L’idea che lo "star system" cioè uno degli elementi fondativi del sistema economico dello spettacolo, non possa essere antecedente al sistema di consumo capitalistico novecentesco, viene contemporaneamente alimentata tanto da quanti hanno criticato, da posizioni marxiste, l’intero sistema liberista del consumo di massa (non ultimi gli stessi ideologi est europei), quanto da chi, partendo da posizioni conservatrici, riteneva socialmente pericolosa e culturalmente involutiva la componente radicale e violentemente antagonista rappresentata dal rock and roll e dalla sua presunta capacità di rappresentare le istanze politiche ed ideologiche delle nuove generazioni. L’argomento però si presta ad alcune riflessioni.
La prima riguarda lo studio della realtà economica delle moderne aziende di spettacolo. Come vedremo nel capitolo dedicato, le attività produttive dello show-biz formano una nebulosa dai contorni incerti e dalle regole mutabili. La maggior parte di esse mantiene singolarmente aspetti protocapitalistici, familiari od associativi e nell’insieme alcune tendenze blandamente corporative potrebbero quasi rendere le imprese di spettacolo paradossalmente simili più a realtà economiche tardo comunali che a moderne imprese capitalistiche.
Questa caratteristica non è solo frutto di scelta od incapacità da parte degli operatori ma, in larga misura, rappresenta il risultato di uno stato di fatto economico-sociale che impedisce alle aziende l’assunzione di "normali" sistemi di gestione.
In estrema sintesi il problema del settore è quello della vendibilità del prodotto. Il consumo di moda e spettacolo non è regolato, infatti, da nessuna valutazione razionale da parte del consumatore ed il valore della "merce" è quindi soggetto ad improvvise ed apparentemente inspiegabili impennate come a rovinose diminuzioni della domanda.
Chiunque operi in ambito economico nello spettacolo non può non tener conto degli stati emotivi del "pubblico pagante" e se questo elemento è ormai parte integrante dell’attività e degli studi dei responsabili marketing in tutti i settori produttivi in nessuno di essi è centrale e imprescindibile come nello spettacolo. In altre parole, gli elementi costitutivi del successo economico dell’impresa di spettacolo sono da cercarsi quasi interamente nelle componenti sociali irrazionali e questo caratterizza più di ogni altra cosa il settore.
Questo aspetto emozionale che regola l'indice dei consumi nel comparto dell'entertainment non ha nessun legame con le classiche e consolidate regole del mercato, non si fonda sul rapporto qualità-prezzo, non presenta una diretta relazione tra investimenti e ricavi e non segue i flussi di vendita con la relativa regolarità che contraddistingue altre imprese.
Una seconda riflessione nasce direttamente dalla prima. Assunta per valida l’idea che lo "star system" sia alimentato dalla cosiddetta componente irrazionale presente nella società, allora datare ai primi decenni del 1900 la nascita del consumo di massa dello spettacolo è legittimo solo in quanto studio dei consumi di prodotti tecnologici resi di anno in anno disponibili dallo sviluppo scientifico a partire dal secolo scorso.
Se lo “star system” in senso assoluto è il risultato di una componente emotiva presente nella società, questa componente, non nasce tra le due guerre. L’esaltazione per i "paladini" dell’umanità capaci di comunicare con le masse e di produrre fenomeni di identificazione collettiva sono antichi quanto la società stessa. La tecnologia e la società dei consumi hanno fornito alcuni strumenti, neppure sempre efficientissimi, anche se potenzialmente acceleratori e moltiplicatori del fenomeno. Infine poiché ogni volta che una massa viene coinvolta in una rappresentazione pubblica nasce l’esigenza di gestire dal punto di vista organizzativo, logistico e conseguentemente economico l’evento, risulta evidente che la nascita delle differenti professionalità delle moderne aziende di spettacolo va datata molto più indietro di quanto normalmente non si pensi.
Una terza valutazione investe il rapporto tra esposizione medianica, capacità di penetrazione del linguaggio e peso specifico che viene attribuito alle idee ed, in definitiva, alle filosofie veicolate dalle “star”. A questo proposito qualsiasi responsabile economico di azienda non legata allo spettacolo non mancherà di invidiare lo spazio e l’attenzione che media e consumatori tendono a dedicare agli artisti. Forse per deformazione professionale o per semplice mancanza di conoscenza delle dinamiche prodotte dallo star system la maggior parte di questi operatori tendono a valutare in termini commerciali l’esposizione in questione.
In altre parole sono pochi i responsabili marketing che sfuggono alla tentazione di chiedersi: “Quanto ci costerebbe in termini di acquisto di comunicati promozionali lo spazio che questo artista occupa sui media?”. La risposta a questo interrogativo contribuisce a formare nei manager delle aziende extra-show biz la convinzione che gli operatori dello spettacolo dispongano di enormi budget promozionali o quantomeno ottengano fatturati commisurati a quelli che caratterizzerebbero una qualsiasi altra impresa industriale con lo stesso livello di visibilità.