Apriamo la serata con un progetto che arriva dal mondo hip hop e da subito ci colpisce. Sono differenti da ciò che ci hanno proposto i rapper nelle selezioni fino ad ora, loro sono personali, hanno un bel flow caratterizzato da testi interessanti, ma soprattutto da una ritmica vocale eccezionale sulla quale giocano in un susseguirsi di parole e virtuosismi. Bisogna fare attenzione alla scelta di quali voci andare a doppiare però, l'utilizzo deve essere quello di esaltare una parte del testo e sulle rime particolarmente veloci tendono a rendere la comprensione più difficoltosa. Anche la presenza scenica non è affatto male, ci credono, soprattutto Maxtino, voce principale e leader del progetto, serve qualche brano per ingranare al meglio, ma poi riescono a coinvolgere il pubblico ;-)
Il secondo progetto in gara sul palco è di Daniele Azzena, cantautore molto giovane che si presenta con band al completo. Ci presentano un ottimo pop, in parte in inglese e in parte in italiano, suonato decisamente molto bene e arrangiato sapientemente. I pezzi sono interessanti, orecchiabili, seppur ben studiati e con tante finezze, risultano semplici all'ascolto, dote non da poco. Le idee sono interessanti, varie pur rimanendo sempre coerenti ed estremamente intelligenti. Ci piace l'utilizzo della lingua italiana in modo ritmico, abbandonando un po' il cliché dell'Italia del bel canto. Serve un po' di scioltezza, soprattutto a livello vocale, o ancora meglio di sicurezza e consapevolezza. Il tutto migliora con il proseguire del concerto, quindi siamo sicuri che con un tocco di convinzione (e look) in più, il live possa assumere toni ancor più interessanti, bravi!
La terza band della serata si presenta con un set formato da batteria, basso, 2 chitarre elettriche, 2 tastiere, sax e voce principale. Seppur da subito ci sembra una band piuttosto giovane di formazione, Il sound ha già delle buone basi e risulta essere compatto soprattutto grazie alla presenza delle tastiere che sono un ottimo collante per i numerosi strumenti che fanno parte di questo progetto. Anche trovare un preciso ruolo e spazio per il sax può fare la differenza per quello che riguarda l'arrangiamento. Il concerto è ben pensato, hanno tanto entusiasmo ed è palpabile, sono carinissimi con le loro magliette personalizzate con il nome della band e il disegno del proprio strumento suonato. Tutto ciò che si può migliorare come la presenza scenica, l'amalgama generale e la sicurezza sono caratteristiche che poi arriveranno con un po' d'esperienza in più.
Ancora una volta sul palco del Legend club di Milano abbiamo una cantautrice che si presenta con la sua band formata da batteria, basso, chitarra semiacustica, fisarmonica e la voce principale che all'occorrenza si accompagna alla chitarra acustica. Eravamo già a conoscenza che il progetto era neonato, decisamente molto desiderato da Ahri, ma come tutti quelli che si cimentano con la musica, aveva incontrato diversi ostacoli nella realizzazione live dei suoi brani. Eravamo quindi un po' preoccupati. Invece salgono sul palco e ci stupiscono, i brani sono ben scritti, dal sapore un po' antico per certi versi e strizzano l'occhio alla musica leggera italiana degli anni 70/80, ma sono suonati bene, si sente l'amore e la frontwoman lo trasmette con il suo carisma, anche la fisarmonicista segue a ruota, dovrebbe farlo anche il resto della band ;-)
Con gli Insogno rimaniamo nell'ambito dell'italiano. Sono caratterizzati da un ottimo sound, ricco di suoni e arrangiato bene, senza lasciare niente al caso. Sono tutti musicisti molto preparati, ci convince la solidissima sezione ritmica (con un plauso particolare alle linee del bassista e per lo stile sul palco) così come la parte melodica, cantanta bene e con ottime idee compositive di chitarra. Riescono a coinvolgere bene il pubblico facendoli cantare i cori. Sono atmosferici, il loro nome calza a pennello e la scelta di suoni tra sequenze e tastiera è davvero di gran classe. Ottime anche le dinamiche delle chitarre che ci dimostra il livello di questi musicisti. Ci devono però convincere che ci credono, che sono solidi, che è una band che sa dove andare e come farlo, ma forse per farlo devono essere i primi a prenderne coscienza. L'umiltà nella vita è una dote eccezionale, sul palco però li preferiamo sbruffoni ;-)
Senza nemmeno accorgercene siamo quasi arrivati alla fine della serata. Il tempo vola quando i live sono di livello e The Queen's Guard ribadiscono il concetto. Ciportano nel mondo del british, così come ci suggerisce il loro nome e dalle prime note ci schiaffeggiano con il loro sound ruvido e compatto. E' bello vederli sul palco, divertono con batteria, basso, 2 chitarre elettriche e una voce principale maschile. Sono senza troppe pretese, genuini e funzionano proprio per questo, grazie alla loro forza sul palco.
Con l'ultima band della serata chiudiamo con un'atmosfera diversa rispetto a ciò che abbiamo ascoltato fino ad ora. Loro portano sul palco delle selezioni milanesi del contest internazionale un rock più sporco, che tocca anche i toni del punk, ma risulta essere "oscuro", dark, da scoprire. All'interno del loro genere hanno un perché, anche per ciò che riguarda l'arrangiamento che è formato da batteria, basso, chitarra elettrica e un cantante dalla voce estremamente profonda con un timbro molto interessante che imbraccia la seconda chitarra laddove serve. Serve però più presa sul palco e di conseguenza sul pubblico, essere meno autoreferenziali e lavorare sul carisma per poter creare una buona sinergia tra ciò che c'è sullo stage e gli ascoltatori subito sotto.