Ecco le recensioni dei sei progetti in gara per la seconda eliminatoria:
PREMESSA
Si parte con i The Skandals, ensemble "ska punk" di ben otto elementi dalla provincia di Modena: due voci,
chitarra, basso, batteria, sax, fisarmonica e tromba.
SCRITTURA E ARRANGIAMENTO
Lo stile è piuttosto tipico (un po’ alla
Statuto, per dare un riferimento) con tutti gli stilemi del genere: bpm veloci, charleston in evidenza e chitarra in levare.
Il filo conduttore è la leggerezza: testi ironici, che raccontano storie tragicomiche di vita vissuta, senza prendersi troppo sul serio, e melodie di
facile presa, con i fiati a colorare e una scelta di arrangiamento
non particolarmente innovativa, ma efficace in sede live.
TECNICA
Presi singolarmente sono tutti buoni musicisti, con una nota di
merito per il chitarrista, sempre molto preciso e pulito
nell'esecuzione.
Il problema è la coesione: gli strumenti sono piuttosto
scollegati, e si sentono varie sporcature. Aggiungiamo che servirebbe
più cura dell’intonazione generale degli strumenti.
Aspetti su cui forse sarebbe meglio lavorare e migliorare.
LOOK E CARISMA
Fantastici sul palco: un tripudio di vestiti bizzarri, piume,
maschere, accappatoi, occhiali e cappelli eccentrici, e chi più ne
ha più ne metta. Sono coloratissimi, con un colpo d’occhio molto divertente e simpatico.
Colpisce la coerenza con la proposta musicale: basta un’occhiata
per capire che il loro intento è divertire, con brio e
spensieratezza.
ATTITUDINE E SHOW
Intrattenimento puro! Gli Skandals fanno uno show in piena regola,
con un solo obiettivo: far sorridere e saltellare il pubblico.
La cosa che sorprende in positivo è che tutto lo spettacolo non è
per niente forzato. Non si tratta di una proposta che vuole essere
simpatica a tutti i costi: si vede che sono tutti molto genuini e si
divertono veramente mentre lo fanno.
CONCLUSIONI
Classica live band super festosa che ti diverti ad ascoltare, mettono di buon umore.
Peccato che, nonostante l'ottima
interazione con il pubblico, non riescano ad ottenere i voti per il
passaggio diretto alle semifinali. Sono in lista per il ripescaggio.
PREMESSA
Quartetto formato da voce+chitarra, basso, batteria e Hammond, che
propone brani riarrangiati in uno stile che affonda le sue
radici nel mondo British, tra il Mod, il garage, il soul e il
rythm’n’blues.
SCRITTURA E ARRANGIAMENTO
La scrittura non è ovviamente valutabile, in quanto si tratta di
un repertorio di brani non originali.
Per quanto riguarda l’arrangiamento, niente
da dire: gli strumenti si dividono le parti in modo molto
equilibrato, con ottima coesione e compattezza.
TECNICA
Ottima tecnica: siamo di fronte a una band esperta, di notevole
qualità. Quadrati, belli solidi, sempre “groovosi” e con un gran
tiro.
Molto bello anche il sound generale, dinamico, pieno e corposo. La
band unisce la padronanza completa degli strumenti alla competenza
nella gestione del suono.
LOOK E CARISMA
Stanno molto bene sul palco, ognuno col suo stile ben definito.
A guidare il quartetto il carismatico front man, con un look a
metà tra l’eleganza classica e il "bohemien" parigino.
ATTITUDINE E SHOW
Affrontano il palco con grande sicurezza, completamente a loro
agio.
Gli Organ Squad non fanno un semplice concerto, ma un vero show,
fatto anche di momenti strumentali e di soli da parte di tutti gli
ottimi componenti.
Il frontman ha grande personalità e una vocalità molto Brit con
echi glam, che ci ha portato indietro nel tempo, in piena Swinging
London.
Particolare e perfettamente in tema la presenza dell’Hammond a
fare da collante del suono generale. Affiatati nell'interplay e
bravi anche nell'interazione con il pubblico in sala.
CONCLUSIONI
Bella band e bel concerto, davvero molto godibile. Arrivano terzi,
con accesso diretto alla semifinale: sarà un piacere riascoltarli!
PREMESSA
Quartetto formato da voce+chitarra, basso, batteria e violoncello,
gli Einstein On The Bitch dimostrano già dalla scelta degli
strumenti un interesse per la scena post rock e shoegaze.
Il cantato in italiano, applicato a questo tipo di sound, li porta
su territori simili al mondo di band come Verdena e Afterhours,
tipicamente anni Novanta.
