La formazione è singolare: tre elementi, due chitarre e batteria.
Spicca subito un'assenza importante, il basso. Si tratta di una precisa scelta stilistica, molto originale soprattutto se si considera che lo stile di riferimento è un thrash metal con risvolti death e che si presentano a Emergenza al loro secondo concerto in assoluto.
Grande suono, brani epici sostenuti da un batterista tellurico e potente, capace di creare fill articolati ad arricchire una doppia cassa da manuale.
In mancanza del bassista, i chitarristi devono fare un gran lavoro. Il progetto regge benissimo, grazie alla loro ottima tecnica, fatta di di pulizia e velocità, soli azzeccati, suoni curati.
Il trio va come un treno, instancabile, su partiture soprattutto strumentali, con poche parti cantate, quasi sempre growl. Forse un po' timidi, possono sicuramente migliorare la presenza scenica.
I “tre giorni pazzi” in realtà sono in quattro: due chitarristi/cantanti, basso e batteria.
Suonano un rock divertente, frizzante, molto concentrato sui testi in italiano, irriverenti e ironici.
Creano un'atmosfera goliardica, interagiscono col pubblico, divertono e si divertono.
Ci piace l'approccio scanzonato, senza timori reverenziali.
Una nota di merito alla comunicazione: le magliette personalizzate con il logo della band mostrano un approccio maturo al self-publishing.
In generale la loro performance è molto buona, ma per ora non conquistano la semifinale. Attendiamo i ripescaggi.
Nome evocativo, tra onde sonore e fantasmi.
Vengono da Trento e si presentano in un combo di sei elementi: voce, due chitarre, basso, tastiere e batteria.
Lo stile di riferimento è un pop rock cantato in italiano. Si fanno notare per l'esperienza, sono musicisti di qualità, capaci di creare sonorità curate, buoni arrangiamenti e un solido songwriting.
La solidità di esecuzione, con una bella sezione ritmica e un uso elegante delle tastiere, si unisce a un cantato personale ed efficace. Un progetto già ben definito, strutturato e credibile.
Anche per loro dobbiamo attendere i ripescaggi.
Le analogie non si fermano qui perchè gli Agorà propongono pezzi cantati in italiano, sono musicisti esperti e hanno un'ottima attitudine da palco.
Arrangiamenti azzeccati, talvolta magici e sognanti, altre volte più muscolari.
Propongono un hard rock americano tiratissimo, dalle sonorità AOR. C'è tutto: look perfetto, scariche di energia, volume a manetta. Una performance vera, sudata, in cui nessuno dei cinque rockers si tira indietro un istante.
Sugli scudi la voce, grande protagonista sia nelle parti melodiche che nello scream, e le chitarre, protagoniste di una sequenza di soli ipertecnici ottimamente eseguiti.
Lo show è perfetto, il pubblico apprezza: stasera sono loro i vincitori.
Grazie a tutti per la splendida serata di ottima musica!