CERCA TRA LE BAND
WORLD
NEWS
Home  >  ARCHIVIO NEWS  >  News  >  News
NEWS

Le rockstar come leader

Sul nostro portale di musica proseguiamo con l'analisi del mondo del rock cercando di capire cosa c'è dietro il ruolo delle rockstar



Se da un lato la trasformazione, l'eccezionalità, la singolarità e la straordinarietà dell'evento sono le componenti che concorrono a generare la forza di attrazione della cerimonia per la folla, dall'altro tutti questi elementi sono efficaci solo in quanto riproducibili in infinite repliche rigorosamente uniche ed al contempo sostanzialmente identiche le une alle altre.
Si è già messo in evidenza l'impossibilità per chi officia il rito di costruire ad ogni ripetizione della liturgia un rapporto nuovo ed un nuovo ed efficace linguaggio, per così dire personalizzato, per ognuna delle audience che il leader deve saper conquistare.

Personaggi come Savonarola, Munster o Zwingli hanno in comune con J. Morrison o C.Vicious tanto la loro violenta, drammatica, istintiva ed al contempo ingenua capacità di trascinare le folle quanto l'incapacità di gestire gli eventi nel medio o lungo periodo; in effetti nessuno di loro ha avuto successo nel difendere durevolmente il proprio ruolo di guida e, per la verità, nessuno di loro è riuscito a salvaguardare la propria stessa sopravvivenza più a lungo della propria leadership. Calvino o Francesco d'Assisi, Stalin o W. Churchill, David Bowie o Mick Jagger hanno forse saputo gestire con maggiore adeguatezza le tappe che li hanno portati (o che, nel caso di Bowie e Jagger li porteranno presumibilmente) a spegnersi con il proprio seguito intatto e riverente al lato dei rispettivi letti. Questo non implica per niente che, ognuno di loro, abbia necessariamente composto il proprio rapporto con la massa sulla base di un elemento cinico (seppure nel caso degli uomini politici raramente questa è una componente latitante) ma, al contrario, ognuno di loro, con maggiore o minore buona fede (problema che, ai fini della nostra attuale analisi, è ininfluente), ha saputo proporre una misura "equilibrata" all'interno del pur necessario parossismo della rappresentazione. Diversamente da Savonarola, per esempio, Calvino non ha mai superato i limiti, sempre insidiosi e confusi, dell'evocazione nella massa di aspettative reali non più soddisfabili.

In estrema sintesi è possibile riassumere il concetto sostenendo che, il successo e la disfatta del rapporto sul medio e lungo periodo tra la folla ed il capo carismatico restano a cavallo del confine che separa l'esaltazione senza limiti della folla condotta per mano dal leader dall'esaltazione senza limiti della folla che travolge anche il leader. La star può, conseguentemente, abbandonarsi alla sua istintività quando è sulla scena ma, dove non abbia la capacità di recuperare il suo ruolo reale ed un rapporto concreto con il suo microcosmo, è destinata ad essere annientata dalla stessa apoteosi che celebra davanti alla massa. Il punto non è quanto il leader deve essere istintivo o distaccato ma quando.


Come vedremo in seguito, questa componente mantiene un'importanza centrale nel rapporto tra immagine della star, gestione economica del mito e necessità di liberarsi dello stesso e, non è casuale che la riproduzione stereotipa del mito della rock star sia fatalmente illustrato attraverso la raffigurazione di modelli umani costantemente occupati a reclamare, quasi sempre a sproposito, la leadership sul proprio microcosmo, tentando di sopperire alla propria sconfortante inadeguatezza con la supposta legittimità che si pretende conquistata attraverso l'affetto della massa.

Il leader in questo caso affida l'intero rapporto (e fatalmente la propria ragione d'essere) alla sfera emotiva e, non recupera, unitamente al senso razionale della propria missione da realizzare, la lucidità della relazione con quanto di costruito, posticcio ed effimero è messo in scena a suo vantaggio. In questo senso, il capo carismatico che vive il suo rapporto con la folla, a misura di un elemento indispensabile al mantenimento della supremazia nel proprio ambito personale, artistico o professionale è inevitabilmente destinato ad essere eterodiretto o esautorato.