Abbiamo riaperto la stagione senza respiro, e così siamo a metà percorso delle eliminatorie in sole 2 settimane dall'inizio. I primi 3 venerdì di Febbraio sono infatti stati interamente dedicati alle selezione di Emergenza Festival. Questa è la terza di sei serate e il livello è già veramente altissimo. Un pubblico numerosissimo fa da cornice a musica di grande qualità e stasera è Arianna and the blue snails a posizionarsi sul gradino più alto del podio e aggiudicarsi così un live in più con l'Emergenza Road Tour. In semifinale però ritroveremo anche i Minimal Regrets, Dead white rose e i ritrovati Gàbales grazie al parimerito.
Ma ecco i dettagli di tutti i live
Aprono la quarta eliminatoria di Emergenza Festival a Torino The Imminent, un trio percussioni, tastiere, e voce maschile alla chitarra acustica. I brani sono di buona composizione con dei ritornelli interessanti e un harmonizer che aiuta con i rinforzi di voce con cori molto efficaci. I musicisti sono singolarmente tutti ben preparati anche se non sempre sono perfettamente insieme per ciò che riguarda la ritmica di chitarra e tastiere. Anche le percussioni, che dovrebbero scandire il tempo, sembra invece che “seguano” gli altri colleghi. Il concerto è piacevole, ma con qualche accorgimento (e prova) in più può essere decisamente più efficace anche gestendo meglio le pause tra un brano e l’altro e le tempistiche assegnate per il proprio concerto ;-)
E’ un’autrice (insieme a Fabio) con al seguito una band (The Blue Snails) formata da batteria basso, chitarra elettrica, tastiera e una corista. I brani sono scritti con estrema eleganza e cura negli arrangiamenti, la riuscita è ottima grazie anche a musicisti di grandi capacità ed esperienza. E’ tutto estremamente raffinato, le doti vocali indiscusse danno anche il tocco in più ad una voce di gran classe. Il look della frontwoman è in linea con il suo stile e ci piace parecchio, anche il resto della band dovrebbe coordinarsi e seguire a ruota. Sono forti di un pubblico splendido affezionato che riempie interamente la sala dell’Hiroshima, bravi, la musica c'è, ora concentriamoci sullo spettacolo ;-)
Cambiano il nome, cambiano formazione, ma in fin dei conti lo zoccolo duro della band ha già partecipato 3 volte ad Emergenza Festival. Ora sono in trio, batteria, chitarra, e voce principale maschile al basso e con questo set il tutto funziona tutto più adeguatamente. Portano un repertorio orinale di Heavy metal. Grandi chitarre distorte, doppio pedale e via con l’headbanging. La voce è nettamente migliorata e la presenza scenica del frontman è sempre una certezza, ma bisogna spezzare una lancia in favore degli altri componenti che comunque si difendono bene. Un bel concerto con brani di buona composizione, in una band che sta mostrando una crescita esponenziale seppur ha ancora bisogno di amalgama per poter ottenere tutti i frutti che stanno seminando.
Rimaniamo con l’adrenalina a mille con i Dead White Rose sul palco. Metal core ad altissimi volumi. Hanno una presenza scenica strabordande, il cantante sta fronte palco senza staccare mai lo sguardo dal pubblico accorso per il loro concerto e la cosa funziona. Possiamo anche perdere l'udito, ma da qui non ci spostiamo. Hanno un buon interplay con una bella pasta d’insieme. L’unica cosa su cui porre attenzione è rendere il sound personale in modo da avere una nota distintiva ed essere riconoscibili. Quanto sarebbe bello poter mettere su in disco mai ascoltato e dire imprescindibilmente "Questi sono loro!"?
Continua l’onda di energia con i Minimal Regrets, tantissimo entusiasmo tutto concertato in un trio, batteria e chitarra e basso anche alle voci principali. I brani sono ben scritti con un buon sound un po’ grezzo e di pancia, come piace a noi in questi casi. Attenzione però alle voci che anche se di getto, gridate e di grande intensità interpretativa devono sempre essere precise. Il pubblico ascolta attento un concerto comunque che nell’insieme è davvero molto piacevole.
Siamo contenti di rivedere sui nostri palchi i Gàbales, band già finalista della scorsa edizione. Tornano con una formazione in parte rinnovata suonando sempre i brani di loro composizione arrangiati con batteria, basso, 2 chitarre elettriche e il chitarrista acustico alla voce principale. Il loro rock cantautorale è di grande atmosfera, dai grandi respiri. Ci credono si vede non solo dal banner con il loro nome davanti al palco, ma dall'impegno che mettono nella loro attività musicali, son sul pezzo e questi sono i musicisti che servono. Dal punto di vista del live però manca ancora un po’ di presa sul pubblico dal punto di vista della presenza scenica anche se spezziamo una lancia in favore del cantante che guarda il pubblico ;-)
Ultima band della serata, Gli Extrover 1.0 sono quelli che dopo aver scritto la recensione ed esserci ormai avvicinati al palco per fare le premiazioni di fine serata, con l'ultimo brano ci hanno fatto cambiare totalmente idea e obbligati a riscrivere tutto da capo.
Ma vediamo nello specifico com'è andato il loro concerto. Si inizia con un’intensissima carica di rock e buon sound, ma la prima impressione è quella che ci sia troppa roba, tutti suonano tantissimo indiscriminatamente, andando quindi ad inficiare sull'arrangiamento e il tiro che può dare. Le pause sono d'oro nella musica (così come nella vita). Anche la voce seppur dimostri di avere un'estensione vocale invidiabile, non è sempre precisa e sappiamo che nel canto non contano solo gli acuti. Poi arriva l'ultimo brano e ci spiazza. Ci sparano un singolone pop radiofonico che all'inizio dubitiamo perfino possa essere di loro composizione. E invece parole musica e arrangiamento escono tutti dallo loro mente ed è subito evidente che questa è la veste che calza meglio. Sperando nel ripescaggio in una seconda fase, li vogliamo totalmente rinnovati, perché così sono una band che ha davanti davvero un futuro di ampie prospettive.