Si riparte con 6 progetti musicali, ecco le recensioni della serata.
PREMESSA
Il
“tuono cremisi” viene da Piombino e ha il compito di aprire la
serata. Formazione
classica a quattro, voce+chitarra, basso, chitarra e batteria.
Il
genere scelto è un classic power metal, con varie contaminazioni e
influenze.
SCRITTURA
E ARRANGIAMENTI
Brani
tipicamente in stile (stacchi, scambi, doppia cassa, atmosfere
ariose). Si sentono echi dei migliori Helloween, periodo “Keeper of
the seven keys”.
Denotano
capacità sia di scrittura che di arrangiamento: partiture e
strutture articolate, brani ben strutturati. Inevitabilmente non
originalissimi, ma il risultato è potente e ben suonato.
Forse
influenzati dal nome, ma ricordano anche i vecchi e misconosciuti
Crimson Glory.
TECNICA
Buona la tecnica complessiva, che ricrea le sonorità classiche del genere.
Hanno
un suono molto guitar oriented, con riff, power chords e bei soli
ricercati e melodici, mai fini a sé stessi.
A
guidare il quartetto c'è il frontman con la sua vocalità perfetta
per il genere; dimostra un discreto range, spingendosi quando serve
fino a uno scream potente e pulito, alla Michael Kiske.
In
generale un'esecuzione apprezzabile, senza grosse sbavature.
CARISMA
E LOOK
Bella
la presenza scenica: sono vestiti bene, con gusto e senza eccessi, in
stile prettamente rock.
ATTITUDINE E SHOW
Musicalmente ci siamo, i Crimson Thunder sono preparati e si sente.
Forse
un po' troppo “imballati” all'inizio del concerto, troppo
concentrati e attenti all’esecuzione.
Hanno
bisogno di qualche minuto per scaldarsi e lasciarsi andare, infatti
lo show migliora brano dopo brano anche nell'interazione con il
pubblico.
E' consigliabile fare più attenzione a questo aspetto: partire “in quarta”
mettendo da subito intensità nel concerto è fondamentale.
CONCLUSIONI
Buoni
musicisti, con un progetto musicale rispettoso della storia del
genere proposto.
Dovrebbero
credere di più nei propri mezzi e acquisire mordente, specialmente
in sede live, per fare il salto di qualità.
Non
hanno accesso diretto in semifinale, sono in lista per il
ripescaggio.
PREMESSA
Giovane
cantante solista, armata solo di voce e chitarra acustica, è
all'esordio assoluto su un palco. Partire dal The Cage di Livorno è
un ottimo modo per debuttare!
SCRITTURA
E ARRANGIAMENTI
I brani originali proposti, cantati in italiano e inglese, sono di chiaro stampo pop, con strutture semplici e lineari, così come le linee melodiche scelte.
Varie
le influenze, tra tutte Elisa e, per l’attitudine, Carmen Consoli.
Le
idee ci sono, forse ancora un po' acerbe dal punto di vista della
scrittura e dell'arrangiamento in questo caso in chiave acustica.
Sarebbe interessante svilupparle con una band.
TECNICA
Se
la tecnica alla sei corde è piuttosto basica, è dal punto di vista
vocale che Letizia mostra tutte le sue doti con una voce
sorprendente, morbida, espressiva ma potente all'occorrenza, con una
notevole estensione.
La
vocalità è al momento l’assoluta protagonista della sua
produzione, anche se a volte insiste troppo su un registro “urlato”.
I
margini di crescita e di affinamento tecnico ci sono, c'è solo
bisogno di “farsi un po' le ossa”.
CARISMA
E LOOK
Look
singolare, con un vestito corto a quadretti bianchi e neri e Doc
Martens bianche che contrastano in parte (in modo non spiacevole) con
l’attitudine intimista della sua proposta e con la timidezza
dimostrata.
ATTITUDINE
E SHOW
Non
è facile esordire su un palco fantastico come quello del The Cage.
L'emozione
della prima volta presenta il conto, ma (un po’ a sorpresa) il suo
è un concerto molto bello, che cattura l'attenzione degli spettatori
in sala.
La
dimensione acustica aiuta a entrare in empatia col pubblico, che la
ascolta con interesse e la sostiene, apprezzando le sue notevoli doti
canore.
CONCLUSIONI
Letizia
ha una padronanza vocale incredibile: è un ottimo punto di partenza
sul quale lavorare per far crescere il suo progetto musicale.
Serve
una maggiore convinzione e consapevolezza delle proprie qualità,
perchè le potenzialità sono davanti agli occhi di tutti.
