Come si è sottolineato nel precedente paragrafo non è difficile riconoscere, per la quasi totalità dei giovani contemporanei, l'importanza del concerto rock, come occasione prima di autonomia dalla famiglia ed al contempo come celebrazione comune dell'indipendenza dalla società adulta. Questa esigenza è però ben lungi dall'essere esclusivamente adolescenziale, al contrario, la messa in scena dell'iniziazione rappresenta forse, per i membri adulti della società, il massimo momento di ritorno ad uno stato di autodeterminazione che più o meno consapevolmente si pretende di rinnovare attraverso la catarsi collettiva.
Questo impatto è, come vedremo, assolutamente centrale quando si tratti di identificare gli strumenti di induzione al consumo generati dal sistema del mito del rock. Iniziare non significa quindi solo cominciare, dare avvio ad una nuova integrazione od appartenenza, al contrario, per la maggior parte dei partecipanti questo dare inizio ad un'esperienza comune rappresenta sostanzialmente un ritorno alle origini, una potenziale cancellazione delle esperienze precedenti, la ricerca dell'azzeramento della propria maturità emotiva attraverso il tentativo di stabilire una nuova verginità emozionale.
La forza della celebrazione di massa è quindi da ricercare nella potenza della rinascita più che in quella della nascita, e questo contribuisce largamente a spiegare la componente malinconica e nostalgica contenuta nel rito, capace, al contempo, di mettere in risalto tanto la sofferenza per l'abbandono della vecchia identità ed il tormento per la perdita dell'Io precedente quanto la rappresentazione della resurrezione come simbolo sospeso tra la morte della anteriore personalità istintuale ed il risveglio della nuova natura emotiva. La presunta immaturità della generazione dei trentenni, così stereotipa nelle analisi degli osservatori contemporanei deve, alla confusione tra esigenza di rinascita dell'individuo adulto e bisogno adolescenziale di partecipazione al rito di iniziazione, molto più di quanto l'assunzione di modelli comportamentali e di immagine "giovanilisti" da parte della società adulta riesca a far credere
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2012novembre