CERCA TRA LE BAND
WORLD
RECENSIONI
Home  >  ARCHIVIO Concerti  >  Archivio concerti nel mondo  >  Recensioni
RECENSIONI

Nona eliminatoria di Emergenza Music Contest a Milano

Al Legend continuano le selezioni per il contest internazionale di band emergenti



Stiamo quasi ormai giungendo alla fine della prima fase di Emergenza Festival per la città di Milano e ci apprestiamo a sentire i 7 progetti che saliranno sul palco questa sera, per la nona eliminatoria al Legend Club.
Iniziamo con del sano pop portato in scena dalla cantautrice Haylie Sunset in un set che prevede sia composizioni originali che non. Il timbro è assolutamente interessante, la sua vocalità vellutata e delicata in alcuni punti ci fa capire che c'è molto di più dietro a quella coltre di timidezza. Il progetto però è estremamente in stato embrionale, il brano originale risulta essere confuso sia da un punto di vista melodico che armonico ed è anche da rivedere la scelta di riproporre grandi hit laddove il limite tecnico non consente di renderle nel modo adeguato. Servono diversi accorgimenti per poter portare l'idea con maggiore successo sul palco, ma le basi da cui partire potrebbero esserci, quindi... al lavoro!

Secondo progetto della serata e ci tuffiamo nel mondo del metal con una formazione che prevede batteria, basso, chitarra, tastiera e voce lirica femminile. Ci piacciono, hanno un’impronta personale soprattutto rispetto a tante band emergenti che portano in scena il loro stesso genere rimanendo ancorati ad impronte stilistiche vecchie ormai di 30 anni. Loro no, in loro si sente la contemporaneità, soprattutto grazie ad una buona composizione, agli ottimi arrangiamenti e all’inserimento di alcuni synth ed elementi di elettronica che creano il loro sound attingendo un po' dall'industrial. La frontwoman ha una presenza scenica votata al pubblico senza mai perdere il contatto visivo. La band, formata da musicisti tutti molto preparati tecnicamente dovrebbe però  dare un po’ di più dal punto vista visivo anche se spezziamo una lancia in favore del tastierista. L'aspetto su cui fare attenzione è la scelta dei brani all'interno della scaletta presentata, tonalità e bpm simili tendono ad appiattire lo show soprattutto laddove non si conoscono i brani. L'ultimo brano con il quale chiudono il concerto è sicuramente il più rappresentativo ed efficace della band. Bravi.


Con i Ticino solo andata ci aspetta invece un concerto di musica pop in lingua italiana. I musicisti sono tutti tecnicamente preparati, e lo si nota dalla maturità con cui vengono pensati gli arrangiamenti formati da batteria, basso e 2 chitarre elettriche. E’ tutto ben pensato tra accompagnamento, arpeggi e una solida sezione ritmica con buone linee di basso e tanta positività. La voce principale invece non è al pari della preparazione degli strumentisti e necessita sicuramente ancora di studio. Al di fuori dell’intonazione, la voce non è utilizzata nel modo adeguato per poter rendere dal punto di vista perlomeno tecnico i brani di loro produzione. Ci piace però il modo con cui viene affrontato il palco con tanta solarità. Efficace il look maschile maglietta (con nome band) e camicia colorata e il floreale per la cantante, ben pensato ;-) 


I Reborn in march sono già noti ai palchi di Emergenza, sono infatti già stati semifinalisti della stagione 2017. Si presentano quest’anno con le idee molto chiare, tanta voglia di spaccare e un sound che ti colpisce diritto alla cassa toracica. Portano in scena un rock con delle reminiscenze di fine anni 90, vicini ai Placebo, ma con caratteristiche personali. Sezione ritmica solida, chitarristi che non si risparmiano in niente con buone idee e un cantante di grande maturità vocale che tiene il palco senza incertezze, come tutta la band del resto, che ha una buona presenza scenica. Un concerto musicalmente interessante e davvero piacevole, anche se ancora si può lavorare su quel tocco in più che renda il live più magnetico e accattivante agli occhi di chi ancora non li conosce.

E’ ora il momento di un trio, batteria, basso e voce principale alla chitarra elettrica. Il progetto sembra ancora in fase embrionale, ma ci sono delle belle idee e una buona preparazione tecnica di base. Il cantante della band ha in assoluto il timbro e il metodo di canto più particolare sentito finora, una di quelle caratteristiche che o si amano o si odiano. E noi piace. Da lavorare sulla resa generale per un interplay più efficace e avere così un sound più compatto per poter risaltare al meglio tutte le loro peculiarità. L’accordatura della chitarra non è precisa, il cantante se ne accorge e ci scherza su, mitigando la cosa, ma no, accordarsi con chitarra aperta sul palco no. Sono spontanei e al pubblico piacciono così. Da rivedere.


Grezzi, sudati, ruvidi e anche un po’ sopra le righe. The Boobs Lickers non si risparmiano in niente, sono 3 e sembrano almeno il doppio, 2 voci principali agli strumenti a corde (basso e chitarra) più batterista. Hanno lunghe parti strumentali gestite bene con grandi dinamiche, arrangiate con intelligenza e vicine al post rock. Bella l’attitudine con cui salgono sul palco in una sorta di trance agonistica musicale e in grado così di stregare anche chi è accalcato sotto il palco e ancora non li ha mai visti.
Ci piace anche il look perché è assolutamente in linea con ciò che sono e che ci fanno ascoltare. Sono una band senza fronzoli e sovrastrutture e che funzionerebbero anche con strumento, jack e amplificatore flat. Si può lavorare su una scaletta ancora più efficace, ma per questo li rivedremo il semifinale ;-)

Con l'ultima band in gara della sera chiudiamo con un clima di leggerezza, di divertimento e spensieratezza. I Grin portano sul palco del Legend un pop in italiano senza troppe pretese che spesso sfocia in un punk di fine millennio scorso e in alcuni momenti ci ricorda i Derozer e i momenti migliori della nostra adolescenza. Sono formati da batterista, bassista e chitarrista elettrico, poi un componente suona chitarra acustica, elettrica o tastiera quando serve e in più hanno la peculiarità di scambiarsi alla voce principale. Alcuni brani sono decisamente scritti meglio di altri e in ogni caso si può lavorare ancora sull'arrangiamento per renderlo più articolato seppur mantenendo questa loro aura di semplicità.


Chiudono la serata gli ospiti UNDERWOODS, i vincitori della stagione 2017 che hanno rappresentato l'Italia alla finale internazionale del Taubertal Oper Air Festival. Il loro live aveva creato diverse aspettative tra i musicisti in gara fin dalle prime note del soundcheck e anche durante la serata il clima di curiosità era cresciuto fino a mantenere il pubblico in sala fino alla fine della serata. Splendido vedere ancora i loro fan sotto al palco con l'ormai famosa maglietta che recita a caratteri cubitali il loro nome. Salgono sul palco con un progetto sempre solidissimo (così come lo scorso anno in fondo), ma con una consapevolezza ed un'attitudine diversa. Ora è evidente che fanno sul serio e la loro professionalità e sempre encomiabile. Bravi!