Le componenti emotive e l'allestimento scenografico che compongono il quadro psicologico e quello fisico dell'evento si caratterizzano quindi, come abbiamo visto, per la loro eccezionalità.
La diversità dalla realtà quotidiana, l'estraneità dai modelli giornalieri e dalla consuetudine dei rapporti sono elementi necessari per un'efficace messa in opera del rito. Si potrebbe ipotizzare, volendo ridurre l'intero quadro ad un'unica astrazione, che l'elemento principale dell'evento è proprio la trasformazione. Per incidere sulla quotidianità il mezzo è trasformare lo stato fisico dei luoghi e l'obiettivo trasfigurare lo stato psicologico degli uomini, trasferire i punti di riferimento fisici per rivoluzionare i punti di riferimento mentali. L'interruzione della continuità fisica del panorama, produce il senso di eccezionalità che l'aspetto portentoso dell'evento deve essere capace di evocare. Ora, per rendere manifesta la trasformazione, è necessario sottolineare e rendere palese il distacco tra il prima ed il dopo. Questa discontinuità ambientale non potrebbe essere pienamente rappresentata se il luogo originale prescelto per la celebrazione non fosse in grado, autonomamente, di incarnare il centro quotidiano ed abituale di ogni rapporto sociale. In altre parole, per raffigurare in modo clamoroso la metamorfosi dello spazio, è indispensabile partire da un sito conosciuto, vissuto giornalmente ed intensamente, un luogo dove ogni presenza fisica, architettonica ed urbanistica risulti completamente integrata nell'orizzonte quotidiano, per arrivare in seguito a rivoluzionare la visione abituale con effetti o scenografie capaci di trasfigurare il paesaggio di ogni giorno.
La centralità della piazza in quanto luogo ideale per gli eventi di massa deve, forse, a questa esigenza più di quanto debba alla sua strategica posizione urbanistica. La piazza centro della vita sociale, luogo di incontro e di scambio ha rappresentato inoltre, per l'intera cultura occidentale, lo spazio dove si transita sistematicamente per assistere alla messa. Sulla piazza si affacciano, di norma, tutti gli edifici sacri e, per secoli, la frequentazione di una determinata chiesa, ha preceduto quella di una determinata piazza antistante e, conseguentemente di un determinato gruppo della comunità.
Il moderno impianto sportivo sostituisce il sagrato solo nominalmente, lo stadio riproduce le dinamiche della piazza in quanto luogo dove si assiste ogni domenica ad un rito collettivo abituale ed al contempo ci si distingue in quanto elemento costituente dei frequentatori di uno specifico "sagrato". Ogni piazza, come ogni curva quindi, tende a contenere uno specifico pezzetto della mappa sociale e culturale della società ed, in condizioni normali, nessun elemento non rigorosamente integrato è ammesso dal gruppo alle cerimonie settimanali.
Questa componente "unificante" presente nel rito in ogni tempo è, secondo Martinengo e Nuciari, ancora più trasparente in un periodo di massificazione culturale come quello contemporaneo dove, la musica, si pone come l'espressione più di massa in assoluto, soprattutto per quanto riguarda i generi musicali che maggiormente passano attraverso i media e che, in quanto meno necessitano di capacità intellettuali da parte del pubblico, meglio si pongono come prodotti per un consumo indifferenziato. Proprio questi caratteri di passività e di indifferenza permettono, per certi versi, di valicare le diversità sociali, culturali e di linguaggio, contribuendo allo stabilirsi di una forma di comunicazione comunitaria virtualmente illimitata. Tale discorso, generalmente valido per tutti i gruppi sociali e le fasce generazionali, si conferma, come si vedrà in seguito, ancor più per quanto riguarda i giovani. In questo senso la musica pop acquista tra essi una rilevanza particolare in quanto forma di comunicazione perché è uno degli elementi che delineano la loro subcultura e, differenziandoli dagli altri gruppi, ne fanno un universo relativamente omogeneo e definito.
La folla assimila la trasformazione fisica e scenografica e, può ostentare "una tantum", lo sconvolgimento degli assetti collettivi quotidiani che la piazza, quotidianamente, concorre invece a rendere stabili. La metamorfosi contraffatta dello spazio fisico giustifica ed accompagna quella fittizia della consuetudine sociale. In definitiva si potrebbe sostenere che, questa dinamica è stata, in epoche recenti, applicata persino all'interno della dimensione privata: lo sviluppo della tecnica, infatti, ha permesso una fruizione della musica in grado di generare l'illusione di un ascolto distribuito su diversi piani assolvendo per via tecnologica l'esigenza di estraniarsi dalla realtà quotidiana.