La seconda serata di semifinale si svolge il giorno dove in Italia si festeggia la liberazione. Liberiamoci quindi anche noi dalla polvere della vecchia musica e lasciamoci andare ad ascoltare le 8 band che questa sera si contendono l'accesso alla finale del festival romano.
La serata comincia morbida con il rock italiano dei Catters. Il gruppo spazia tra italiano ed inglese anche se si fa preferire quando rimane sulla lingua madre. I testi sono a volte leggeri e divertenti ed a volte più impegnati. I 6 musicisti sul palco sono efficaci e mostrano di avere le idee chiare. Due cantanti solisti, uomo e donna ricamano bene le trame melodiche sulle basi semplici ma ben strutturate della formazione. C'è la tradizione dei cantautori e c'è un po di rock che non trasforma mai la band in un gruppo duro. In effetti sembrano decisamente meglio i brani leggeri e soffusi. La band infatti risulta molto meno credibile e godibile quando prova a spingersi in territori più rock dove evidentemente non è a suo agio. Il tocco del percussionista è leggero e di grande gusto e riempie gli spazi in modo sapiente. Buona partenza quindi per questo giovedì che comincia quindi con una band molto godibile e divertente. Piccola nota negativa una presenza scenica non straordinaria che la brava cantante non riesce da sola a rendere del tutto efficace. A parte questo aspetto la performance è stata convincente.
1-2-3 Punk. Atmosfere più dure e tirate per la seconda band sul palco. Gli Out of Order si presentano con un brano rapido e nervoso che ricorda gli ultimi album dei Green Day. La band è piacevole e il loro pop punk è ben strutturato. Con maggiore solidità nell'esecuzioni i brani renderebbero molto di più. Incrocio tra Clash, Arctic Monkeys con un goccio di Ramones. Chitarre sporche è composizioni veloci e potenti. Una band giovane con le idee chiare sulla direzione da prendere. Meno chiare su come costruire in modo perfetto i brani che sono pieni di idee e mostrano anche un certo talento ma non sono organizzati in modo del tutto convincente. Insomma c'è ancora da lover ma la stoffa c'è. Con un po' di lavoro e di impegno i ragazzi sapranno senz'altro dimostrare il loro valore.
Terza band in cartellone sono i Cigarettes for my dolls. Hard rock con venature ani 70 ed 80. Ma ci sono sopratutto i Nirvana ed i Pearl Jam (e quindi gli anni '90) al centro della musica del gruppo laziale. Basso potente e batteria pesante e trascinante anche se non sempre perfetta nel guidare il groove. La band che ha un progetto ambizioso e tutto sommato ben costruito ha un cantante davvero convincente. I soli di chitarra si sovrappongo spesso alla voce roca ed interessante del leader del gruppo che non perde mai il beat e l'intonazione. La band sembra a suo agio sia sui brani tirati sia sulle ballate che piacciono ed emozionano. Insomma ottima performance nel merito e nell'esecuzione. I Cigarette for my Dolls sono una band davvero molto valida. Si capisce che le idee ci sono e sono buone e andranno sempre più valorizzate inserendole in un contesto professionale e solido.
E' il turno degli Area 42. La band parte forte anche se ancora un po' fredda cercando di convincere sia dal primo brano la sala. Il concerto continua energico e potente e la band sta sul palco in modo sostanzialmente efficace. Il rock della band è abbastanza originale. Ci sono elementi di Hipster americano con qualche cosa dei KIngs of Leon ed un look da britannici indie. Un batterista solido che picchia duro anche se sarebbe necessaria una maggiore compattezza con il bassista che non sempre riesce a "fare sezione" in modo granitico.
Gli assoli di chitarra buoni ma non sempre necessari andrebbero inseriti con maggiore selettività. In generale la band è valida ed ha buone idee ed ha spazi di crescita che dipenderanno dal lavoro da fare per consolidare un po' l'insieme.
