Prima band in gara della serata e il livello è già alto. i Ride the Hazard presentano dei brani originali di stampo rock sinfonico con dei richiami al metal. In qualche modo ci ricordano anche le sonorità balcaniche di cui capostipite sono i System of a Down, ma solo per ciò che riguarda le atmosfere e non l'autorialità. Arrangiamenti studiati con batteria, basso, chitarra elettrica, tastiere e voce. Sono precisi e tecnicamente preparati e il concerto scorre liscio senza grandi errori. Possono giocare di più sul live, coinvolgendo anche il loro pubblico numeroso accalcato sotto al palco.
E’ ora il momento di un ottimo progetto pop in lingua italiana. Hanno un sound incredibile, con una pasta estremamente amalgamata, non c’è lo strumento singolo, ma un unico muro di suono. Tutto è al punto giusto, gli arrangiamenti sono studiati alla perfezione in un incastro perfetto tra batteria, basso, chitarra e tastiere. Anche la voce è intonatissima con un timbro un po’ graffiato e personale. I brani sono ben scritti ed estremamente radiofonici, si può però lavorare meglio sul carattere della band e su “l’originalità”. Il pop italiano è indubbiamente un territorio ostile nel non trarre troppa ispirazione da ciò che già è stato scritto ;-)
Si presenta sul palco con un altro rapper (Kodiak), dj e sax tenore che si alterna al sax soprano. E’ evidente che le idee di Peligro sono chiare, ha un sound ben definito ed attuale. Buona stesura dei testi e flow scorrevole con un buon groove per Peligro, qualche incertezza sul tempo invece per la sua spalla. Interessante il featuring con una cantante che dà un valore aggiunto, con una linea melodica nel ritornello. Il sassofonista ci piace tantissimo, ottimo suono, intonazione perfetta, buone le idee, anche se in alcune parti sembra quasi “jammare” sui brani. Un ottimo modo per chiudere la serata!