SCRITTURA E ARRANGIAMENTO
Brani complessi, molto ben arrangiati. Idee musicali interessanti,
composte con perizia e personalità.
Il sound generale vede come
protagoniste le chitarre, sugli scudi con arpeggi ipnotici e riff
ossessivi. Pregevoli anche le scelte ritmiche, variegate e memori di
atmosfere trip-hop e drum’n’bass.
La scelta di aggiungere il violoncello dà un tocco personale e
impreziosisce una proposta già di per sé molto suggestiva.
TECNICA
Preparati tecnicamente, perfettamente in grado di eseguire le
varie parti delle canzoni proposte.
Una buona esecuzione, senza
sbavature e del tutto funzionale alla proposta.
LOOK E CARISMA
Forse è il punto debole principale della band: evidentemente non
c'è uno stile ben definito.
Si dovrebbe curare maggiormente questo aspetto, anche perché il
loro stile ha bisogno di essere sostenuto anche da una maggior
fascinazione visiva.
La presenza del violoncello è bella da vedere, ma da sola non
basta, andrebbero valorizzati anche gli altri elementi della band.
ATTITUDINE E SHOW
Quello proposto dagli Einstein On The Bitch è un viaggio
suggestivo, fatto di momenti di grande tensione musicale, altri più
morbidi e raffinati, il tutto eseguito con la giusta dose di energia.
Lo show comunque risulta davvero convincente, con un approccio al
palco molto buono benché poco interattivo col pubblico. Va detto
però che, dato il genere di riferimento, ci sta.
CONCLUSIONI
Band di grande potenzialità, con un progetto musicalmente molto valido, portato sul palco con grande intensità dal primo all'ultimo secondo della
loro esibizione.
Il pubblico in sala li apprezza, premiandoli con il secondo posto:
ci vediamo in semifinale.
PREMESSA
Power trio modenese formato da voce+chitarra, basso e batteria. Lo
stile si pone a cavallo tra i ‘70 e i ‘90, con influenze stoner e
psichedeliche (un nome su tutti: Kyuss).
SCRITTURA E ARRANGIAMENTO
I brani proposti sono molto variegati: si va da power ballad in
stile, a momenti più “shuffle”.
L’idea alla base non è innovativa, ma sicuramente le canzoni
sono ben organizzate e arrangiate.
Il sound generale è dinamico e
colorato e, benché siano in tre, non si sente la mancanza di altri
strumenti. Questo vuol dire due cose ben precise: molto studio in
sala prove e idee chiare in fase di produzione e arrangiamento.
TECNICA
Buona la tecnica generale. L'esecuzione è perfetta per il genere
proposto, senza paura di sporcare il suono quando serve.
Molta attenzione alla dinamica e al “tiro”, grazie a una
sezione ritmica potente che fa il suo lavoro a dovere e a un
chitarrista cantante versatile in entrambe le vesti.
Dal punto di vista vocale stupisce la varietà di registri di
riferimento, con un’attenzione particolare al mondo degli anni ‘80, ricordando talvolta “mostri sacri” come
Gahan dei Depeche Mode o Hadley degli Spandau Ballet.
LOOK E CARISMA
Qui arrivano le dolenti note. Un tipo di progetto del genere
prevede una maggiore cura dell’aspetto visuale, mentre in questo
caso c'è poca attenzione alla ricerca di un vestiario che li identifichi.
Curare il look è importante: lo stile e la personalità di una
band si vedono anche da questo.
ATTITUDINE E SHOW
Il vero punto di forza della band è la parte strettamente
musicale.
L'approccio è serio e professionale. Ognuno dei musicisti resta
nella propria postazione, indifferente allo spettacolo, all’interplay
e alla comunicazione il pubblico.
L’obiettivo esplicito è far parlare le canzoni. Il
risultato è una performance adeguata, con una scaletta variegata e
interessante all'ascolto, ma inevitabilmente un po’ “distante”.
CONCLUSIONI
I Fakir Thongs sono una band esperta, con una lunga serie di live
ed esperienze alle spalle, e si sente.
Un concerto molto piacevole e suonato benissimo, che ha convinto
le persone in sala, nonostante qualche aspetto da rivedere sul piano
strettamente comunicativo.
Purtroppo i voti ottenuto non hanno garantito il passaggio del
turno: sono in lista ripescaggio
PREMESSA
Sono in quattro: voce+effetti, basso, synth e batteria. La
proposta dei Mangroovia è molto originale, catalogabile come New Soul/ Synth Pop.
