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2007luglio
I PARK AVENUE SBANCANO L’ALCATRAZ
Strepitosa finale nazionale a Milano. Vincono i torinesi.
Emozioni e sensazioni contrastanti. La gioia. Non solo dei vincitori ma anche di chi sa di aver raggiunto comunque un traguardo prestigiosissimo come è il main stage dell’Alcatraz. La delusione. Quella di chi coltivava già il sogno della finale mondiale. E l’ha vista svanire.
La stanchezza fa la sua parte ed è impossibile metabolizzare tutte le emozioni di una serata come questa. Meglio lasciare che un po’ di riposo ci aiuti a riacquistare lucidità senza per questo appannare nella nostra memoria le molte immagini della stagione che si è conclusa.
Quattordici bands, una maratona di note, di casse che battono i ritmi più diversi, di chitarre che tagliano o accareazzano, di bassi pulsanti e sinuosi violini, di percussioni ammalianti e sax che sembrano cantare.
Il tutto per un pubblico che ancora una volta ha risposto in massa, nonostante la sveglia fissata all’alba l’indomani per adempiere ai doveri lavorativi, e che per primo merita i nostri ringraziamenti.
E poi loro, i gruppi che abbiamo imparato a conoscere nel corso del Festival, che qui vorrei ringraziare ancora una volta per quanto ci hanno mostrato sul palco, in rigoroso ordine di apparizione.
Hanno aperto gli Imaginaria, sinuosi incantatori rock, che hanno coronato con un’altra grande esibizione un’annata importante.
Il rock dei Reverse si è confermato di pregevole fattura, ed anche l’esame costituito da un palco così importante è stato superato brillantemente.
Così come per i Kimera, maturati molto nel corso della rassegna, soprattutto dal punto di vista della sicurezza sul palco.
I Dirty Fog hanno riproposto un concentrato di energia che è ormai il loro marchio di fabbrica, chiudendo con una cover dei Ricchi e Poveri che difficilmente potremo scordare!
Da Roma sono arrivati con valige di adrenalina i Mankid, ed anche la band capitolina ha impressionato molto positivamente pubblico e critici.
Una vera festa l’esibizione degli Estatika, che sono riusciti a creare e coltivare un rapporto davvero speciale con il loro pubblico, a cui hanno regalato un set suonato col cuore.
Ai Geni-Tali ed al loro pubblico vanno innanzitutto le mie rinnovate scuse per una gaffe commessa in chiusura di serata (cercate di capire, l’età è quella che è….). Detto ciò, ancora una volta sono riusciti a superarsi, hanno allestito l’ennesimo spettacolo all’insegna del divertimento più puro, con tanto di costumi e coreografie, confermando tutto ciò che ne ha fatto una delle sorprese di questa stagione.
Come a voler rispondere alla sfida, i King Size hanno mostrato, a mio modesto parere finalmente, tutto il loro potenziale. Fatto di intrecci vocali, di inarrestabile energia e di una presenza scenica matura, chiudendo in una esplosione di colorati coriandoli la loro stagione da protagonisti.
Molti i gruppi che hanno mostrato di aver lavorato sodo in vista dell’approdo su un palco così importante, tra questi mi permetto una nota di merito per Portugnol Connection, che sono cresciuti molto nel corso della rassegna arrivando ad offrirci in finale un’esibizione assai convincente.
Ultra convincente anche il set degli Insect Kin, che hanno riversato sul pubblico tutta la loro carica, (e vi assicuro che ne hanno…) riuscendo a raccogliere anche ottimi pareri tra i giurati.
Nonostante siano ancora alla ricerca, secondo me, di una identità scenica definitiva, gli Happy Pink Death Rabbit, hanno ancora una volta impressionato per potenza, capacità e presenza, tanto da meritarsi la seconda posizione. Ed ottenendo così uno slot all’interno del SIM di Roma, il 24 luglio. Metallari capitolini, siete caldamente invitati.
L’esibizione degli Explain è stata macchiata da un inconveniente tecnico, che ha rotto un po’ la loro concentrazione, senza però impedire loro di confermarsi formazione molto interessante.
I Park Avenue si sono presentati a Milano forti del successo nella finale torinese, ed immediatam