Emergenza Music Contest torna al Novak Club di Scorzè per la seconda eliminatoria delle selezioni veneziane.
Sette le band sul palco, i vincitori di serata sono i Monday Proof che ricevono il premio Emergenza Road Tour e volano in semifinale insieme a Tibet Nazca e Quinta Pinta, mentre tutte le altre band restano in attesa dell'eventuale ripescaggio.
Ecco le recensioni dei concerti!
HOPEN'LIBERTY
Si
parte subito in quarta con gli HopeN'Liberty. Sono in sei, voce, due
chitarre, basso, tastiere e batteria, e presentano un progetto ben
strutturato in ambito classic rock, arricchito da varie influenze,
soprattutto di stampo british.
I brani, cantati in inglese, hanno arrangiamenti solidi e potenti, valorizzati da musicisti molto bravi e da melodie di tastiera raffinate e ben inserite nel mood generale, in un'alternanza di pezzi duri e rock ballad.
La capacità di tenere il palco e la personalità del frontman, dalla voce che ci ha ricordato talvolta Billy Joe Armstrong dei Green Day, fa il resto, unita all'ottimo interplay tra i vari componenti.
Band esperta e capace, potrebbe forse
cercare un'evoluzione, con qualche soluzione più contemporanea,
attuale, specialmente per quanto riguarda arrangiamenti e sonorità.
Hanno sicuramente le potenzialità per fare uno step del genere.
MODERN AGE STORYTELLERS
Una band di genere, dall'approccio symphonic metal, con voce femminile, due chitarre, basso, tastiere e batteria. Il look è perfetto, ed è la prima cosa che, inevitabilmente, colpisce l'attenzione, in particolare per la scelta di un dress code in stile cosplayer giapponese scelto dalla cantante.
Ma non c'è solo il look dalla parte dei "Narratori dell'era moderna" (bel nome, tra parentesi!). Propongono infatti brani dagli arrangiamenti tirati ed efficaci e una tecnica davvero notevole, con una chitarra solista veloce e virtuosa, tastiere molto melodiche fino a una sezione ritmica solida e trascinante.
Un unico appunto: la cantante mostra
una timidezza sul palco un po' eccessiva per un progetto del genere.
Forse è intenzionale, ma ci piacerebbe comunque vedere più
personalità, anche dal punto di vista vocale, visto l'impatto molto
forte del personaggio. Ma sono piccoli dettagli: il concerto è
intenso, la band molto promettente.
MONDAY PROOF
Si
continua con il punk rock dei Monday Proof, che si presentano in
formazione classica: voce più chitarra, basso, chitarra solista e
batteria.
Giovanissimi, hanno una presenza scenica impressionante, da musicisti navigati, e una grandissima energia. Belli da vedere, propongono un set vitale e pieno di passione per la musica.
L'influenza del punk americano alla Sum 41 si sente, ma c'è anche una buona dose di originalità.
Pezzi veloci e rock ballad "californiane" si alternano senza cali di tensione, in un concerto ad alto tasso d'intensità.
La band ha le idee molto chiare, sono ambiziosi, concentrati, con molta voglia di crescere e lavorare: l'invito che gli facciamo è quello di puntare a una maggiore ricerca di compattezza sonora, amalgama musicale e precisione nell'esecuzione (talvolta con qualche sporcatura di troppo).
Il pubblico del Novak apprezza molto il
concerto, sono i vincitori della serata! Li rivedremo in semifinale,
più carichi che mai.
QUINTA PINTA
Il
nome ci porta subito in un pub irlandese di periferia, di fronte a
una schiumosa Guinness. Alla quinta pinta di solito si finisce o
sotto il tavolo o a ballarci sopra: questa band per fortuna ha scelto
la seconda opzione!
Il gruppo, composto da quattro persone, suona brani tradizionali dell'Isola Verde tra cui grandi classici come "Whiskey in the Jar", con una ricca scelta di strumenti tipici del genere, dal banjo al mandolino, dal violino al bodhran, che caratterizzano le sonorità in maniera decisa.
La ricerca sonora e la raffinatezza musicale sono le cifre stilistiche dell'ensemble, grazie anche all'ottima tecnica individuale, inevitabile in un genere così particolare.
Lo spettacolo è molto godibile, anche se forse manca un pizzico di grinta in più per dare maggior brio all'esibizione, specie in un contesto come quello del Novak.
Il
pubblico apprezza e li premia col terzo posto: appuntamento in
semifinale!
MIXTO
Rimaniamo
sempre in tema folk con i Mixto, ma stavolta ci spostiamo decisamente
verso est. Folgorato sulla via dei Balcani, con i santini di Eugene
Hütz
dei Gogol Bordello e Goran Bregovic sul comodino, il sestetto è
coinvolgente, frizzante ed il concerto è ballabile come conviene al
tipo di proposta.
La formazione, composta da voce più violino, voce femminile, chitarra, basso, tastiera e batteria, si autodefinisce "progressive folk" e dalla sua parte ha un'ottima tecnica e una notevole presenza scenica.
Del tutto padroni del palco, i Mixto affrontano il concerto con ironia e leggerezza: molto carina la presentazione finale che affianca scherzosamente i vari componenti ad alcuni politici candidati alle ultime elezioni. Ottima la versione del classico "Kalashnikov", parte della colonna sonora dello splendido "Underground" di Emir Kusturica.
Band
esperta e scafata, ne sentiremo parlare ancora!
WOODWINGS
Le
"ali di legno" spiccano il volo con una formazione classica
a cinque: voce femminile, due chitarre, basso e batteria. Il mondo di
riferimento è un alternative rock melodico con influenze di stampo
Seventies. Le atmosfere sono calde e ricercate, con ottimi spunti di
scrittura e arrangiamento, specialmente per quel che riguarda le
soluzioni melodiche chitarristiche.
La band è di formazione molto recente e si sente che si sta ancora facendo le ossa: nonostante una buona performance generale ci sono ancora alcune piccole sporcature nel suono e una presenza scenica non del tutto "a fuoco". Inevitabili "difetti di gioventù" per un progetto nato da poco, ma pieno di passione e con molta voglia di migliorare.
Le
potenzialità ci sono e sono davvero interessanti: al lavoro!
TIBET NAZCA
La serata volge al termine: a chiuderla ci pensano i
Tibet Nazca.
In formazione un cantante chitarrista, un bassista, un chitarrista, un batterista e un sassofonista.
Ci troviamo di fronte a una proposta sorprendente: un rock con contaminazioni a 360°, che pesca da tantissimi generi: progressive, grunge, hard rock, blues, funky, soul e altro ancora. Il risultato è, semplicemente, Tibet Nazca.
Originali, con grande capacità di scrittura e arrangiamento, questi “ragazzi” maturi e appassionati sono la dimostrazione che la musica non ha età e che le soddisfazioni, se ci sono idee e capacità, prima o poi sono destinate ad arrivare.
Il progetto si distingue per la grande tecnica, i continui cambi di tempo e l'impatto di un frontman veramente carismatico ed emozionante.
Ci siamo arrovellati per capire chi ci ricorda, tirando in ballo Staley degli Alice in Chains, un Mark Lanegan dal timbro più alto, un Tom Waits senza i danni della nicotina... poi ci siamo arresi. Somiglia, ed è il miglior complimento possibile, solo a se stesso.
Il
risultato è un concerto coi fiocchi, che coinvolge il pubblico in
sala e li premia con il secondo posto: li rivedremo con molto piacere
in semifinale!
Appuntamento per la prossima eliminatoria al Novak Club il 23 Marzo!
Emergenza Music Contest è in collaborazione con Marshall Records.