Quinta band della serata. The Owners. L'atmosfera si scalda e la sala accoglie con entusiasmo i 7 ragazzi romani che presentano uno spettacolo convincente. Pop rock italiano suonato con freschezza e buon gusto. C'è energia e buona presenza scenica. Ma sopratutto ci sono brani molto belli che piacciono al pubblico. Ottimo il cantante e più che efficace LA cantante che in un brano diventa la cantante solista. I brani, come detto, sono il punto di forza della band che sembra in grado di sfoderare un singolo live dopo l'altro. Il pubblico conosce e riconosce le canzoni e le canta con passione sotto il palco. La performance cresce di minuto in minuto e l'applauso finale che esplode in sala è davvero più che meritato.
Abbiamo ormai superato metà serata quando in perfetto orario salgono sul palco The Nobodies. Chitarra, basso e batteria ed un cantante che appoggia la sua voce graffiante su una base rock solida e densa. Ottima la bassista che tesse le sue trame ritmiche in modo efficace e precisa. Dovrebbe forse migliorare un po la sua presenza scenica con una minore staticità. Infatti mentre chitarrista e cantante tengono bene il palco con sicurezza e dinamismo lei li lascia un po troppo da soli a svolgere il compito. Il batterista arriva puntuale a dettare il ritmo sostenendo con forza il groove della band diretto armonicamente con piglio deciso e potente dalla chitarra. Insomma c'è l'amalgama e ci sono le idee. Unico piccolo appunto riguarda gli arrangiamenti che avrebbero potuto in certi passaggi essere più curati ed in altri maggiormente sintetici. Piccole sbavature che non disperdono il valore di un set di tutto rispetto.
Quando la serata comincia a volgere al termine prendono possesso del palco i Wah Wah penultima band della programmazione di questo giovedì sera tutto dedicato alle band emergenti. Primo brano divertentissimo con un lungo talk che permette al gruppo di giocare con il pubblico e di scaldare la sala che reagisce con entusiasmo alle sollecitazioni del front man.
Lo show cresce e la band presenta i brani in modo davvero efficace. I pezzi sono trascinanti e il gruppo non perde mai occasione di dialogare con il pubblico in sala. Uno spettacolo generoso e straordinariamente naturale che ottiene infatti un immediato riscontro nella platea che segue ballando la performance. Ma oltre lo spettacolo i Wah Wah garantiscono anche la musica. Atmosfere dolci, ritmo improvviso, passaggi al limite del funky arricchiscono un ottimo spettacolo sempre di impatto e mai banale.
Ultima band della serata che chiude più che degnamente lo spettacolo sono i Zona Litorale. Ragazzi non più giovanissimi ma capaci di mettere insieme uno spettacolo davvero piacevole e divertente. Rock d'autore con venature blues e contaminazioni hard rock che rieccheggiano i migliori anni '70 ed '80. Insomma davvero vale il detto "dulcis in fundo". La band, se volessimo trovargli un piccolo difetto, è piuttosto statica sul palco e concede davvero poco al pubblico in termini di comunicazione. Ma il set è ben costruito con gusto e raffinatezza. E' pur vero che si sente che i componenti della Zona Litorale improvvisano molto il loro ensamble lasciandosi liberi di muoversi all'interno degli schemi ritmici ed armonici dei pezzi, ma il risultato è sempre godibile e convincente.
Serata che si conclude ancora una vola tra gli applausi della platea. Raggiungono meritatamente la finale The Owners, The Nobodies e gli ineffabili Wah Wah. Non ce la fanno ma meritano senza dubbio una menzione speciale i Cigarettes for my dolls, gli Out of Order e i Zona Litorale. Raccolgo i complimenti speciali da parte dello staff anche ai Catters ed agli Area 42 che hanno arricchito con la loro sensibilità e talento la serata.
Si replica domani sera a partire dalle ore 19:30.
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25
2013aprile