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Prima Eliminatoria Emergenza Festival Bologna

Edizione n.26 del Festival per band e artisti emergenti più grande del mondo. 7 progetti musicali sul palco dello Spazio Eco.



Si riparte! 

7 band inaugurano l'edizione 2019 di Emergenza Festival, allo Spazio Eco di Casalecchio, per le selezioni bolognesi.

Tutto è pronto, l'atmosfera è carica di energia, c'è voglia di suonare. 

Ecco le recensioni dei concerti.

TORTUGA

PREMESSA

I Tortuga, con una formazione formata da voce+chitarra, basso, chitarra solista e batteria, propongono un rock italiano con melodie intense e venature hard.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

La proposta è in parte debitrice delle classiche sonorità indie anni ‘80 (primi Litfiba e dintorni).

Punti di forza della band sono stile e ricercatezza delle liriche, con testi in italiano. I Tortuga hanno il coraggio di affrontare anche tematiche importanti, con una giusta dose di poeticità, quanto basta per essere evocativi e suggestivi. 

Musicalmente invece si potrebbe tentare di cercare strade più innovative, meno "vintage" e più contemporanee.


TECNICA

Buona l'intesa tra basso e batteria, la sezione ritmica si fa sentire e supporta a dovere il resto della band, con stacchi e fill studiati a dovere.

Nota di merito per la tecnica del chitarrista, che, armato di una splendida Les Paul nera, si fa notare per il bel suono e per le scelte musicali di partiture e soli, mai invasivi e sempre molto melodici.

La vocalità profonda e grintosa del frontman completa il quadro.

CARISMA E LOOK

Curato il look, perfettamente in pieno rock style contemporaneo. Belli da vedere, convincenti.

ATTITUDINE E SHOW

C'è grande padronanza di palco e capacità di coinvolgere il pubblico, anche se serve qualche minuto di concerto per "carburare" e scaldarsi, infatti l'esecuzione e lo spettacolo migliorano dalla seconda metà dell'esibizione. 

Prossimo obiettivo: concentrazione e intensità massima fin da subito. 

CONCLUSIONI


Una progetto musicale non particolarmente innovativo, portato in scena con energia, buona tecnica e gusto per le melodie. 

Il pubblico li premia con il passaggio del turno: ci vediamo in semifinale.


WANDERLAST

PREMESSA

“Wanderlust” in inglese è un termine che significa “desiderio di esplorare il mondo”.

Sicuramente la band (un trio formato da basso, batteria e cantante polistrumentista) onora il suo nome, proponendo un viaggio interessante e una bella esplorazione di suoni con influenze variegate: pop, rock, alternative, indie.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTI

Ascoltando i Wanderlast viene subito in mente un mondo molto “british”.

Ci abbiamo sentito tante influenze, dai Beatles agli Oasis fino a Damon Albarn (periodo solista) ma anche un’idea di musica molto personale.

Gli arrangiamenti sono interessanti, sempre ricercati. Si alternano momenti più acustici e intimi e sonorità più tipiche del pop internazionale. C'è un bel lavoro dietro, anche se si può sviluppare meglio il materiale, in modo da renderlo ancora più "importante" e credibile.



TECNICA

Colpisce la capacità del cantante di accompagnarsi con più strumenti, dal piano alla chitarra acustica all’ukulele.

Per il resto, la band si è formata di recente e visibilmente è ancora in rodaggio.

L’emozione si fa sentire, e ci può stare, specialmente se si ha poca esperienza live. Attenzione soprattutto a intonazione e accordatura degli strumenti.

CARISMA E LOOK

Il frontman è il cardine dello show, le movenze sono da musicista navigato (ricorda per certi versi Chris Martin, leader dei Coldplay). Per quanto riguarda il look generale ci siamo quasi, ma si può fare sicuramente meglio.


ATTITUDINE E SHOW

Il concerto è molto godibile, con un passo “quieto” e mai sopra le righe (anch’esso molto inglese) che è stato decisamente apprezzato dal pubblico in sala.

CONCLUSIONI

Una proposta originale, varia, con ottime potenzialità e alcuni aspetti tecnici da migliorare. 

Passano il turno: appuntamento in semifinale.


DISTRICT LINE

PREMESSA

Arriva il turno della band più giovane delle serata, i District Line.