Parliamo
anche del pubblico in sala, che apprezza molto il concerto facendola
passare coi suoi voti da terza classificata direttamente in
semifinale.
PREMESSA
Già
finalisti dell’edizione 2017, tornano i Guys in Jeopardy, quintetto
rock composto da voce, due chitarre, basso e batteria.
SCRITTURA
E ARRANGIAMENTI
Pezzi
rock attualissimi, con vigorosi echi anni ‘90 e spunti dal mondo
dell’alt rock americano (Foo Fighters dagli anni 2000 in poi e
dintorni).
Idee
musicali valide e ben studiate, arrangiate con molta attenzione alle
partiture.
Il
sound è energico, solido e potente. I ragazzi hanno fatto grandi
passi avanti rispetto all'ultima volta che li abbiamo ascoltati.
TECNICA
Decisamente
migliorati nel complesso, ora sono molto più consapevoli dei loro
mezzi tecnici.
Grande
solidità e coesione musicale: si sente il lavoro in sala prove, le
ore di preparazione e lo studio.
CARISMA
E LOOK
Look
molto rock, con giubbotti e pantaloni di pelle.
Si
presentano in total black, con l’eccezione della cantante, in
rosso, e sono perfettamente in stile con la proposta musicale.
Belli
da vedere e convincenti: si vede la personalità e l’attenzione
anche per la parte visiva del concerto.
ATTITUDINE E SHOW
Affrontano
dal primo istante il palco con molta disinvoltura e grande sicurezza.
Intensità,
energia, grinta, convinzione, grande personalità e varietà
musicale: tutte armi che dimostrano di saper maneggiare alla
perfezione.
Faro
della band è la cantante, che con movenze da star internazionale
trascina la band e il pubblico in quello che si rivela davvero un bel
concerto, fatto di buone canzoni, freschezza e vivacità.
Quello
dei Guys in Jeopardy è un vero e proprio show e, cosa più
importante, risultano molto credibili e convincenti.
CONCLUSIONI
I
Guys In Jeopardy dimostrano che il lavoro paga, sempre. Una band
giovane, con ancora molti margini di miglioramento, ma con una base
solida, fatta di passione e sacrificio.
I
frutti si vedono: li ritroviamo in semifinale, da primi classificati
e vincitori di una tappa dell'Emergenza Road Tour.
PREMESSA
Si
continua a salire di volume con gli Adrenaline, band hard'n'heavy
tostissima, che aggredisce il palco in formazione a cinque, con voce,
due chitarre, basso e batteria.
SCRITTURA
E ARRANGIAMENTI
Brani
scritti e arrangiati davvero bene, con un approccio molto street rock
(chi ha detto L.A. Guns?), efficaci sia dal punto di vista del sound
generale, sempre molto potente, che delle scelte vocali e melodiche,
in linea con lo stile musicale.
Il materiale degli Adrenaline
è produzione seria, professionale e molto convincente.
TECNICA
Tutti
i componenti della band sono musicisti di altissimo livello, perfetti
dal punto di vista tecnico.
Quadrati,
incollatissimi, mettono a segno una performance caratterizzata da un
suono molto nitido e gusto per le dinamiche: sembra di sentire un
disco talmente sono precisi, quasi in griglia.
Il
cantante ha un controllo totale della voce, con i suoi scream sempre
ben dosati.
Ognuno
fa il proprio dovere egregiamente, non sbagliano un colpo. Notevoli.
CARISMA
E LOOK
L'attenzione
per i particolari si vede anche nelle scelte di look, coerenti con la
proposta.
Il
cantante sceglie uno stile muscolare, con una fisicità molto forte,
ma l’esibizione in generale trasuda grande personalità da parte di
tutti i componenti.
Fantastica
la super cresta del batterista!
ATTITUDINE E SHOW
Gli
Adrenaline colpiscono per il controllo totale mostrato
nell'esibizione.
Padronanza,
presenza scenica, interplay e interazione con il pubblico sono i loro
marchi di fabbrica.
Lo
show è un misto di pura energia, intensità, il tutto sempre a
fuoco, dal primo all'ultimo minuto.
E' uno di quei concerti
che scivola via velocemente e che vorresti subito risentire.
Complimenti, grande performance.
CONCLUSIONI
Band di alto livello, con una grande produzione alle spalle.
Le
persone in sala li apprezzano molto e con i loro voti gli
garantiscono il secondo posto, sarà un piacere rivederli in
semifinale.
PREMESSA
Si
prosegue a tutto volume, sulla falsariga della band precedente.
