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9
2005marzo
SAMSARA VS WHALE
Captain Nemo's Rude Magazine - issue 3
Siamo di nuovo on line? Sì? Ok ho capito è che sono abituato ancora alla posta pneumatica.
Bene! Salve miei prodi e fedeli seguaci.
L'idrovora di Nemo è ora giunta in Canada, dalle parti di Toronto, è qui ha drenato un bizzarro sedimento chiamato Samsara.
Sono quattro ragazzi che mischiano il Punk con il Vaudeville, il Noise con la Ballata, la voce femminile con il fragore di una melodia svagata ed ammaliante, l'approccio Lo-Fi con la potenza ed i suoni acustici.
L'analisi ha rivelato un fertile componente estraneo, di cui leggo ora le caratteristiche: “This recording is an independent release. All Songs written, performed, recorded etc. by Samsara. Thanks for supporting Indipendent Music”. Ottima presentazione ragazzi!
Questo tipo di approccio evoca immediatamente il classico, e credetemi, lo è - al quale siete collegati: Whale “we care “del 1995.
Ma cominciamo prima con Samsara “omonimo” del 2003. Eccone il contenuto:
1) Sugarcrisp. Sghembo Rock n' Roll dall'andamento saltellante. Reggae con stacchi Ska e solo di chitarra sbracato e nervoso. Perfetta la voce annoiata e perversa di Shelley Potzold
2) Energy in Motion. Una epopea che cavalca tra il Vaudeville ed il Garage. Fiero e strambo. Con inserti al rallentatore, poi fast forward bass line e cacofonico solo di chitarra. Si poga zoppicando, Yeah!
3) No time to wake up. Schricchiolante suono di vecchio e glorioso vinile all'inizio. Poi dolente e fragorosa ballata pigra, con sincopi e solo sguaiato. Ottimo acting della cantante. E' tutto un incastro di individualità diverse. Finale acustico.
4) Lucid. Svagato e sbarazzino, questo brano sembra una fragorosa “operetta” punk nello spirito . Ma con il tocco perverso e ironico dei Samsara si trasforma in “Fuga dalla Scuola Media” il film di Todd Solondz del 1996.
5) Far too deep. Ottimo brano. Un laido Rock and Roll marca Jagger / Richards che ci spiazza con gli stacchi che ondeggiano pericolosamente come un “bateau ivre”. Shelley Potzold cambia continuamente nella sua performance vocale. Schizofrenico.
6) Against the Flow. Pezzo blues con i Cream che sniffano colla insieme ai nipotini deviati.
Fine. Bravi tutti i Samsara. Un plauso speciale a Shelley Potzold. Tenetela Saldamente ragazzi. Ed ora vediamo perché sono stati evocati gli Whale. Direttamente dai fiordi scandinavi. Ecco la balena più sexy che possa capitarvi di incontrare.
Cito da una intervista del 1995 rilasciata a “Rumore” dall'incontenibile Tricky:
“con i Whale, mi è capitato di vedere il loro clip in Tv e sono stato colpito dalla loro freschezza. Ho cercato di rintracciarli e due settimane dopo ci siamo incontrati in Spagna. Abbiamo fatto tre brani insieme, uno di questi è una completa presa in giro della tipica pop song, si chiama “Kickin”, sarà un singolo”.
Un sentito ringraziamento da parte nostra all'infernale Tricky. L'identita dei Whale è infatti eclettica, sfuggente, ardua da incasellare nelle categorie convenzionali. Un disco complesso insomma e impegnativo. Non nel senso di pesante, assolutamente, Whale va piuttosto nel senso di marcia proprio della “tentazione” e della “seduzione” che ne scaturisce.
Il trio svedese è infatti imperniato sulla figura e sulla voce di Cia Berg, fulminante e procace pin up alternativa. Abbigliata e truccata come una bambola di pezza “Pippi Calzelunghe style”, sembra partorita dalla mente dei discendenti deviati dei fratelli Grimm. Recuperate il video clip di “Hobo Humpin' Slobo Babe” e capirete cosa intendo. Ora ecco un assaggio di cosa si cela nel loro scrigno: Whale “we care” Hut / Virgin Records 1995
Vado rigorosamente in random con il lettore Cd
1) Kickin' . Canzoncina sensuale aromatizzata al Blues
3) Pay for me. Un frammento pop aguzzo e massiccio
7) Tryzasnice. Pura ipnosi Psycho.
9) Happy in you. Una melodia surreale da restare incantati
10) I miss me. 4 min e 11 sec di ruvida infallibilità pop
11) I'm cold. Languido e squisito Gospel pagano
E qui mi fermo. Ma sarebbero anc