La costruzione della preparazione del necessario quadro psicologico non rappresenterebbe, tuttavia, condizione sufficiente ad assolvere le aspettative della folla senza l’esposizione fisica di chi viene destinato ad officiare il rito. Ora, questo punto, rappresenta uno dei lati controversi del sistema di produzione dell’elemento carismatico della star. L'importanza individuale e la fedeltà personale al "leader" sembrano, infatti, rivestire un peso largamente maggiore di quello rappresentato dall’ideologia e dal messaggio che viene veicolato dal leader stesso. La creazione cioè dell’elemento di appeal individuale impersonificato dal singolo appare in grado di superare il contenuto politico, ideologico o religioso che la massa si riunisce per officiare. A partire dai grandi happening di musica leggera, risalendo verso le "adunate oceaniche" del novecento sino alle masse rivoluzionarie del XVIII secolo ed ai raduni religiosi del sei e settecento l’elemento personale apparirebbe condizione indispensabile per la gestione ed il controllo delle opinioni delle masse. Ora, nonostante l’innegabile peso dei singoli officianti, in mancanza delle condizioni culturali e psicologiche necessarie per l’appropriazione da parte della massa del contenuto ideologico proposto, tanto l’efficacia del linguaggio, quanto la bontà del messaggio non sembra possano essere autonomamente sufficienti a generare fenomeni di immedesimazione.
Si può ipotizzare perciò un primo elemento fondativo: la moderna star è nelle migliori condizioni di rappresentare ed attrarre la folla a misura della sua capacità di interpretare ideologie e messaggi che appartengono già, più o meno consapevolmente, alla massa stessa. Il passaggio delle consegne ideologiche dal pubblico al suo portavoce avviene però con modalità che contribuiscono a rendere meno limpido e rigido il rapporto tra rappresentati e rappresentante. Uno degli elementi costitutivi di questo trasferimento è rappresentato dal rapporto dinamico tra immagine e presenza fisica dell’officiante.
Una componente importante che contribuisce in modo determinante alla nascita dell’alone carismatico è, infatti, l’esposizione o la sovraesposizione (come i leader politici dell’ultimo mezzo secolo hanno imparato a riconoscere) dell’immagine del rappresentante. La familiarità delle masse con l’effige, la sua ripetitività e, nei limiti del possibile, la sua onnipresenza costituiscono un importante "step" verso la conquista del magnetismo dei leader sulle folle. Le innumerevoli immagini di santi e predicatori, non sempre casualmente sovrapposte tra loro nell’immaginario collettivo del seicento, le icone dei dittatori del novecento, i moderni poster delle rock star non assolvono in modo esclusivo una funzione meramente rappresentativa ed al limite raffigurativa. L’effige è il medium capace di sintetizzare la fisica familiarità visiva e la sacrale lontananza personale. Nell’immaginario collettivo e, nella cultura religiosa dominante del mondo europeo, l’immagine onnipresente del Cristo annuncia e prepara la sua venuta in carne e sangue. Nella civiltà occidentale dove la produzione di immagini è stata per secoli quasi esclusivamente limitata alla rappresentazione di soggetti sacri, la potenza dell’icona non può non essere associata alla sua capacità di generare la soggezione propria del fedele di fronte a Dio. Difficilmente appare sopravvalutabile l’importanza della raffigurazione personale e del ritratto.