Si presentano con voce+chitarra acustica, basso, chitarra solista, tastiere e batteria e propongono un pop rock italiano con varie influenze.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTI

Le idee musicali dei District Line sono incentrate sul rock cantautorale italiano, inevitabilmente si sente l’influenza del classico Ligabue, dei Negrita più grintosi. 

I pezzi sono scritti e arrangiati bene, semplici e orecchiabili: rispecchiano in pieno lo stile della band.
Si consiglia di ampliare un po’ gli ascolti per arricchire la “cassetta degli attrezzi”.


TECNICA

Dal punto di vista tecnico la band è valida: precisi, lineari, piacevoli all’ascolto e con un sound che risulta fresco. 

Bene tutti i componenti, in particolar modo il cantante e le sue ritmiche d'accompagnamento con la chitarra a fare da legante ed il batterista sempre sul pezzo.


CARISMA E LOOK


Un po' anonimi dal punto di vista del look. Una band ambiziosa (come i District Line) non dovrebbe mai sottovalutare questo aspetto, andrebbe trovata un'identità più definita, uno stile più personale. 


ATTITUDINE E SHOW

Aggrediscono il palco con disinvoltura e padronanza scenica, nonostante la giovane età.

Credibili, portano avanti il concerto senza timori, forti di una già buona esperienza di live e di palchi importanti. 


CONCLUSIONI

Inevitabilmente ci sono molti margini di crescita, la strada intrapresa è giusta: sul palco hanno dimostrato grande professionalità, e questo fa ben sperare per il futuro.


Non accedono alla semifinale, in bocca al lupo per i ripescaggi!

OFF THE ROAD

PREMESSA

Al giro di boa della serata si presentano sul palco gli Off the Road.

Sono in cinque, voce, due chitarre, basso e batteria, e portano in scena un progetto di progressive rock molto ben eseguito, con sfumature che vanno dall’hard rock alla psichedelia.


SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

Buona sia la scrittura che gli arrangiamenti, il genere musicale è molte definito.

La proposta è incentrata soprattutto su una serie di ballad energiche, cantate in inglese, in cui gli strumenti eseguono le proprie parti con gran perizia e attenzione alle dinamiche. 

A livello di produzione si potrebbe osare maggiormente, in ogni caso i brani degli Off The Road risultano belli e convincenti.

TECNICA

Notevole la voce della cantante, di chiara influenza soul, calda e dinamica e con piena padronanza dell’emissione, molto espressiva.

La band suona bene ed è coesa, efficace, sporca quanto basta; si fa notare il funambolico batterista, sempre sugli scudi grazie a una buona tecnica.

CARISMA E LOOK

La cantante è molto carismatica e catalizza l'attenzione degli spettatori con la sua personalità. 

Come per la precedente band, sarebbe ideale lavorare sul look generale.


ATTITUDINE E SHOW

Gli Off the Road portano il pubblico per mano in un suggestivo viaggio musicale in cui sono il suono e le melodie a farla da padrone. 

Un concerto da ascoltare, suonato bene e che non annoia. 

CONCLUSIONI

La proposta della band è piaciuta talmente tanto agli spettatori da assicurargli la vittoria.

Come primi classificati avranno quindi la possibilità di partecipare a una tappa dell'Emergenza Road Tour.
Complimenti e… appuntamento alla semifinale!


A NAMELESS INERTIA


PREMESSA

È il momento di picchiare più duro: il compito spetta agli A Nameless Inertia, una band metalcore di Imola formata da voce, due chitarre, basso e batteria.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTI


La band si presenta con una proposta complessa e molto aggressiva, chitarre in costante distorsione e un’alternanza di stili vocali impressionante.

Si nota l’influenza di band della scena “djent”, su tutti i Meshuggah, ma anche qualcosa dei The Ocean (specie per le scelte vocali) e dei Nevermore (per la tipologia di sound).

Gli arrangiamenti, come è necessario in questo stile, sono molto studiati e professionali (tempi dispari, stacchi, scambi interessanti) Bel lavoro, produzione seria.


TECNICA

Decisi, potenti, quadrati, gli A Nameless Inertia affrontano il palco con grande capacità tecnica, nessuno escluso.

CARISMA E LOOK

Niente da dire, molto scenici nell'insieme e attenti al look, perfettamente in stile metal core.

ATTITUDINE E SHOW

Su tutti spicca il frontman, con la sua voce personale, scura, potente, sempre a fuoco, che passa dal growl al pulito, dallo scream a sfumature grunge.

