I sei mesi di anticipo con i quali si inizia a far trapelare la notizia dell’evento congiuntamente con il monitoraggio della potenzialità di adesione per area, la pubblicazione di testi che esaltano l'importanza dell'evento (che oggi prendono la forma di magazine e riviste specializzate) sono tecniche classiche, ormai consolidate, con le quali si definiscono le tappe di una grande tournee. L’aspettativa alimentata per mesi nelle diverse comunità locali permetteva (e permette tutt’oggi) un tasso di attenzione verso l’happening che non viene meno quando la scelta finisce per ricadere su di una differente area limitrofa.
Le attività mercantili locali incrementate dall’afflusso di operatori esterni ed una maggiore predisposizione al consumo generata dal più sostenuto corso degli scambi commerciali sono fenomeni che trovano largo riscontro nell’abitudine cinque-seicentesca di rendere periodiche le fiere in occasione dei grandi happening religiosi quanto nel richiamo di produttori e commercianti di merchandising che affollano oggi le aree dei grandi eventi rock. L’incontro con elementi sociali esogeni non tratteggia, però, una valenza esclusivamente commerciale. L’attesa dell’evento viene alimentata dall’esigenza dell’incontro con l’esterno. La diversità è uno degli elementi che caratterizzano tanto la rock star del novecento quanto il grande predicatore seicentesco. Il contrasto con la “vita di tutti i giorni”, con le ristrettezze e le miserie della comunità locale (anche quando la comunità dovesse essere nominalmente parte di una grande metropoli moderna) viene dilatato dalle aspettative endogene dello spettatore-fedele.
La lontananza, l’estraneità ed, in definitiva la diversità, congiuntamente all’inviolabilità fisica di chi officia il rito conferiscono all’evento le potenzialità necessarie all’aspirazione di un riscatto personale che si comunica attraverso l’uso di un linguaggio non deteriorato dalla pratica angusta della vita quotidiana. E’ inoltre utile evidenziare la realtà economica principale degli eventi confrontati, legata in entrambe le epoche alle offerte dirette dei partecipanti, ai quali, per finanziare le riunioni, si devono rivolgere i padri gesuiti come le moderne agenzie di spettacolo.
Non è oggetto di questo studio affrontare, se non in modo sommario e largamente superficiale, il dettaglio delle realtà economiche degli eventi sociali dell’evo moderno, quello che in questa sede si desidera ipotizzare è la capacità dei grandi eventi di massa di mettere in moto dinamiche economiche alimentate da reazioni emotive tra loro simili nelle diverse epoche. La similitudine, non rappresentata negli strumenti economici né nella dimensione d’impresa, è piuttosto da ricercare nelle componenti irrazionali che producono il bisogno ed, in ultima analisi, il consumo.