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15
2005marzo
THE HIPNOTIX VS THE SPECIALS
Captain Nemo's Rude Magazine vol. 4
Hi Folks! Bentornati sul Rude Mag. Il vostro Nemo sta drenando l'ostile terreno di Washington D.C. e tra i resti di un più o meno glorioso passato Hardcore tira in secca The Hipnotix.
Un combo di nove amici che, visto il numero, hanno deciso di fare squadra insieme.
Così invece di formare tre gruppi inutili di hardcore - punk (troppi fiati ed un solo batterista), vengono folgorati sulla via del reggae.
In questo modo fanno anche contento l'amico tastierista che altrimenti si sarebbe giustamente risentito.
Beh magari non è andata proprio così, but who cares?
L'importante è il risultato: “ten minutes to midnight” 2001. Signore e Signori… The Hipnotix.
1) Ten minutes to midnight:
un pulsare di basso e batteria con tema acido di tastiere poi…l'ortodossia dei fiati e la confezione pulitina la fanno da padrone. Belli i soli randagi dei fiati. Un suono pieno e da big band
2) Everytime we meet:
tutto giusto. Un po' più catchy. Ma pericolosamente vicino al brano precedente. Sarà la voce… comunque il brano sembra andare con il pilota automatico. Il refrain è pronto per MTV.
3) Sheba/Shiva:
L'intro da piano bar fumoso, epoca proibizionismo, è veramente intrigante. Qui i fiati sono sintonizzati sul canale di John Barry “mi chiamo Bond. James Bond…”. Grande. Si va dal drammatico, con stacchi sincopati al lounge più accattivante. Ottimo brano. Con ironia e stile.
4) Homicidal Tendencies:
Qui dentro c'è qualcosa di inafferrabile che mi ricorda i Fishbone. Il refrain poi mi sembra familiare ma non mi viene in mente niente. Quindi? Quindi va bene così.
5) Forget me not:
Questo solare brano evoca una bella atmosfera da vacanza in Jamaica. Sta Roba si sente nelle radio degli hotels con piscina di lusso. Anche qui il refrain è pronto per MTV. Comunque chissenefrega è fatta benissimo e dura solo tre minuti.
6) Black situation:
Ok, Guys ora sì che ci siamo. L'atmosfera si fa fumosa e oscillante. I fiati grossi e scintillanti mi inebriano. Siamo qui per questo, no? Bella storia.
7) Feel it: si continua sul vertiginoso. Questo ipnotico brano evoca gli Steel Pulse nell'attitudine. Tra fiati, tastiere (e ganja?) potrebbero andare avanti all'infinito. E magari dal vivo è certamente così. Finalmente è arrivata la notte....
Fine del disco. Bravi the Hipnotix.
Ora è il momento del classico.
Un concitato vociare dall'altra parte dell'arena…Bad Brains, Steel Pulse, Ub 40, Fish Bone….Tutti ad agitare il loro disco sotto lo sguardo benevolo dello spirito di Sir Robert Nesta Marley.
Ma, visto che il vostre rude Capitano si è svegliato stamane canticchiando “Forget me not”…. Indico maestoso i cappelli da gangsters e le giacche a tre bottoni di:
The Specials. Alè!! 2 Tone 1979.
Perché del Reggae riconosco due anime: quella antica e ruvida - etichetta Trojan per capirci - con Marley su tutti, per l'ipnosi di brani come 'Lively up yourself' e prima ancora Exodus, e quella devota ai padri Skatelites, della quale the Specials sono gli stilosissimi prosecutori.
Suonando un Ska/Reggae raffinato e sanguigno insieme, tengono conto che nel frattempo c'è stato il punk.
Perciò cazzeggio saltellante e sensibilità pop marcatissima (produce Elvis Costello), con uno stile via via propenso a flirtare con il lato più dolce e struggente, nel classico andamento reggae. Quindi si aggiungono fiati in funzione ritmica e un feel ripreso dalle big bands del jazz come del R&B.
Da tutto ciò scaturiscono immortali inni fancazzisti come “a message to you Rudy”, “too much to young”, Do the dog”, Too Hot, “Concrete Jungle”….etc, etc.
Ma tutti i brani dell''album hanno in sè il germe di qualcosa che piace ancora dopo 26 anni: “Downing of a New Era”, Secondo brano della facciata B, rigorosamente tra parentesi.
Perciò Viva The Specials “Nite Klub” (Quarto brano della prima facciata.) e lunga vita a The Hipnotix, i quali faranno tesoro dell''indicazione qui di seguito riportata:
“Doesn't make it all right” (quinto brano della prima facciata)!
Ci siamo cap