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Sesta eliminatoria di Emergenza Festival al Legend club

Continuano le selezioni milanesi del contest per band emergenti più grande del mondo



Iniziamo subito in quarta questa sesta eliminatoria di Emergenza Festival al Legend di Milano con gli Injection, una band rap metal che fin dalla prima nota inizia con l'energia di una band professionista che sa come si sale sul palco. Senza carburare, ma già carichi da subito, non hanno mai momenti di defiance.  Si sentono reminiscenze dei Korn, e stralci di Beastie Boys, pur senza assomigliargli dal punto di vista compositivo e risultando quindi personali. Ottimo il look total  black con trucco bianco. Possono lavorare ancora un po’ sull’aspetto promozionale del loro progetto, perché è una band che merita di essere vista e di avere un pubblico numeroso e scatenato sotto il palco che renderebbe lo show ancora più d’impatto…. Bravi!


Legends Corner Band

Seconda band della serata e il livello non accenna a scendere. Musicisti molto esperti e preparati tecnicamente tengono in piedi uno spettacolo studiato nei particolari, senza pause tra un brano e l’altro, così da coinvolgere tutto il pubblico presente in sala, lasciandoli senza respiro. Sono caratterizzati da un suono d’insieme invidiabile reso anche da suoni ben scelti e gestiti. Tutto è preciso e niente lasciato al caso. Ci piacerebbe sentirli in veste d’autori :)


E’ ora il momento di una band che conosciamo bene, i Blueshape infatti si sono classificati al quinto posto a livello nazionale nel 2015 e anche in questa edizione promettono benissimo.

Questi 2 anni si fanno sentire tantissimo in esperienza, la band è decisamente più sicura e musicalmente funziona tutto molto bene, c’è un ottimo sound d’insieme, belle le 2 voci principali femminile e maschile (alla chitarra) che si interfacciano perfettamente e si legano. Il timbro vocale della voce femminile è maturato ed ha un suono caldo e ben controllato. Da lavorare ancora sulle parti di chitarra legate alla linea vocale che a volte si sovrappongono in modo eccessivo. Inoltre il quintetto può sciogliersi di più sulla presenza scenica visto che hanno un pubblico affezionatissimo che li segue e li sostiene sotto il palco ;-)


Ecco un quintetto formato da batteria, basso, 2 chitarre elettriche e voce femminile che porta sul palco un repertorio rock in lingua inglese. Il concerto scorre liscio senza troppi guizzi, tutto tecnicamente ben suonato, ma si può ancora lavorare sull’interplay e su una presenza scenica che può sicuramente coinvolgere maggiormente il pubblico visto che questa sera al Legend club si è registrato il sold out. I brani glam hard rock sono più nelle corde rispetto ad altri. L’entusiasmo c’è, anche se ci impiegano qualche pezzo per ingranare. Forza al lavoro, in semifinale vi vogliamo vedere spaccare!


diym

Superata la metà della serata ritorniamo alle band che già abbiamo conosciuto in un’edizione passata del nostro festival. Nel 2014 infatti i Diym conquistano il palco dell’Alcatraz per la finale del nord Italia. Dopo un cambio di formazione tornano carichi, con un repertorio originale di brani alcuni più riusciti di altri. Le due voci principali, una femminile e una maschile alla tastiera, danzano in armonizzazioni ben riuscite, soprattutto sulla loro ballad. Da lavorare ancora sul sound generale (attenzione all’accordatura perfetta degli strumenti) e sicuramente una presenza scenica più naturale potrebbe coinvolgere maggiormente un pubblico che li sostiene con tanto calore


Underwoods: una band che ha le idee chiarissime. Sa dove vuole arrivare e sa come. Nelle loro note ci sono i Muse e i 30 seconds to Mars in un impasto però personale che li rende estremamente originali. Ottimi arrangiamenti per i quali impiegano batteria, basso, 2 chitarre elettriche e diverse soluzioni di elettronica e synth dai suoni attuali e ben scelti. Live ad alto tasso adrenalinico di una band organizzata bene sotto tutti i punti di vista. Un pullman ha portato i loro fan direttamente da Verbania qui in un Legend gremito di pubblico. Grandi dinamiche e ottima capacità autoriale, da fare attenzione solo a non cadere nel tranello di copiare se stessi ;-)


S. Marcolin

Il menestrello di Verona si conferma essere S.Marcolin, ultimo artista della serata. Porta sul palco la sua esperienza di vita in un cantautorato inglese di grande impatto, coadiuvato da un’immagine di artista di strada che rende il quadro completo. Voce, un po’ graffiata, quasi sofferta, crea un buon pathos. Attenzione solo agli arrangiamenti di chitarra, utilizzando sempre lo stesso pattern ritmico si rischia di perdere l’attenzione del pubblico. Introduce i suoi brani raccontandone la nascita come i migliori cantastorie. Un dolce modo per concludere la serata!