Un altro elemento necessario alla corretta messa in opera della liturgia dell'evento di massa è la sostanziale unanimità comportamentale della folla. Il feedback emotivo deve superare la sfera istintuale del singolo e generare un'unica replica collettiva all'appello del capo carismatico. In altre parole il pubblico non deve limitarsi a reagire, deve soprattutto reagire all'unisono.
L'elemento tempo, così importante per scandire con efficacia le fasi del rito, può essere governato a misura della rapidità con la quale i presenti armonizzano la propria partecipazione. L'emotività investe la folla ad ondate successive ma, questi flussi, partono da singoli gruppi sparsi di individui e si propagano alla moltitudine. Gli elementi meno coinvolti vengono fatti partecipi, da quelli più implicati, in conformità ad un rapporto "infettivo", riscontrabile, con facilità, in ogni grande raduno di massa. La tendenza a adeguarsi al comportamento collettivo, l'aspirazione a non mostrarsi elemento emarginato ed, in definitiva, l'esigenza di percepire compiutamente il proprio ruolo di partecipante alla celebrazione collettiva spinge la maggioranza della folla a adottare un unico modello comportamentale.
Abbiamo precedentemente affermato che esistono alcune figure topiche che determinano e guidano la reazione della massa. La simbolica piramide emotiva generata dall'evento potrebbe essere rappresentata da una struttura dove il vertice è rappresentato dal leader, che detta i tempi agli officianti minori che, a loro volta, dirigono ed amplificano i passaggi della liturgia ad uso di quella parte del pubblico capace di generare nei vicini il flusso reattivo necessario alla corretta ed efficace realizzazione del rito.
Le dinamiche che regolano e che producono la permeabilità istintiva all'adozione comune del comportamento si compongono di diversi elementi: il senso di inadeguatezza di chi assiste alla cerimonia senza avere l'intima certezza della propria appartenenza al gruppo culturale di riferimento, la naturale tendenza insita nel concetto stesso dello spettacolo ad assorbire ed adottare le indicazioni che vengono dal palco, l'abito mentale di accordare il proprio comportamento con quello del vicino per generare un unicum di maggiore impatto, la stessa posizione fisica e scenografica dell'audience studiata sostanzialmente per fondere e rendere irriconoscibili le differenze individuali della massa rispetto alla sovraesposizione del dettaglio di chi officia, come la più prosaica mancanza di personalità individuale, sono tutti elementi che concorrono congiuntamente alla formazione del modello comportamentale comune.
Ora, tutti questi elementi, non sono altro che la proiezione di componenti quotidianamente presenti tanto in ogni schema di convivenza sociale quanto nella storia psicologica giornaliera di qualsiasi singolo individuo. In altre parole, il partecipante o, meglio, tutti quei partecipanti che non rappresentano le figure-reagenti principali si fidano. In assenza della consapevolezza di quanto può o sta per accadere, e, più di ogni altra cosa in mancanza della conoscenza di come farlo accadere, alla massa mancano gli strumenti di controllo per generare intenzionalmente l'evento soprannaturale.
NEWS
14
2012novembre