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Seconda eliminatoria Emergenza Festival Bologna

Le selezioni bolognesi del contest per band emergenti più grande del mondo proseguono allo Spazio Eco.



Si torna allo Spazio Eco di Casalecchio per le selezioni di Emergenza Festival edizione n.26.

Ecco le recensioni dei sei progetti in gara per la seconda eliminatoria:

THE SKANDALS

PREMESSA

Si parte con i The Skandals, ensemble "ska punk" di ben otto elementi dalla provincia di Modena: due voci, chitarra, basso, batteria, sax, fisarmonica e tromba. 

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

Lo stile è piuttosto tipico (un po’ alla Statuto, per dare un riferimento) con tutti gli stilemi del genere: bpm veloci, charleston in evidenza e chitarra in levare.

Il filo conduttore è la leggerezza: testi ironici, che raccontano storie tragicomiche di vita vissuta, senza prendersi troppo sul serio, e melodie di facile presa, con i fiati a colorare e una scelta di arrangiamento non particolarmente innovativa, ma efficace in sede live.

TECNICA

Presi singolarmente sono tutti buoni musicisti, con una nota di merito per il chitarrista, sempre molto preciso e pulito nell'esecuzione.

Il problema è la coesione: gli strumenti sono piuttosto scollegati, e si sentono varie sporcature. Aggiungiamo che servirebbe più cura dell’intonazione generale degli strumenti.

Aspetti su cui forse sarebbe meglio lavorare e migliorare.

LOOK E CARISMA

Fantastici sul palco: un tripudio di vestiti bizzarri, piume, maschere, accappatoi, occhiali e cappelli eccentrici, e chi più ne ha più ne metta. Sono coloratissimi, con un colpo d’occhio molto divertente e simpatico.

Colpisce la coerenza con la proposta musicale: basta un’occhiata per capire che il loro intento è divertire, con brio e spensieratezza.

ATTITUDINE E SHOW

Intrattenimento puro! Gli Skandals fanno uno show in piena regola, con un solo obiettivo: far sorridere e saltellare il pubblico.

La cosa che sorprende in positivo è che tutto lo spettacolo non è per niente forzato. Non si tratta di una proposta che vuole essere simpatica a tutti i costi: si vede che sono tutti molto genuini e si divertono veramente mentre lo fanno.

CONCLUSIONI

Classica live band super festosa che ti diverti ad ascoltare, mettono di buon umore.

Peccato che, nonostante l'ottima interazione con il pubblico, non riescano ad ottenere i voti per il passaggio diretto alle semifinali. Sono in lista per il ripescaggio.



ORGAN SQUAD



PREMESSA

Quartetto formato da voce+chitarra, basso, batteria e Hammond, che propone brani riarrangiati in uno stile che affonda le sue radici nel mondo British, tra il Mod, il garage, il soul e il rythm’n’blues.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

La scrittura non è ovviamente valutabile, in quanto si tratta di un repertorio di brani non originali.

Per quanto riguarda l’arrangiamento, niente da dire: gli strumenti si dividono le parti in modo molto equilibrato, con ottima coesione e compattezza.

TECNICA

Ottima tecnica: siamo di fronte a una band esperta, di notevole qualità. Quadrati, belli solidi, sempre “groovosi” e con un gran tiro.

Molto bello anche il sound generale, dinamico, pieno e corposo. La band unisce la padronanza completa degli strumenti alla competenza nella gestione del suono.

LOOK E CARISMA

Stanno molto bene sul palco, ognuno col suo stile ben definito.

A guidare il quartetto il carismatico front man, con un look a metà tra l’eleganza classica e il "bohemien" parigino.

ATTITUDINE E SHOW

Affrontano il palco con grande sicurezza, completamente a loro agio.

Gli Organ Squad non fanno un semplice concerto, ma un vero show, fatto anche di momenti strumentali e di soli da parte di tutti gli ottimi componenti.

Il frontman ha grande personalità e una vocalità molto Brit con echi glam, che ci ha portato indietro nel tempo, in piena Swinging London.

Particolare e perfettamente in tema la presenza dell’Hammond a fare da collante del suono generale. Affiatati nell'interplay e bravi anche nell'interazione con il pubblico in sala.

CONCLUSIONI

Bella band e bel concerto, davvero molto godibile. Arrivano terzi, con accesso diretto alla semifinale: sarà un piacere riascoltarli!

