Con la quarta band della serata cambiamo totalmente atmosfera ed entriamo in un mondo più noir, con sonorità prese in prestito dalla new wave che ci ricorda un po' il mondo anni 80. Loro sono batteria, chitarra, basso, 4 tastiere e 2 cantanti. Forse anche troppo per il sound che esce, anche la scaletta scelta tendere a dare la sensazione di un concerto monotematico senza troppe sfumature. Hanno comunque una loro nota distintiva e possono di certo ancora lavorare sul personalizzarla maggiormente. La parte suonata non dispiace, serve qualche prova in più perché il tutto rotoli meglio e sia più naturale. Attenzione quindi alla scelta dei brani per non risultare sempre troppo uguali a se stessi e a sfruttare al meglio le proprie capacità tecniche. Il tenore della serata comunque è alto e anche loro non sono da meno ;-)
Chapter IV
Che bomba! che inizio! Tutto pensato, luci, intro, ingresso... e poi incominciano il concerto come se stessero già suonando caldi da ore. E' raro trovare emergenti che spacchino già dalla prima nota, ci sembra quasi umano che ci voglia almeno un brano per ingranare e invece no. Loro sono già sul pezzo. Gli occhi sono tutti sul palco, il pubblico grida, loro se la sentono e se la spacciano esattamente come dovrebbero fare, Hanno 17 anni o giù di lì, l’incoscenza della giovinezza e il tiro di chi sembra che suoni da anni. Cazzuti, sono belli sul palco, perfino sexy e le ragazze lo sanno. In tutto questo c'è un interplay incredibile, una voce precisissima, tanta consapevolezza e una buona capacità autoriale. Siamo curiosi di sentire altri brani partoriti dalle loro menti. Come detto, saper suonare e non saper scrivere serve a poco, quindi sempre concentrati!
Quelli Rimasti
E’ ora il momento di un sano pop rock d’ispirazione anni 90/00.. Sono carini e non (solo) in senso estetico, sono proprio piacevoli da guardare. Lei, la voce solista, è strepitosa sul palco, sempre molto sorridente e piena di energia, Ci piace, è senza pretese ed una brava interprete. Il concerto è divertente anche se i musicisti un po’ troppo concentrati e persi e raramente hanno interagito con il pubblico. Risulta tutto suonato piuttosto bene, ma è da rivedere l'arrangiamento dei brani per poter dare un po' di botta, quel quid che fa la differenza quando si suona.
Chiudiamo con il botto, i Lost Paradise non accennano a far diminuire l’adrenalina della serata, anzi ci buttano il carico da 90. Sembra una band navigata, con un gran bagaglio di concerti alle spalle, le idee molto chiare di dove arrivare e come farlo. Hanno un ottimo sound d’insieme, quel momento incredibile in cui non si capisce più chi stia suonando cosa, ma c'è solo un ottimo risultato finale. Hanno arrangiamenti ben pensati in un rock italiano radiofonico ben suonato e ben cantato. Anche la presenza scenica ci fa pensare di essere davanti ad una band di grande esperienza. Solidi, precisi, con un cantato efficace. Un neo? Il nome che riconosciamo suoni bene e abbia anche un bel significato, ma che non li identifica in pieno. Quisquilie quindi, ma cose importanti a cui pensare in un'ottica futura di music business