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La guerra del Live. Tutte le bugie, i litigi e le incomprensioni tra fonici e musicisti.

Cosa pensano davvero un ingegnere del suono di un musicista e viceversa. 10 punti per provare ad abbattere il muro che divide il palco dal mixer.



Eccomi qui. Ebbene si.
Faccio il doppio gioco. Sono un fonico. E sono anche un musicista.

Non è facile la mia vita. Sono come un tifoso della Roma che fa l'allenatore della Lazio.
Come un no TAV assunto come segretario particolare di Berlusconi.
Insomma mi devo nascondere dagli uni e dagli altri.

Quando suono dal vivo faccio finta di non sapere niente. Lo so bene che non c'è niente che fa infuriare un fonico come un musicista con l'aria da saputello che appena sale sul palco dice "non preoccuparti sono un Fonico. Allora alzami subito a 6 le 4000, mettimi un pass alto sopra i 15 e pompa tutto quello che hai sotto i 300. Ah.. e poi.. Mi raccomando i settaggi degli effetti sui rack. Vengo dopo IO a controllarli."

Qualche volta penso che il muro che divide i fonici dai musicisti sia solo una questione di comprensione.
Forse sono idealista ma sono convinto che basterebbe seguire 10 piccoli punti e le cose andrebbero meglio.
Forse non scatterebbe l'amore a prima vista ma certamente si vivrebbe tutti più sereni.

Ed allora, colleghi musicisti, se volete evitare le occhiatacce di traverso, e non volete il suono che scompare dai monitor per vendetta.. allora sappiate che ci sono cose che noi fonici non vorremo mai sentire nella vita:

1) I musicisti che dicono: non sento un cazzo.
Ma benedetto figliolo. Hai 104DB sparati in faccia. Forse non senti la chitarra. Forse non senti la voce. Ma qualcosa, a meno che tu non sia completamente e totalmente sordo, lo senti sicuramente.
Allora dimmi cosa manca, dimmi cosa c'è di troppo. Dimmi qualcosa.
L'unica cosa che davvero non serve assolutamente a niente è dire: "non sento un cazzo".

2) I chitarristi (sono sempre loro!!!!) che provano per ore tutti i volumi possibili, ed appena sono sul palco per il concerto, sparano l'ampli da 5 a 10.
La totale confusione tra qualità del suono e quantità del volume è il loro unico riferimento.
Improvvisamente tutti gli altri sentono solo la chitarra e si rivolgono al fonico con un astioso: "Vedi punto 1".
(variante: Che hai fatto??? Come mai oggi pomeriggio si sentiva bene ed adesso "Vedi punto 1"?)

3) I gruppi che si presentano con il materiale distrutto.
Ci sono le batterie per gli effetti da 5 centesimi comprate usate dal cinese. I cavi che funzionano ad intermittenza.
I 14 pedalini zoom da 50 euro collegati in serie con i cavetti autocostruiti che emettono suoni a caso.
Il ronzio è ovunque. Il suono è degno di un gruppo rock nepalese degli anni 80.
IMMANCABILMENTE i proprietari di questa specie di mercatino dell'orrido diranno: "In saletta da noi funziona tutto benissimo. C'è sicuramente qualcosa che non va nella sala".

4) Il cantante che urla dal microfono durante il concerto: NON SENTOOOOOOO.
Se si limitasse a fare un segno discreto riuscirebbe a non far capire a tutti che, fino ad oggi, ha cantato solo alla sagra della porchetta.

5) I gruppi che si presentano il pomeriggio alle prove con 2 dei 9 musicisti.
Rigorosamente in ritardo (sai c'era traffico).
Ovviamente senza strumenti (il basso me lo porta questa sera la mia ragazza).
Poi la sera scendendo dal palco: "Certo che questo cavolo di fonico poteva anche fare un sforzo per gestire al meglio il nostro suono"

Ma finito di lavorare come fonico, imbraccio la mia amata Stratocaster e sono pronto a ricordare a voi colleghi fonici che da oggi per favore:

6) Salutate i musicisti!
Ok. Ho capito che ieri sera stavi facendo i Radiohead allo stadio. 100.000 Watts di impianto, mixer lungo come un limousine e folla osannante che (immagini te) ti guardava come se fossi dio.
Ma mica è colpa nostra se oggi devi lavorare in questo locale pulcioso con i monitor che sembrano cassette della frutta e i microfoni usciti dalla lavatrice.
Non siamo noi a scegliere dove tu lavori. Noi siamo sempre i soliti. Perché non provare a sforzarti ed a salutare con un normalissimo: "Buongiorno ragazzi!"

7) Restate dietro al Mixer.
In mezzo al concerto, sempre rigorosamente in quell'esatto momento dove c'è l'assolo di chitarra, qualcosa succede ed il suono scompare. Quello è il momento dove i fonici sono fuori a fumarsi una sigaretta oppure a prendere una boccata d'aria o a chiacchierare con una ragazza. Per favore. Rimanete con la testa e il corpo dietro al mixer dall'inizio alla fine del concerto.
Dopo vi offriamo noi sigaretta, birra ed anche una ragazza (quella del batterista).

8) Parlate italiano per favore.
E' sempre bello imparare le lingue. E siamo sempre felici di poter parlare con gente nuova che usa idiomi diversi.
Ma quando il fonico ti dice: "preferisci 2K sul PS15 con il Multibanda compresso o sei abituato alle linearità di taglio con un SPX90 in cascata?" allora capisci che la comunicazione durante una tournée in Giappone sarebbe meno problematica.

9) Smettete di provarci con le nostre ragazze.
Va bene noi siamo sul palco. Loro stanno vicino al mixer. La posizione ci è avversa. Ma se proprio dovete fare i "piacioni" fatelo con la ragazza del batterista. La invitiamo apposta.

10) Arrivate puntuali.
D'accordo. Adesso mi metto a fare la predica. Ma ad ogni musicista che si rispetti è capitato di rimanere 1 ora e mezza ad aspettare che il fonico si ricordasse che aveva un concerto. Un appuntamento. Un lavoro. E in quell'ora e mezza noi musicisti ci siamo fomentati abbastanza per proseguire la polemica con tutti i fonici futuri per anni. Bastava essere puntuali. E molte meno maledizioni sarebbero state lanciate tra slider e potenziometri.

Insomma. Per farla breve. Proviamoci tutti. Noi fonici e noi musicisti. In fondo siamo tutti affratellati dall'amore per la musica.
Che è sempre un ottimo inizio per fare amicizia.