Un elemento che non andrebbe mai sottovalutato è costituito dalla misura nella quale i grandi eventi di massa rappresentino, nella loro forma organizzativa, un'occasione di trasformazione, di metamorfosi e di evoluzione dello spazio fisico.
La contaminazione di elementi psicologici e di realtà tangibile trova, infatti, la sua massima sintesi nelle strutture impiegate per la spettacolarizzazione del gesto rituale. Se la trasfigurazione degli stati emotivi appare elemento necessario per conferire valore aggiunto al messaggio da veicolare, le tecniche utilizzate per la preparazione e la mutazione del territorio fisico destinato ad ospitare la riunione, rappresentano una componente indispensabile per l'efficace concretizzazione dell'happening. Le procedure ed i criteri adottati per la realizzazione dei raduni di massa hanno subito nei secoli un'evoluzione tutt'altro che rivoluzionaria, lo sviluppo delle tecnologie a disposizione ha mutato in misura quasi irrilevante il nocciolo duro delle tecniche di allestimento.
L'elemento centrale di ogni rappresentazione rimane il palco le cui misure in rapporto alla platea sono fissate da secoli secondo la consolidata formula x:y=1:4 dove x rappresenta la larghezza del proscenio e y la profondità della platea. La stessa altezza dei moderni stage del rock 'n' roll non si discosta sostanzialmente da quella dei palchi allestiti per le celebrazioni delle messe barocche del seicento in base alla proporzione indicativa h=larghezza:10.
Senza mutare l'importanza e la centralità della scenografia, la tecnologia ha fornito i mezzi per adeguarla alla realtà quotidiana dell'epoca contemporanea. Gli effetti speciali, i raggi laser, le nebbie artificiali e gli impianti architettonici che compongono gli elementi di un moderno spettacolo assolvono l'identica funzione delle scenografie mobili, dei giochi d'acqua, dei fuochi e dei trucchi scenici utilizzati in occasione delle grandi feste e dei raduni di massa nel XVI e XVII secolo.
La continuità storica appare efficacemente espressa dalla doppia necessità, comune alle diverse epoche, di sovvertire l'elemento fisico quotidiano per un verso e, di sorprendere il pubblico con visioni plateali e spettacolari dall'altro.
L'attesa del miracolo, del segno prodigioso al quale si è fatto riferimento nel precedente paragrafo è esaudita dal fenomeno artificialmente soprannaturale, confezionato per irrobustire l'aspetto portentoso dell'evento. In occasione dei grandi raduni di massa la tecnica scenografica tradizionale del teatro viene distorta, smette cioè di essere impiegata per raccontare o per riprodurre lo scenario dove si svolge il racconto trasformandosi in elemento centrale della rappresentazione ed, in definitiva in una porzione costitutiva fondamentale invece che in semplice background dell'evento stesso. La componente "prodigiosa" peculiare al raduno si manifesta efficacemente nel contrasto tra la lunga opera diurna di allestimento e l'esecuzione notturna del rito: da un lato la dimensione "lavorativa" quotidiana, fisica, corporea, propria appunto del giorno e capace di dimostrare le potenzialità creatrici dell'uomo impegnato nella produzione e nella metamorfosi dello spazio, dall'altro il culto notturno con i suoi elementi magici, trascendenti e misteriosi capaci di alimentare l'aspetto mistico dell'happening. I grandi eventi di folla, che si tratti di funzioni religiose, di adunate politiche o di concerti rock collocano sempre il loro apogeo dopo il tramonto.