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Cosa c'è dietro i concerti e i raduni musicali?

Un'attenta analisi della partecipazione ad eventi e atti pubblici come rinnovamento



Il simbolismo della liturgia si compone inoltre, come abbiamo già brevemente accennato in precedenza a proposito della funzione liberatoria del rito, di un forte elemento sacrale il quale trova, però, la sua espressione massima soprattutto nella messa in scena della cerimonia d'iniziazione.
Questa caratteristica, che, forse, più d'ogni altra contribuisce a rendere sostanzialmente immutata nel tempo la struttura psicologica con la quale la folla si accosta ai grandi raduni di massa, è strettamente legata alla tradizione culturale Europea e trova la sua genesi evidente nella base socio-culturale legata alle religioni cristiano-giudaiche1.

La forza con la quale la tradizione della dimensione sacra scandisce i passaggi chiave della vita sociale, d'altro canto, non potrebbe non essere parte integrante di qualsiasi attività che nella dimensione liturgica ed emotiva esprime la sua ragione d'essere. Ora, senza negare che in modo e dimensione differente, tutte le culture, prevedono delle "porte di accesso" simboliche ad una nuova casella della mappa sociale, nessuna come quella europea ha fatto del rito di passaggio il centro dell'intera struttura della convivenza civile.

La società contemporanea, lungi dall'essersi affrancata dalla necessità di continui atti pubblici per il transito da un ruolo sociale all'altro ne ha prodotti invece di nuovi e più numerosi, senza, necessariamente, disfarsi di quelli precedenti. Ora, se come abbiamo visto, un elemento importante del raduno di massa è quello della trasformazione, risulta plausibile che la percezione della metamorfosi contenuta nel rito collettivo assolve in eguale misura, tanto la funzione di comunione collettiva per i membri adulti, quanto quella di cerimonia di iniziazione, per chi non è considerato ancora parte integrante della struttura sociale. In questo senso, non va, quindi, sottovalutato il sentimento di rinnovamento, principio generale della funzione iniziatica che non può che espandersi a tutti i presenti a prescindere dalla loro accreditata appartenenza al mondo "adulto" (e per questo ipoteticamente "già iniziato").

Due elementi, apparentemente contrastanti, riflettono la potenzialità introduttiva del raduno: da un lato la dimensione puramente "battesimale" dove il non-iniziato diventa per la prima volta parte integrante del gruppo di riferimento culturale che interviene al rito, dall'altra la facoltà di rinnovamento che trasforma ogni partecipante in un uomo nuovo. In questo caso la precedente identità viene trasfigurata e la forza dell'iniziazione si esplica più nella capacità di attraversare il confine tra vecchia e nuova presunta identità che in quella di atto preventivo all'appartenenza di un gruppo pre-esistente.