Abbiamo incontrato Francesco Frilli. Ha iniziato come batterista suonando con BeeGoldEye, Funky Monks,F.Fiumani, Moltheni e tanti altri: Ma non solo, è anche tecnico del suono e stage manager ed ha lavorato come grandi eventi live come Arezzo Wave, Umbria Jazz, Pistois Blues etc.
Oggi però vogliamo scoprire il suo lato di produttore e farci raccontare l'avventura con i Leila Khan, gruppo che ha vinto la finale romana di Emergenza.
Come hai conosciuto i Leila Khan?
Ho fatto parte della giuria relativa alla finale di Roma per Emergenza Festival, loro assieme ad altre band hanno spiccato e nel caso specifico dei Leila per un sound in qualche modo originale, derivativo del' “ex”indie italiano, ma comunque nuovo e pieno di personalità.
Come mai la decisione di produrli in studio?
Non c'è mai un motivo esatto per il quale un produttore decide di fare una produzione, l' ideale è il connubio tra arte e business, ossia fare un bel disco e venderlo ma c'è altro, c'è l'idea di lavorare con la band semplicemente perché ti piace, l' idea di un potenziale da sviluppare e così via dicendo.
I Leila Khan a Roma fecero un concerto molto bello, grande convinzione, potenti, compatti, insomma un bel concerto davvero, a Milano, una settimana dopo, per la Finalissima Italiana non resero come a Roma tanto da non vincere, forse semplice timidezza per una band non alle prime armi ma nemmeno così “emancipata”,chissà.
La giuria di quella Finale premiò i FOOS di Torino che andarono in Germania per la Finale Internazionale ma nonostante i Leila Khan non avessero vinto e reso come a Roma mi rimasero in mente per le loro idee e la loro indole musicale, da li la proposta di fare assieme una produzione, la band si rese disponibile, lo comunicai a Massimo Scialò il quale con Emergenza Festival oltre ad approvare finanziò l'intero progetto.
Raccontaci qualcosa della produzione, quanto tempo avete passato in studio e come è andata?
Il disco è interessante perché è stato fatto seguendo un iter di produzione moderna ma con un idea di suono molto naturale, pre produzione, produzione, post e mastering ma suoni “suonati”, pochissima o quasi nessun elettronica.
La musica dei ragazzi è sempre stata interessante prima e dopo ma il lavoro in studio ha cambiato molto il sound della band, sono arrivati con idee molto belle ma sviluppate in modo ingenuo, bravi poi a capire e rivedere il tutto attraverso strumenti, sembra strano in Italia, come Banjo, percussioni legate al Bluegrass, pad vocali e così via dicendo, il tutto su idea Indie/PoP/Noise già esistente.
Consiglio di ascoltare l' Ep che dovrebbe uscire nel 2013, non è possibile descriverlo a parole e poi scusate la banalità ma che palle, la musica va ascoltata, fatelo!!!
Personalmente sono molto soddisfatto e anche i ragazzi lo sono.
Quali sono i punti di forza, tecnicamente e non, dei ragazzi?
Vivono la musica con l'anima, tanto per fare una frase fatta “sono quel che suonano”, questo è tanto perché è la base per essere una band vera.
Il “non” non riguarda ciò che hanno fatto ma ciò che faranno, se non si deconcentrano si divertiranno molto.
Il prodotto finale? Sei soddisfatto?
Si molto, sorprende un po' tutti gli addetti ai lavori, il
Mastering di Tommy Bianchi mi ha aiutato a completare il disco, grande rispetto delle dinamiche, mix ripassati su nastri e saturatori analogici per dare punch e “sfrangiare” il più possibile i suoni, tanto per dare qualche dettaglio. Il sound è davvero accattivante, molto potente e ampio, un bellissimo ponte tra rock Europeo e Americano, il tutto con le atmosfere scure e malinconiche della band, un po' come quando piove e c'è il sole. Difficile da collocare in un genere ma meglio così, bel prodotto finale.
E' ancora stimolante per te lavorare con gruppi emergenti?
Il Larione10 è uno studio che lavora sia con band affermate che non, e per me è sempre molto bello e stimolante lavorare in studio di registrazione in generale, penso di essere un privilegiato solo per questo.
Lavorare con una band affermata significa spesso stare su standard di produzione previsti dal mercato, in particolare nel Pop, è un bellissimo modo di lavorare ma per passione e piacere trovo più interessante realizzare musica con le band emergenti, lo preferisco.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Con il Larione10 stiamo per realizzare un sessione studio di 22 episodi, tecniche di registrazione e cose del genere, sarà una sessione di video didattici sul tema, sarò il fonico-relatore.
Sto lavorando sulla pre produzione degli Electric Moans, una band di Livorno che ha partecipato ad Emergenza Festival lo scorso anno, sentirete poi!
A Dicembre entrerò in studio con Jake Lear, un Bluesman di Memphis prodotto da Blues & Roots, un etichetta roots/indie US, non ho mai lavorato con una artista Americano, viene in Italia a registrare grazie ad una precedente piccola produzione che abbiamo fatto a giugno 2011, la sua etichetta si è “gasata” all' ascolto. Mi fa ridere pensare che dagli USA un Bluesman viene qua a registrare. Sono sicuro che, oltre a fare un bel lavoro, ci divertiremo molto. Jake è un musicista incredibile, uno vero!
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9
2012novembre