Iniziamo la serata con una bella scarica di punk metal con un tocco di grunge. Gli out of pain sanno il fatto loro. Danno un bel pugno nello stomaco ad una sala del Legend che già alle 20:30 si è riempita.
Brani tutti di loro composizione in un songwriting tipico del genere. La musica ci piace, il concerto è interessante, ma vorremmo vederli in un contatto un po’ più energico con il pubblico in modo da coinvolgerlo al meglio.
E’ ora il momento di un trio, chitarra elettrica, tastiera e voce femminile. La prima cosa che salta all’occhio è la spiccata personalità vocale della frontwoman che con un po’ di esperienza e portando quella personalità anche nella presenza scenica può diventare davvero una bomba.
C’è qualche imprecisione a livello musicale, ma sono estremamente giovani e il margine di miglioramento quindi è indubbiamente un aspetto che è dalla loro parte. I musicisti sono comunque un buon supporto alla voce di lei. Probabilmente con una chitarra acustica e un stomp box si può aggiungere anche quel tiro in più che sarebbe la ciliegina sulla torta.
Fluid Roses
Sul palco, terzo progetto della serata, troviamo i Fluid Roses, una band di grande coesione musicale dal sapore blues nostalgico. Un repertorio originale, scritto per dare spazio principalmente alla parte strumentale formata da grandi soli di chitarra e linee di basso raffinate. Durante il primo brano del concerto, la curiosità è tanta e forse anche l'aspettativa non essendo più una band di primo pelo. Il sound d'insieme è interessante e quindi siamo curiosi di come si evolva il tutto. Proseguendo però, la musica diventa autoreferenziale e manca un po' di grip nel mantenere vivo l'interesse degli ascoltatori.
The Mud Creeps
Con il quarto progetto della serata rimaniamo un po' nella stessa atmosfera del concerto precedente. Band d'esperienza, con un buon sound d'insieme in un mix che a tratti ci ricordano i Dire Straits con una spolverata di suoni degli U2, rimaniamo comunque nell'ambientazione musicale europea. Gli arrangiamenti sono interessanti, ben pensati con grande esperienza e tecnica. Il rock ci piace e proprio per questo preferiremmo togliere il leggio e rockeggiare un po’.Musicalmente sono interessanti davvero, ma manca la connessione con il pubblico, forza con la presenza scenica!
SPACE MONKEYS
Passata la metà serata è il turno degli Space Monkeys, formati da batteria, basso, 2 chitarre elettriche e un'eclettica voce maschile. Sono tecnicamente molto bravi a suonare, il cantante porta a casa con onore il compito infausto di confrontarsi con cantanti come Bon Jovi e Freddy Mercury.
Anche con il pubblico sono estremamente a loro agio, è evidente che siano dei veri performer. La scelta dei brani è piuttosto coerente tra loro anche se forse un po' piaciona. E' un peccato non sentirli in qualità di autori, è una band che merita e speriamo presto che il talento da esecutori possa evolversi in autorialità.
Escapers
Cambiamo atmosfera con gli Escapers un duo chitarra acustica e voce. Il progetto ha alla base un'idea interessante, soprattutto in questo momento storico musicale in cui l’acustico va per la maggiore. La scelta dei brani può essere fatta in modo più accurato infatti alcuni pezzi si prestano di più ad essere interpretati con solo una chitarra, altri potrebbero essere arrangiati con un po’ più di accortezza per scongiurare l’effetto “spiaggia” anche se bisogna dirlo, sentire il pubblico cantare è sempre una bella emozione. Ci sono fondamentalmente 2 aspetti su cui fare attenzione. Le canzoni non sono semplicemente da eseguire, ma anche da interpretare. Manca quindi tutta una parte di analisi del testo e di trasporre in note il significato delle parole. Inoltre Potrebbero essere scelti i brani non in base al gusto personale, ma più alla portata della vocalità del frontman.
I ragazzi del massacro
Il nome è già un programma e appena I ragazzi del massacro salgono sul palco con la vera attitudine da rocker, è ben chiaro che tipo di concerto ci potremmo aspettare.è una band con le idee molto chiare formate da batteria, basso 2 chitarre elettriche di cui una alla voce principale. I brani di loro composizione sono coerenti tra loro, sono sporchi, ruvidi, con un sound personale che spettina. Cosa non ci convince? Vorremo che un concerto del genere sia più sudato, con più coinvolgimento da parte del pubblico altrimenti il tutto risulta un po' sterile. Ma la domanda che più ci balena in testa è perché un nome in italiano se i brani sono in inglese?
Emergenza Music Contest in collaborazione con Marshall e Ufip