Stavolta
è il turno dei Before The Rain Falls da La Spezia, band di recente
formazione che si muove nel mondo del “chillout metal”. Sono in
cinque: voce, due chitarre, basso e batteria.
SCRITTURA
E ARRANGIAMENTI
Produzione
importante anche per i BTRF, come prevede il genere, con strutture definite, caratterizzate da sequenze elettroniche a legare e colorare i brani.
Interessanti
anche i cori “epici” che spesso fanno da sfondo ai ritornelli.
Si
sente che c'è dietro un bel lavoro di studio e di arrangiamento,
fondamentale per questo tipo di proposta.
TECNICA
I
brani non sono immediati da suonare, i ragazzi però mostrano tutti
una adeguata preparazione tecnica, che gli permette di affrontare in
scioltezza i vari scambi e l’esecuzione di partiture intricate.
Si
fa notare il batterista, solido e potente, che tiene saldamente in
mano le redini della band.
Dal
punto di vista del cantato, colpisce il timbro aggressivo e rabbioso,
un po’ alla Phil Anselmo.
CARISMA
E LOOK
Attenti
al look: forse andrebbe trovata un'identità più precisa, che faccia
da filo conduttore tra tutti i componenti.
C’è
da lavorare anche dal punto di vista dell’interplay e della poca
interazione con il pubblico sotto il palco.
ATTITUDINE E SHOW
Il
progetto sta in piedi, è credibile e ha senso di esistere. Passione
ed energia sono innegabili.
Lo
show risulta interessante e godibile, caratterizzato da un costante
muro di suono e da un volume impressionante.
Peccato
per un’imperfetta attenzione al controllo delle dinamiche: la
sensazione è che gli strumenti siano sempre tutti “al massimo”.
Una band
di questo calibro ha bisogno di essere molto più a fuoco e
“intelligibile”, lavorare quindi sulle scelte sonore per avere un'amalgama sonora più definita, sicuramente un aspetto migliorabile.
CONCLUSIONI
Un
progetto ambizioso, con piccoli difetti legati alla poca esperienza di gruppo insieme, essendo nati da relativamente poco.
Benché
siano stati apprezzati dal pubblico del The Cage, al momento non
hanno ottenuto i voti sufficienti per passare direttamente il turno e
sono in lista per il ripescaggio.
PREMESSA
Chiudono
la serata i livornesi Redneck, giovane power trio che attinge dagli
anni '90 come riferimento musicale e attitudine.
SCRITTURA
E ARRANGIAMENTI
Hanno delle belle idee e sono coraggiosi nel metterle in pratica.
Dal
nome ci si aspetta un approccio più roots folk. Al contrario, si
sentono ben altre influenze, dal rock al grunge, con una sorta di
funky mutante a farla da padrone.
Dal punto di vista del sound la formazione a tre lascia qualche vuoto.
Sicuramente manca qualcosa, forse una seconda chitarra, in grado di coprire
alcuni buchi nell'arrangiamento e dare più corpo.
TECNICA
Buona
la tecnica generale, anche se si sente qualche sbavatura qua
e là.
Piccoli
particolari d'esecuzione migliorabili con molto lavoro di studio. Le
potenzialità tecniche ci sono: obiettivo è alzare l'asticella.
CARISMA
E LOOK
Anche
se singolarmente hanno un’identità e un look definito,
nell’insieme non risultano ben amalgamati. Su questo aspetto c’è
ancora da lavorare, perchè la parte visiva di un concerto non è
assolutamente da trascurare.
ATTITUDINE
E SHOW
I Redneck non fanno certo parte di quelle band che hanno nell'interplay il loro punto di forza. Nonostante, o proprio per questo, hanno qualcosa da dire.
Una personalità originale e molto interessante, che attrae l'attenzione. Li vedi sul palco, ognuno alle proprie postazioni, e risultano credibili.
Quello
che propongono è un concerto non scontato, che passa in rassegna una
serie di mondi musicali in grado di catalizzare l'attenzione dei
presenti in sala, che li ascoltano con molto interesse e curiosità.
CONCLUSIONI
Band
molto particolare, con grande potenziale ancora in parte da
esplorare.
Il
concerto ha riscontrato un buon successo di pubblico, ma i ragazzi al
momento non hanno ottenuto l'accesso in semifinale: rimangono in
lista per il ripescaggio.
Appuntamento alla seconda eliminatoria che si svolgerà Venerdì 1 Marzo sempre sul palco dei The Cage.
Emergenza Festival è in collaborazione con Marshall, Mapex, Ufip e iMusician Digital.