Uno show in continua pressione sonora, con un muro di suono impressionante. La band è sempre sul pezzo, la performance è intensa. 

Complimenti, non sbagliano un colpo.


CONCLUSIONI

Concerto intenso ben concepito e ben eseguito da una band dalle grandi ambizioni, davvero coinvolgente.


Al momento non riescono ad accedere in semifinale: sono in lista per il ripescaggio.

ESCAPED

PREMESSA

Il volume non accenna a calare neanche con la penultima band della serata, gli Escaped.

Con un nome che è un omaggio a uno dei brani meno noti di “Ride the lightning” dei Metallica (“Escape”, appunto), è abbastanza chiaro dove andranno a parare!


SCRITTURA E ARRANGIAMENTI

Il quartetto (voce, chitarra, basso e batteria) propone un classico thrash metal Bay Area-oriented, con influenze molto chiare, dagli Exodus ai Testament agli stessi Metallica del primo periodo.

Il tutto è ben realizzato, suonato e arrangiato, benché inevitabilmente non originalissimo.

TECNICA

La tecnica è ottima, sia per quanto riguarda i singoli musicisti sia come interazione, “tiro” e dinamiche.

CARISMA E LOOK

Il focus dell’esibizione è certamente il cantante: appena entrato nella band, è a suo agio nel ruolo di leader carismatico.

Perfettamente integrato, ha un bell'approccio sul palco e interagisce bene con il pubblico grazie a un head banging continuo e a un look adeguato.

ATTITUDINE E SHOW

Concerto tiratissimo, come richiede il genere: testa bassa, vocalità growl, shreddering, ritmi serrati, velocità, solidità, grande coesione tra gli strumenti. 

Non c'è un attimo di respiro, un treno "thrash metal" in corsa, colpisce la dedizione e l'intensità messa dai singoli musicisti.

Ottimo il sound generale, tutto molto a fuoco, nonostante la complessità delle partiture e delle note suonate. Complimenti.


CONCLUSIONI


Gli Escaped sanno il fatto loro, da tutti i punti di vista. Ci piacerebbe, forse, un passo avanti dal punto di vista della personalità.

Concerto molto coinvolgente e convincente. Anche il pubblico in sala apprezza e gli garantisce il passaggio in semifinale.


COLLECTIN' SPARKS

PREMESSA

A chiudere la serata pensano i Collectin' Sparks.

Un bel nome (“Raccogliendo scintille”) per una formazione classica: voce+chitarra, chitarra, basso, tastiere e batteria.

SCRITTURA E ARRANGIAMENTO

Ascoltando i vari brani si sentono influenze tra le più varie: echi del mondo anglosassone (i Depeche Mode meno elettronici, ma anche U2, Simple Minds e dintorni) specie nelle parti vocali, richiami al rock americano, al grunge (Pearl jam e dintorni), al rock degli anni Zero (Arcade Fire) e altro ancora.

Un bel mix, da cui emerge un’idea originale e autonoma, molto curata dal punto di vista di composizione e arrangiamenti.

TECNICA

I musicisti sono tutti molto bravi ed esperti. La band è coesa, con un sound molto ben organizzato.

CARISMA E LOOK

Il faro del progetto è sicuramente il cantante, l'anima della band. Tutti i componenti sono comunque credibili nei rispettivi ruoli, così come il look: curato, prettamente rock, adeguato alla proposta musicale.

ATTITUDINE E SHOW


Si vede che i Collectin’ Sparks sono abituati a stare sul palco: il concerto scorre via che è un piacere, grazie anche a una produzione efficace e a una bella scelta di suoni.

Band di qualità, ma anche di sostanza. Nessuno si risparmia, l'attenzione all'esecuzione è massima, pressochè priva di errori o sbavature. 

C'è molta padronanza e sicurezza, ma soprattutto capacità di tenere viva l'attenzione del pubblico dall'inizio alla fine. Bravi. 

CONCLUSIONI

Progetto molto interessante, soprattutto per il mix di generi scelti.

Per il momento anche loro non riescono ad accedere alle semifinali e restano in attesa di eventuale ripescaggio.



Gran bell'esordio, la serata è stata di buon livello e con un discreto successo di pubblico.

Prossimo appuntamento il 3 Febbraio per la seconda eliminatoria sempre allo Spazio Eco.

Emergenza è in collaborazione con Marshall Records, Mapex, Ufip e iMusician.