Siamo nell'ambito Jamiroquai, ma evoluto, aggiornato e più attuale, con influenze soul degli 80s (dagli
Style Council ai Simply Red), tanto per arricchire il sound con
qualche spezia in più.
SCRITTURA E ARRANGIAMENTO
Ottima produzione, basata sulla ricerca sonora. Melodie e armonie
importanti, un gran groove come elemento centrale (lo dice il nome
stesso della band).
Si nota un’ attenzione maniacale ai suoni, con un synth assoluto
protagonista, scelte ritmiche prepotenti e funzionali, un utilizzo
costante e accurato dell’effettistica vocale.
Il tutto funziona ottimamente, brano dopo brano, riuscendo a
connotare in modo preciso e originale lo stile e l’identità della
band.
TECNICA
Tecnica generale fuori scala: sono musicisti eccezionali. Del resto non potrebbe essere altrimenti, data la cura che pervade
tutto il progetto.
L’esecuzione è impeccabile, ma un appunto può essere fatto:
per quanto tutto sia suonato alla grande, la band tende in certi
momenti a una certa autoreferenzialità negli arrangiamenti, che a
volte potrebbero essere un po' più lineari, meno tesi al virtuosismo
e più funzionali all’ascolto e alla fruibilità.
LOOK E CARISMA
Look fresco, originale. Band coesa in cui ogni componente ha la
sua personalità. Risultano molto belli da vedere sul palco, sia
singolarmente che come “entità collettiva”.
Niente da dire, il tutto funziona alla grande.
ATTITUDINE E SHOW
I Mangroovia, oltre ad avere un ottimo prodotto musicale, sono
nati per stare sul palco.
Tanta personalità, professionali, con il completo controllo di
uno show fatto di sonorità e strutture ritmiche complesse, che
sorprendono e catalizzano l'attenzione per tutta la durata di una
performance convincente, guidata con piglio da animale da
palcoscenico dal carismatico cantante.
Un concerto molto, molto bello.
CONCLUSIONI
Band dal respiro internazionale e dal grandissimo potenziale, che ha affascinato e conquistato il pubblico.
Primi classificati, volano in semifinale e vincono il premio
Emergenza Road tour. Complimenti!
PREMESSA
Chiude la serata Riccardo, cantante di stampo prettamente pop che
si presenta sul palco con basi e voce.
SCRITTURA E ARRANGIAMENTO
I brani sono cantati in italiano; il genere proposto è un pop
molto contaminato da molteplici influenze, alcune tipiche della
musica leggera italiana (si sente, soprattutto nel tipo di vocalità,
una forte influenza del soul mediterraneo di Pino Daniele), altre più
internazionali come il r’n’b.
Le melodie sono molto orecchiabili, con testi che affrontano
tematiche personali, esperienze di vita e d'amore.
La produzione è di ottimo livello, in linea con gli alti standard
odierni per quanto riguarda scelte musicali e arrangiamenti.
TECNICA
Riccardo ha una voce versatile, adeguata a più registri.
Sia nelle parti più morbide che quando spinge è sempre in
controllo dell'emissione, non ha mai una sbavatura. Come si suol
dire, non riuscirebbe a stonare nemmeno volendo.
Stupisce anche con un ottimo assolo in chiave “beat box”. Bravo!
LOOK E CARISMA
Look adeguato alla proposta, attuale e “casual”, con jeans,
maglietta e giubbotto di pelle. Credibile nella sua semplicità.
ATTITUDINE E SHOW
Difficile concludere la serata dopo una serie di band di alto
livello, ma Riccardo ha esperienza da vendere e spalle larghe.
Non si lascia intimorire, benché un filo di emozione iniziale si
lasci intravedere, ma una volta partita la musica si muove a suo agio
e ci fa ascoltare la sua storia, introducendo ogni brano.
L'obiettivo è raccontarsi, farsi conoscere, e ci riesce in
maniera convincente.
CONCLUSIONI
Riccardo ha un progetto che può fare strada, è un ragazzo
appassionato e dalla splendida energia, sia sul palco, che fuori.
Forse la sua proposta non è troppo originale, ma è sicuramente
fatta con tanta passione e impegno. Tra le maggiori frecce al suo
arco una vocalità davvero valida.
Non riesce ad accedere direttamente in semifinale, rimane in
lista per il ripescaggio.
Appuntamento al 3 Marzo per la terza eliminatoria!
EMERGENZA è in collaborazione con Marshall, Ufip, Mapex e iMusician Digital.