nel rock degli Yodas. C'è del rap del funk e persino un filo di Jazz. La band con il bassista mascherato prova a lanciarsi sul filo del rock senza dimenticare quindi tutte le possibile contaminazioni che un gruppo moderno deve conoscere. Gli arrangiamenti sono ricercati ed aggressivi quanto basta. La presenza scenica è efficace e la band si muove sul palco in modo naturale e spettacolare. I suoni di chitarra potenti usano a fondo al potenzia degli eccellenti marsala che affollano il palco. Il tocco pesante ed il groove efficace della sezione ritmica completano bene l'insieme.
Terza band della serata sono i FLUSSO D'INCOSCIENZA. La band mostra idee e ottima capacità di espressione armonica. L'andamento dei brani è quello classico del rock and roll ma ci sono aperture alla melodia che si inseriscono bene nei riff pentatonici della sezione ritmica. I tempi dettati da basso e batteria sono puntuali e sostengono bene le linee di chitarra. Gli arrangiamenti sono sempre molto coerenti, a tratti forse non originalissimi ma sempre adatti al genere.
E' il turno dei GRASSHOPPERS. Improvvisamente i piedi del pubblico fanno saltare il pavimento della sala. Il ritmo saltellante e coinvolgente dei 4 ragazzi romani è travolgente. Si capiscono bene gli ascolti dei ragazzi. I riferimenti sono evidenti e gli effetti, le sonorità e l'uso intelligente dell'elettronica che ricorda in modo diretto di "What's the story morning story" fanno eco a 10 anni di musica indi nord-Europea. Ma il bello del gruppo è che, pur mantenendo la freschezza di una band giovanissima, il groove e la compattezza cominciano già ad essere quelle di una band navigata. Spettacolo di ottimo livello. Canzoni molto ma molto interessanti e già materiale eccellente per un CD professionale che speriamo non tardi ad arrivare.
Superiamo, in perfetto orario metà serata quando salgono sul palco i SO IT GOES. La band mostra ottime sonorità e buona capacità di scrivere brani freschi e divertenti. Qualche volta magari le canzoni si dilungano più del necessario in una ripetizione di giri inutilmente ridondanti ma limando queste ingenuità i brani guadagnerebbero facilmente lo spessore che meritano. Alcuni brani sono davvero coinvolgenti e gli arrangiamenti semplici ma efficaci vestono in modo puntuale le scelte della band. Nota di merito all'ottimo bassista che sfoggiando un look molto brit sottolineava le influenze della band. Chitarre Graffianti che supportano un stile indie primi anni 2000. CI sono gli Strokes e i The Kooks. E ci sono cori e doppie voci sempre molto intonate e puntuali.
Terzultima band della serata sono i PIANO A. Musica italiana ben studiata e con momenti di grande densità. Qualità da brani d'autore bilanciata da un anima rock che si fonde bene nell'insieme. Un batterista solido anche se un po' troppo ridondante ed un bassista molto efficace e rigoroso compongono una sezione ritmica che fa il suo lavoro con sapienza e gusto. La band si appoggia bene sugli accenti semplici ma ben studiati. Un brano dopo l'altro la personalità dei Piano A si delinea con sempre maggiore chiarezza. Il cantante palesa una buona vena e canta sempre nelle righe con precisione e naturalezza. IL pubblico apprezza anche se l'impressione p che rendendo più immediati i brani e con una maggiore sintesi in alcuni passaggi l'insieme sarebbe ancora più efficace e convincente.
Alle 10 e 30 in punto il palco va agli OONAR. Una band che sa mischiare l'elettronica con il pop. Il rock con la dance. Ci sono cassa e rullante da disco music retro e atmosfere 80'. Ma ci sono anche tutte le sonorità più cool e moderne che si sovrappongono in un insieme sorprendente per efficacia e divertimento. Davvero una bellissima band questi OONAR. Il Cantante si appoggia a melodie morbide che non mancano di riferimenti. U2, Dead or Alive ma anche Muse e chi più ne ha più ne metta. Una vera enciclopedia della musica in formato Bignami dal vivo. Tutti si divertono, il pubblico, lo staff ed anche i musicisti sul palco che si muovo con disinvoltura e sapienza sul bellissimo palco del Black out.
Chiudono la serata i NUOVALCHIMIA. Nel loro concerto troviamo la tradizione del miglior rock italiano degli ultimi anni mischiata alla lezione del rock FM Amerciano. Grandi spazi armonici mai inutilmente pesanti. Accordi maggiori e minori alternati con sapienza e gusto per l'immediatezza della propria musica. IL pubblico apprezza il concerto che cresce brano dopo brano in modo molto piacevole. Il progetto è arricchito e completato dalle capacità tecniche dei singoli musicisti che sono di tutto rispetto.
Serata che si conclude ancora una volta tra gli applausi. E mentre Le Facce, The Grasshoppers, So it Goes, Piano A e Oonar festeggiano la qualificazione per la finale si possono tirare brevemente le somme alla fine della regolar season del festival di Roma. Prima della finale sono state oltre 100 le band che hanno suonato nel festival in 21 serate che si sono svolte da settembre ad oggi. Oltre 10.000 gli spettatori per una stagione di grandissimo successo che ha ancora una volta dimostrato l'assoluta vitalità della rassegna che sin dal 1992 rimane il centro di gravità della musica emergente italiana.
Non rimane che attendere le due finali del 7 ed 8 giugno e scoprire chi rappresenterà il Lazio alla finalissima nazionale dell'Alcatraz.
NEWS
28
2013aprile