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Un tour in Europa con Emergenza Festival

La band emergente romana Storm & Impulse gira l'Europa suonando nei migliori locali di musica live



Abbiamo voluto ascoltare il racconto del tour europeo degli Storm&Impulse, che grazie ad Emergenza Festival, hanno avuto l'opportunità di portare la lro musica oltre i confini e vivere un'esperienza indimenticabile!

“Emergenza Festival” che esperienza è stata per voi?

Emergenza festival è stata una tappa importantissima per la nostra crescita musicale.
Spesso chi inizia a suonare non si pone obiettivi concreti da raggiungere nell’immediato, Emergenza invece ti inserisce in un ambito quasi lavorativo. Ti permette di confrontarti con la tua musica e ti offre degli stimoli importanti, funzionali allo sviluppo del tuo progetto. Noi siamo stati in grado di cogliere queste opportunità. Grazie a Emergenza abbiamo maturato molta esperienza suonando sui palchi più importanti della nostra città e siamo anche riusciti a migliorare la nostra capacità di promuoverci. Effettivamente alla finale a Stazione Birra non eravamo la stessa band dell’inizio.

Avete vinto un tour europeo. Suonare in giro per l'Europa è un po' il sogno di ogni band emergente. Iniziamo con la Germania

Il tour è stata un’esperienza indimenticabile per noi 4, perché ci ha dato l’opportunità di divertirci e viaggiare in Europa, suonando su palchi importanti. Avevamo organizzato tutti gli spostamenti in treno. Non avendo avuto i comfort che potrebbero avere i Radiohead, viaggiare in treno con gli strumenti e effettuare lunghi spostamenti ogni giorno è stato più stancante del previsto. Nonostante ciò l’entusiasmo ci faceva andare avanti, anche se ha rischiato di esaurirsi alla stazione Termini quando ci siamo accorti di aver perso il treno per Amburgo. Abbiamo raggiunto la Germania in aereo la mattina seguente. Dopo aver effettuato quella che sarebbe diventata la nostra routine, tra stazioni e ostello, ci siamo diretti verso il Logo. Abbiamo suonato alla fine della serata di Emergenza. Saliti sul palco senza soundcheck i fonici sono riusciti a metterci subito a nostro agio, trovando i suoni migliori per la circostanza. Di quella serata abbiamo un “annebbiato” bel ricordo anche grazie agli ottimi gruppi con i quali abbiamo stretto amicizia e all’ottima birra tedesca.

E poi diretti vi siete diretti verso la Francia...

Si,ci siamo spostati a Eu, un piccolo paesino della Francia del Nord. Persone accoglienti e un tramonto sul mare stupendo ci hanno preparato al meglio per il concerto al Theatre Des Charmes. Uno dei momenti che ricordiamo con maggiore affetto. Il pubblico entusiasta ci contatta ancora ed ha addirittura promosso i nostri pezzi in una radio locale.
Da lì ci siamo spostati a Parigi, il concerto più atteso.

Infatti avete suonato in uno dei locali storici di Parigi, come è andata?

Purtroppo non abbiamo potuto suonare al meglio a causa di qualche incomprensione con i fonici, ma ricordiamo comunque la particolarità de Le Gibus, il locale in cui abbiamo suonato, e comunque non potevamo di certo rimanere impassibili di fronte al fascino della capitale francese.

E infine l'ultima tappa a Lione, altra fantastica città francese.

Partiti da Parigi la mattina seguente siamo arrivati a Lione. Il locale era il Ninkasi Kao, un metro e mezzo di palco in altezza e 400mq pieni di gente danzante. La serata è stata memorabile, i suoni perfetti e soprattutto la nostra grande performance ce lo fanno ricordare come il concerto più bello del nostro tour. Peccato fosse l’ultimo.
Con pochi soldi in tasca, ma tanta esperienza e tanti ricordi in più, siamo tornati a Roma, su un treno merci.

Quali differenze avete riscontrato tra questi paesi e l'Italia?

Emergenza è un festival internazionale, con una matrice comune e un format ben consolidato che non ci ha permesso di cogliere appieno le caratteristiche dei movimenti culturali dei paesi dove siamo stati.
La vera grande differenza con l’Italia è che nel nord Europa c’è un interesse maggiore nei confronti di chi suona sia da parte del pubblico che dei musicisti delle altre band.

Che consigli dareste alle band che stanno iniziando adesso l'avventura di Emergenza?

L’impegno e la costanza sono sicuramente delle prerogative per un gruppo che ha grandi obiettivi. Quello che offre emergenza va di là dei singoli concerti. Noi abbiamo trovato persone disposte all’ascolto e al dialogo, e se abbiamo ottenuto dei vantaggi dal concorso è perché abbiamo sempre preso seriamente ogni confronto.
Il consiglio è molto semplice: impegnatevi affinché le opportunità che vi saranno date non siano sprecate.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Adesso Matteo, il batterista, sta studiando alla Drum Tech di Londra. Questa che è per lui una grande opportunità, per noi rappresenta un limite notevole. Nonostante tutto stiamo scrivendo nuove canzoni e speriamo di poterle presentare al più presto al nostro pubblico.