Eccoci pronti per l'edizione 2018 di Emergenza Festival nella città di Milano, sede che ci ha fatto scoprire tantissimi talenti nelle ultime stagioni.
Il Legend club, sede delle fasi eliminatorie, ha visto sul palco questa sera ben sette progetti diversi, dal trio jazz, all'hip hop, dall'alternative rock al cantautorato. Vi spoileriamo subito che i vincitori della serata sono stati i
God Is On The Radio a parimerito con
Moy acoustic trio, aggiudicandosi così anche il premio
Emergenza Road Tour. In semifinale rivedremo anche
Àname e
áccua, mentre per gli altri bisognerà incrociare le dita per i ripescaggi.
Vediamo ora nel dettaglio le recensioni dei concerti!
Moy ACOUSTIK TRIO
Eccoci pronti per la prima eliminatoria di Emergenza Festival per la città di Milano e siamo già pronti ad assaporarci tutti e 7 i progetti che saliranno sul palco in questa serata.
Iniziamo subito con un trio di grande atmosfera formato da chitarra semiacustica, basso elettrico e voce femminile. E’ evidente fin dalle prime note che sono tutti musicisti di grande esperienza e il jazz la fa da padrona in questo set di grande delicatezza e raffinatezza. C'è una grande padronanza dei propri strumenti, la voce è precisa e tutto si incastra alla perfezione. Ci piacerebbe sentirli in veste di autore anche perché alcune scelte dei brani in scaletta sono stati un po' azzardati da rendere in trio. Carino l'uotfit in cui svetta il nome della band sulla maglietta dei due strumentisti a corde. Sicuramente un’ottimo inizio per questa stagione 2018!
Con il secondo artista della serata cambiamo totalmente genere, Key Elle è un rapper che porta sul palco del Legend club i brani di sua produzione in un alternarsi di due atmosfere differenti, come spiegato da lui stesso e dobbiamo dire la verità, ci piace di più nella veste incazzata. Il materiale c’è, i testi sono interessanti e non scontati, ma d’obbligo fare attenzione al flow e essere sempre sul tempo. I suoni sono di buona produzione e i ritornelli cantati sono facilmente ricordabili. Serve ancora una nota distintiva che possa renderlo unico in un panorama hip hop che risulta essere sempre più saturo.
Buio in sala, atmosfera, così inizia il concerto de I senza tempo, quintetto formato da batteria basso chitarra elettrica, tastiera e voce maschile. Ci fanno ascoltare il loro rock in lingua italiana, ben suonato e ben scritto. Il cantante ha una vocalità molto interessante, con un timbro graffiato ed è sempre molto preciso. Anche gli arrangiamenti sono ben pensati, in un intrecciarsi di chitarra e tastiere, tenuti su da un’ottima sezione ritmica con delle idee di basso davvero azzeccate. Un consiglio su cui si può lavorare è la presenza scenica da parte dei musicisti (anche solo il contatto visivo con il pubblico) che coinvolgerebbe maggiormente le persone presenti in sala. Serve quel piglio, quel qualcosa in più per poter accattivarsi tutta l'attenzione del pubblico ;-)
Entriamo con la quarta band nel mondo sudato del grunge, di quelli suonati di pancia, con un sacco di attitudine. Hanno una presenza scenica da band che ne sa e sembra che di palchi ne abbiano già calcati tanti. E’ un trio formato da batteria, chitarra e basso alla voce principale. Non serve nient’altro, in 3 fanno il lavoro di 100. Arrangiano tutti i brani con grandi dinamiche, ti tengono incollato sotto al palco in un ascolto che passa dall’energico all’onirico. Ottimi suoni, voce adatta al genere. E’ un’ottima band, con ancora margine di crescita, ma già con un potenziale ottimo.
Accua è un artista davvero particolare, si presenta voce e chitarra con brani scritti ed interpretati da lui. Può essere quasi un personaggio “controverso”, di quelli che piacciono tantissimo, oppure per niente… e diciamo la verità, a noi piace! E’ un esibizione senza pretese, genuina. Non sarà la vocalità il suo punto forte, ma ha dei testi interessanti, in bilico tra l’ironia e la verità. Si pone sul palco con un po’ di timidezza, che lo rende un personaggio di grande emozionalità. Può anche lavorare sugli arrangiamenti di chitarra per evitare “l’effetto spiaggia” e che tende a rendere i brani un po’ troppo simili tra loro… noi comunque ci siamo divertiti.
Ritorniamo nelle atmosfere del grande rock che richiama i primi anni del 2000 con gli Aname. Pubblico accalcato sotto il palco, grandi distorti dati da 2 chitarre arrangiate sapientemente, che non si calpestano, ma si completano, una solida sezione ritmica, una voce precisa con una buona estensione sono le caratteristiche principali di questa band. Alcuni accorgimenti possono essere sul coinvolgimento del pubblico, lavorando sulla presenza scenica. E’ sicuramente un concerto da cui vogliamo uscire madidi di sudore e senza fiato, manca quindi un po' di componente emozionale che è facilmente rimediabile con un po' di prove in più e più libertà sul palco.
Siamo arrivati all’ultima band di questa serata e il frontman è già noto ai palchi di Emergenza, già partecipante in altre vesti e in altre 2 edizioni. Si presenta con una band musicalmente preparatissima, in un hard rock dagli spunti vicini al metal. I brani sono ben arrangiati, suonati e cantati in modo ineccepibile, ma se il contenitore è assolutamente ben confezionato, manca purtroppo un po' di contenuto soprattutto per quello che riguarda la personalità. Serve il carattere, la riconoscibilità del progetto e siamo certi che da una band e frontman del genere si possa ottenere di più. Al lavoro sui brani, sulla scrittura e sul rendimento perché il live di per se, merita davvero tanto ;-)