Abbiamo solo due ricchezze, il bene di chi ci ama e i nostri sogni. Abbiamo poche regole, la più importante è accarezzare i nostri sogni come se fossero reali e tenerli per mano mentre attraversiamo le strade strette e piovose della nostra vita. Sì, credici, i sogni sono il nostro passaporto, li teniamo stretti, sono veri fino a quando non li abbandoniamo. Le persone più felici, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino. Questi muri non ci appartengono. Siamo ospiti dalla faccia anemica e dai pensieri distratti da altro, da una fuga, dalla ricerca, da visioni diverse da quelle che ci accompagnavano fino a ieri. Amsterdam, Berlino, Parigi, Londra, New York, capitali del suono, non è pop non è rock, non è jazz e non è folk, non è reggae e non è techno, è il meticciato che avanza. Abitiamo nella provincia di un impero che non c'è più e che in fin dei conti nel 2012 non esiste neanche ipoteticamente, grazie a internet, dove la periferia dipende da quanto dolore patisci nei sottoscala e nei club ridotti all'osso o nel venderti al miglior offerente per pagare le bollette con la tua passione. Il centro una volta era passato per sbaglio non troppo lontano, il centro che imita costantemente la periferia per non perdere mai il riflesso dell'ispiratore, saltati via dal centro, ci siamo persi e ci siamo ritrovati, continuiamo a perderci e a confonderci, forse siamo nati per questo, per stare in continuo movimento. Dopo tanto vagabondare ci siamo fermati e abbiamo cominciato a scrivere canzoni, la malacopia è scribacchiata, vola dritto verso la Luna, si espone morbidamente ai suoi raggi e al suo richiamo, sorvola le menti in narcotica andatura: groove da capogiro ed esotismo melodico a ipnotizzare i neuroni, chitarrone ubriaco e beat palleggiante. E' il richiamo della madre terra che ci ha riportato a casa, che ci spinge a cercare un aggancio possibile tra le origini e il nostro presente, che ci spinge a ricercare le infinite anime di un guerriero in fuga. Stiamo peregrinando negli inusitati vicoli della tua amicizia, arricchendoci di Vecchio, noi poveri di Nuovo. Colmati i vuoti nei magazzini di Memoria, di creature sottratte al forzato oblio. Grati di tanta occulta bellezza dis-sepolta, ti abbracciamo nella distanza prossima, in attesa di incontri. Tuoi RE DO SOL del tempo di sempre. Iscritti FEDI ROMANI: guitar-voice, LENNY BELMONTE: bass, PITER MALTONI: drums, THOMAS ZAMA: guitar, MANOLO LIUZZI: guitar -------- redosol@hotmail.it ---- 328 5863264