EINSTEIN ON THE BITCH

PREMESSA

Quartetto formato da voce+chitarra, basso, batteria e violoncello, gli Einstein On The Bitch dimostrano già dalla scelta degli strumenti un interesse per la scena post rock e shoegaze.

Il cantato in italiano, applicato a questo tipo di sound, li porta su territori simili al mondo di band come Verdena e Afterhours, tipicamente anni Novanta.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

Brani complessi, molto ben arrangiati. Idee musicali interessanti, composte con perizia e personalità.

Il sound generale vede come protagoniste le chitarre, sugli scudi con arpeggi ipnotici e riff ossessivi. Pregevoli anche le scelte ritmiche, variegate e memori di atmosfere trip-hop e drum’n’bass.

La scelta di aggiungere il violoncello dà un tocco personale e impreziosisce una proposta già di per sé molto suggestiva.

TECNICA

Preparati tecnicamente, perfettamente in grado di eseguire le varie parti delle canzoni proposte.

Una buona esecuzione, senza sbavature e del tutto funzionale alla proposta.

LOOK E CARISMA

Forse è il punto debole principale della band: evidentemente non c'è uno stile ben definito.

Si dovrebbe curare maggiormente questo aspetto, anche perché il loro stile ha bisogno di essere sostenuto anche da una maggior fascinazione visiva.

La presenza del violoncello è bella da vedere, ma da sola non basta, andrebbero valorizzati anche gli altri elementi della band.

ATTITUDINE E SHOW

Quello proposto dagli Einstein On The Bitch  è un viaggio suggestivo, fatto di momenti di grande tensione musicale, altri più morbidi e raffinati, il tutto eseguito con la giusta dose di energia.

Lo show comunque risulta davvero convincente, con un approccio al palco molto buono benché poco interattivo col pubblico. Va detto però che, dato il genere di riferimento, ci sta.

CONCLUSIONI

Band di grande potenzialità, con un progetto musicalmente molto valido, portato sul palco con grande intensità dal primo all'ultimo secondo della loro esibizione.

Il pubblico in sala li apprezza, premiandoli con il secondo posto: ci vediamo in semifinale.

FAKIR THONGS

PREMESSA

Power trio modenese formato da voce+chitarra, basso e batteria. Lo stile si pone a cavallo tra i ‘70 e i ‘90, con influenze stoner e psichedeliche (un nome su tutti: Kyuss).

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

I brani proposti sono molto variegati: si va da power ballad in stile, a momenti più “shuffle”.

L’idea alla base non è innovativa, ma sicuramente le canzoni sono ben organizzate e arrangiate.

Il sound generale è dinamico e colorato e, benché siano in tre, non si sente la mancanza di altri strumenti. Questo vuol dire due cose ben precise: molto studio in sala prove e idee chiare in fase di produzione e arrangiamento.

TECNICA


Buona la tecnica generale. L'esecuzione è perfetta per il genere proposto, senza paura di sporcare il suono quando serve.

Molta attenzione alla dinamica e al “tiro”, grazie a una sezione ritmica potente che fa il suo lavoro a dovere e a un chitarrista cantante versatile in entrambe le vesti.

Dal punto di vista vocale stupisce la varietà di registri di riferimento, con un’attenzione particolare al mondo degli anni ‘80, ricordando talvolta “mostri sacri” come Gahan dei Depeche Mode o Hadley degli Spandau Ballet.

LOOK E CARISMA

Qui arrivano le dolenti note. Un tipo di progetto del genere prevede una maggiore cura dell’aspetto visuale, mentre in questo caso c'è poca attenzione alla ricerca di un vestiario che li identifichi.

Curare il look è importante: lo stile e la personalità di una band si vedono anche da questo.

ATTITUDINE E SHOW

Il vero punto di forza della band è la parte strettamente musicale.

L'approccio è serio e professionale. Ognuno dei musicisti resta nella propria postazione, indifferente allo spettacolo, all’interplay e alla comunicazione il pubblico.

L’obiettivo esplicito è far parlare le canzoni. Il risultato è una performance adeguata, con una scaletta variegata e interessante all'ascolto, ma inevitabilmente un po’ “distante”.

CONCLUSIONI

I Fakir Thongs sono una band esperta, con una lunga serie di live ed esperienze alle spalle, e si sente.

Un concerto molto piacevole e suonato benissimo, che ha convinto le persone in sala, nonostante qualche aspetto da rivedere sul piano strettamente comunicativo.

