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Bone Machine per noi si intende.... La macchina del rock. Semplicemente questo. La formazione nasce qualche anno fa da un idea di Simon Black Savioli e dalla sua passione per i Pixies, una famosa (soprattutto negli USA e nei paesi anglosassoni e nordici) rock band di Boston. La prima formazione dei Bone Machine vede appunto Simon Black Savioli come vocalist e chitarra ritmica, Gino(solo guitar)Bernie(batteria)Fabietto (basso). I 4 sono Gli importanti iniziatori di tutto.
Di questo assieme a seguito di dissapori tra i membri resta solo Simon che vista la situazione pensa ad un certo punto di abbandonare il progetto. Ma.... Come dal nulla... Arriva una mattina in fabbrica dove lavora Andrew un neoassunto.... Il tale che si aggira inizialmente spaesato per i reparti in breve fa amicizia con Simon e chiacchierando si scopre che suona la chitarra... Proviene da esperienze varie... Attinge i suoi suoni allucinati dal progressive e l hard rock blues degli anni 70', da certa new wave degli anni 80' e da certe venature Dell heavy metal più estremo.... L ' incontro con Simon black si rivela una miscela esplosiva. Andy "Santiago" Bono con la sua follia visionaria restituisce entusiasmo a Black. I 2 decidono che la vita dei Bone Machine sarà ancora lunga.... La "loro" macchina del rock non si fermerà...ma gli inizi non sono facili. Il lavoro in fabbrica e' alienante e stressante e nel restante tempo libero fa sentire la sua pressione. Ma questo non sarà sufficiente a fermare la macchina Bone machine.Il sound, il rock che pulsa nelle vene dell'inesauribile Simon Black e La passione delirante che animano Andy Santiago Bono...tutto questo si sente nei suoni gracchianti e cupi di vecchi amplificatori valvolari . La rabbia e la violenza urla nelle loro chitarre Fender...rabbia e delirio ossessivo affondano le radici nell' anima underground della periferia decadente e angosciante e nella poesia dei vicoli di Genova . Mancano pero' 2 elementi fondamentali. Occorrono un bassista e un batterista che "picchino pesante"e che diano dinamica e groove al tutto. Internet rivela qui la sua inquietante magia.... Qualche annuncio sui "mercatini musicali " e una sera arriva in sala prove un vero pilastro. Arriva da Chiavari. Andrea "Ovo" Ovcinnicoff mostra subito la sua immensa cultura musicale e profonda conoscenza della batteria. Il suo "drumming" ondeggiante, solido, inventivo illumina Da subito la strada della band. Ovo inoltre contribuisce anche cantando. Voce suadente e dalle tonalita' alte... Proprio quel che ci voleva.Per di più "Ovo" porta in sala prove una sera un suo amico che darà il tocco che mancava al sound e all'identita' Dei Bone Machine .
Il nuovo bassista ed esperto tecnico di strumentazione risponde al nome di Pier "Kim " Alberti. Pier un giorno negli anni 80' dopo aver ascoltato "A forrest " dei Cure decise che avrebbe suonato il basso... Così. Ancora poco più che fanciullo Pier
( Gigi per gli amici) Incontra Andrea Ovcinnicoff e inizia un sodalizio musicale che durerà per 20 anni e tuttora. I 2 con altri elementi danno vita ad una band a meta' tra il progressive rock e quello che oggi definiremo new metal: I Dilemma, che poi cambieranno nome e diverranno Villa Stalder. Innumerevoli live e anche la realizzazione di 3 dischi sfocieranno infine nello scioglimento della band ma lasceranno una traccia indelebile di esperienza e sensibilità in Andrea e Pier. I 2 ragazzi della" riviera" vedono le loro fonti di formazione musicale nelle sonorità che vanno dal progressive rock degli anni 70' (dai genesis agli yes) fino ad arrivare al rock di matrice più elettronica etnica e pop, dai Cure ai Simple Minds agli Smiths). Un bagaglio ricco di conoscenza, di sonorità e inventiva che va a completare i Bone Machine fornendo una brillante e compatta sezione ritmica che fa il paio con la potenza e violenza di Simon Black Savioli e con le sonorità ipnotiche e allucinate di Andy "Santiago" Bono. I Bone Machine hanno ormai cominciato un ennesimo viaggio nell' immensita' dell' universo rock, magico e misterioso affascinante e insidioso. Il loro modo di raccontare e raccontarsi non e' roba per ragazzi "perbene",educati e bacchettoni. Il loro modo di interpretare il rock risulta esattamente e maledettamente controcorrente, in un mondo del tutto crudelmente reale che descrive storie di follia, droga, gioia, morte, puttane, disperazione. Niente di più divertente e realistico che raccontare umane situazioni di infelicita' e allucinazione. Immergiamoci allora nel mondo rock dei Pixies e dei Bone Machine e affondiamoci dentro. Vada come vada.
Genova 25 maggio 2013
Simone Savioli 11 november 2013 11:59