Seconda band della serata e il livello non accenna a scendere. Musicisti molto esperti e preparati tecnicamente tengono in piedi uno spettacolo studiato nei particolari, senza pause tra un brano e l’altro, così da coinvolgere tutto il pubblico presente in sala, lasciandoli senza respiro. Sono caratterizzati da un suono d’insieme invidiabile reso anche da suoni ben scelti e gestiti. Tutto è preciso e niente lasciato al caso. Ci piacerebbe sentirli in veste d’autori :)
Questi 2 anni si fanno sentire tantissimo in esperienza, la band è decisamente più sicura e musicalmente funziona tutto molto bene, c’è un ottimo sound d’insieme, belle le 2 voci principali femminile e maschile (alla chitarra) che si interfacciano perfettamente e si legano. Il timbro vocale della voce femminile è maturato ed ha un suono caldo e ben controllato. Da lavorare ancora sulle parti di chitarra legate alla linea vocale che a volte si sovrappongono in modo eccessivo. Inoltre il quintetto può sciogliersi di più sulla presenza scenica visto che hanno un pubblico affezionatissimo che li segue e li sostiene sotto il palco ;-)
Superata la metà della serata ritorniamo alle band che già abbiamo conosciuto in un’edizione passata del nostro festival. Nel 2014 infatti i Diym conquistano il palco dell’Alcatraz per la finale del nord Italia. Dopo un cambio di formazione tornano carichi, con un repertorio originale di brani alcuni più riusciti di altri. Le due voci principali, una femminile e una maschile alla tastiera, danzano in armonizzazioni ben riuscite, soprattutto sulla loro ballad. Da lavorare ancora sul sound generale (attenzione all’accordatura perfetta degli strumenti) e sicuramente una presenza scenica più naturale potrebbe coinvolgere maggiormente un pubblico che li sostiene con tanto calore
Il menestrello di Verona si conferma essere S.Marcolin, ultimo artista della serata. Porta sul palco la sua esperienza di vita in un cantautorato inglese di grande impatto, coadiuvato da un’immagine di artista di strada che rende il quadro completo. Voce, un po’ graffiata, quasi sofferta, crea un buon pathos. Attenzione solo agli arrangiamenti di chitarra, utilizzando sempre lo stesso pattern ritmico si rischia di perdere l’attenzione del pubblico. Introduce i suoi brani raccontandone la nascita come i migliori cantastorie. Un dolce modo per concludere la serata!