Purtroppo i voti ottenuto non hanno garantito il passaggio del turno: sono in lista ripescaggio

MANGROOVIA

PREMESSA

Sono in quattro: voce+effetti, basso, synth e batteria. La proposta dei Mangroovia è molto originale, catalogabile come New Soul/ Synth Pop.

Siamo nell'ambito Jamiroquai, ma evoluto, aggiornato e più attuale, con influenze soul degli 80s (dagli Style Council ai Simply Red), tanto per arricchire il sound con qualche spezia in più.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

Ottima produzione, basata sulla ricerca sonora. Melodie e armonie importanti, un gran groove come elemento centrale (lo dice il nome stesso della band).

Si nota un’ attenzione maniacale ai suoni, con un synth assoluto protagonista, scelte ritmiche prepotenti e funzionali, un utilizzo costante e accurato dell’effettistica vocale.

Il tutto funziona ottimamente, brano dopo brano, riuscendo a connotare in modo preciso e originale lo stile e l’identità della band.

TECNICA

Tecnica generale fuori scala: sono musicisti eccezionali. Del resto non potrebbe essere altrimenti, data la cura che pervade tutto il progetto.

L’esecuzione è impeccabile, ma un appunto può essere fatto: per quanto tutto sia suonato alla grande, la band tende in certi momenti a una certa autoreferenzialità negli arrangiamenti, che a volte potrebbero essere un po' più lineari, meno tesi al virtuosismo e più funzionali all’ascolto e alla fruibilità.

LOOK E CARISMA

Look fresco, originale. Band coesa in cui ogni componente ha la sua personalità. Risultano molto belli da vedere sul palco, sia singolarmente che come “entità collettiva”.

Niente da dire, il tutto funziona alla grande.

ATTITUDINE E SHOW

I Mangroovia, oltre ad avere un ottimo prodotto musicale, sono nati per stare sul palco.

Tanta personalità, professionali, con il completo controllo di uno show fatto di sonorità e strutture ritmiche complesse, che sorprendono e catalizzano l'attenzione per tutta la durata di una performance convincente, guidata con piglio da animale da palcoscenico dal carismatico cantante.

Un concerto molto, molto bello.

CONCLUSIONI

Band dal respiro internazionale e dal grandissimo potenziale, che ha affascinato e conquistato il pubblico.


Primi classificati, volano in semifinale e vincono il premio Emergenza Road tour. Complimenti!

RICCARDO

PREMESSA

Chiude la serata Riccardo, cantante di stampo prettamente pop che si presenta sul palco con basi e voce.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

I brani sono cantati in italiano; il genere proposto è un pop molto contaminato da molteplici influenze, alcune tipiche della musica leggera italiana (si sente, soprattutto nel tipo di vocalità, una forte influenza del soul mediterraneo di Pino Daniele), altre più internazionali come il r’n’b.

Le melodie sono molto orecchiabili, con testi che affrontano tematiche personali, esperienze di vita e d'amore.

La produzione è di ottimo livello, in linea con gli alti standard odierni per quanto riguarda scelte musicali e arrangiamenti.

TECNICA

Riccardo ha una voce versatile, adeguata a più registri.

Sia nelle parti più morbide che quando spinge è sempre in controllo dell'emissione, non ha mai una sbavatura. Come si suol dire, non riuscirebbe a stonare nemmeno volendo.

Stupisce anche con un ottimo assolo in chiave “beat box”. Bravo!

LOOK E CARISMA

Look adeguato alla proposta, attuale e “casual”, con jeans, maglietta e giubbotto di pelle. Credibile nella sua semplicità.

ATTITUDINE E SHOW

Difficile concludere la serata dopo una serie di band di alto livello, ma Riccardo ha esperienza da vendere e spalle larghe.

Non si lascia intimorire, benché un filo di emozione iniziale si lasci intravedere, ma una volta partita la musica si muove a suo agio e ci fa ascoltare la sua storia, introducendo ogni brano.

L'obiettivo è raccontarsi, farsi conoscere, e ci riesce in maniera convincente.

CONCLUSIONI

Riccardo ha un progetto che può fare strada, è un ragazzo appassionato e dalla splendida energia, sia sul palco, che fuori.

Forse la sua proposta non è troppo originale, ma è sicuramente fatta con tanta passione e impegno. Tra le maggiori frecce al suo arco una vocalità davvero valida.

Non riesce ad accedere direttamente in semifinale, rimane in lista per il ripescaggio.

Appuntamento al 3 Marzo per la terza eliminatoria!

EMERGENZA è in collaborazione con Marshall, Ufip, Mapex e iMusician Digital.