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Anche i The Lies ci raccontano un po’ del loro percorso.

In attesa che la tappa della semifinale si concretizzi il prossimo 26 Aprile, conosciamo meglio questa band di Roma!



I The Lies ci raccontano qualcosa di loro in vista del concerto del prossimo 26 Aprile che li vedrà salire sul palco del Black Out dove combatteranno al ritmo dei loro strumenti per guadagnarsi un posto alle finali di Roma. Waiting for Stazione Birra!

Come e quando è nata la vostra band?
Il gruppo lo mise in piedi Giulio (Rick) quasi due anni fa. In realtà non si riuscì mai a prendere una direzione artistica precisa, a causa di continui cambi di formazione e spiacevoli eventi accaduti. Il gruppo con questa formazione nasce l'estate scorsa proprio in questo periodo, verso fine Aprile e presenta Giulio a chitarra e voce, Vittorio a sax contralto e tastiere, Simone a basso e seconda chitarra e Andrea alla batteria. Inizia così un nuovo capitolo in cui abbiamo intrapreso la ricerca di un sound personale ed originale. Gli sforzi compiuti quest'anno si sono concretizzati nella registrazione del nostro primo EP autoprodotto, "The First Lie".

Chi di Voi scrive i brani e chi cura gli arrangiamenti?

Fino ad ora i brani nella loro interezza (musiche e testi) sono stati scritti da Giulio e Simone. L'apporto di Andrea e Vittorio è però fondamentale, soprattutto per quanto riguarda gli arrangiamenti, in quanto proviamo moltissimo tutti insieme e quando Giulio o Simone portano una nuova canzone, Andrea e Vittorio (anche grazie alle moltissime jam che facciamo) aggiungono sempre cose che impreziosiscono moltissimo i brani. Inoltre ascoltiamo tutti musica completamente diversa: Andrea si rivolge principalmente a generi molto tecnici (come il Death, Brutal, Technical Death etc), il fratello gemello Simone prende ispirazione da generi più "classici" (quali Jazz e Prog), Vittorio, suonando sax e tromba, è appassionato delle big band degli anni d'oro del Jazz e un po' di tutto, Giulio è un cultore di tutto il Blues (ma anche lui ama moltissimo Progressive, Jazz e quant'altro). La cosa bella è proprio questa, che abbiamo differenze negli ascolti ma anche una mentalità molto aperta che ci permette di crescere sempre più stimolandoci a vicenda nel cercare sempre qualcosa che vada "oltre", sperando che tutto ciò si rifletta sulla nostra musica.

Raccontateci le vostre emozioni e cosa avete provato nel superare l’eliminatoria dello ZooBar
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Beh, superare le eliminatorie allo Zoobar è stata una bella soddisfazione, perché ci eravamo preparati veramente tanto per quel concerto e abbiamo inoltre notato che siamo riusciti a portare non poche persone che si sono accorte dell'impegno e degli sforzi impiegati. Inoltre desideravamo molto suonare al Blackout, locale importante calcato ormai da anni da grandi artisti. Insomma siamo felici.

Quanto spazio occupa la musica nella vostra vita e come riuscite a conciliare questa passione con il resto?
La musica è la cosa che più amiamo a questo mondo. Credo basti questo. Una vita senza musica non la immaginiamo e non la vogliamo immaginare, quindi il tempo per una passione così grande si trova sempre e comunque.

Qual è la vostra valutazione complessiva rispetto a questa avventura con Emergenza? Siete soddisfatti?
Siamo abbastanza soddisfatti, non amiamo molto i contest di questo genere però appena letto il regolamento di Emergenza ci siamo resi conto della serietà e della professionalità con la quale tutto ciò viene affrontato, opinione che ha avuto conferma dopo la serata allo Zoobar. Inoltre (cosa che ci è capitata raramente) abbiamo avuto l'occasione di lavorare con un fonico degno di questo nome, veramente bravissimo. Anche in termini di promozione Emergenza è eccezionale, sostiene continuamente i gruppi. Un'altra cosa che abbiamo apprezzato molto sono state le critiche (costruttive) che sono state rivolte a noi e a tutti gli altri gruppi dopo la serata allo Zoobar, sono state uno spunto di riflessione non trascurabile.