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22
2002luglio
TUTTE LE RECENSIONI MINUTO PER MINUTO
La scheda critica di tutti i gruppi della finale
The time is now. Finalmente ci siamo. La grande Eurofinale di Emergenza si è comclusa, ancora una volta, sul grande palco che a Rothenburg ospita il Taubertall festival, uno dei grandi appuntamenti del rock europeo. E già che ci siamo, bisogna cominciare a cambiare anche la definizione di rock contest europeo. Perché da quest'edizione Emergenza è sbarcata in Canada, nel continente nord americano. Il maggiore festival europeo per rock band emergenti, si migliora ancora una volta, diventando più grande ed affrontando una nuova sfida. Esattamente come quella alla quale sono chiamati a rispondere i gruppi che si sono cimentati nella finale dello scorso week-end. Se esiste una sola parola in grado di sintetizzare cosa sia Emergenza, quella parola è sfida. Per i musicisti, sfida intesa come modo di esibirsi, di fare spettacolo, di pianificare i tempi di uno show musicale e di suonare affrontando un grande pubblico. Per l'organizzazione, la sfida consiste nel portare avanti tutto questo, nella capacità di organizzare ogni settimana, in decine e decine di città europee le serate e garantire a tutti i gruppi i migliori mezzi e la più elevata professionalità degli uomini del back stage, soddisfacendo al meglio le esigenze di chi suona.
Emergenza è tutto questo, in ogni sua tappa di avvicinamento alla finale. E chi arriva all'ultimo contest, il suo festival l'ha già vinto, qualunque sia il posto che occupa nella classifica finale nel giudizio della giuria e del pubblico. Per il solo fatto di aver raccolto la sfida ed affrontato la prova.
Qui di seguito abbiamo voluto esprimere un giudizio sintetico su ognuna delle 23 bands che hanno suonato. Se non eravate presenti avete perso qualcosa di bello. Arrivederdi al prossimo anno:
Nome del gruppo: Dedalo
Punti di forza: la voce femminile, la prima chitarra.
Su cosa lavorare: non sarebbe male inserire nel repertorio qualche brano in inglese e rendere i brani un po più potenti ed essenziali.
Vicino a: vista l’origine toscana e la scelta di cantare in italiano: Litfiba, ma anche il rock che canta al femminile: Nannini e la migliore Irene Grandi. Pearl jam?
Miglior brano del set: Urlo
Giudizio: gruppo da classici del rock: batteria, due chitarre, basso, con in più una buona voce femminile. Nonostante il nome non si bruciano le ali e volano. Coraggiosi a cantare in italiano, aprono il festival catturando i primi timidi applausi. Non è poco.
Voto complessivo: ** 2 stelle
Nome del gruppo: Savage season.
Punti di forza: affiatati senza sbavature.
Su cosa lavorare: migliorare tecnicamente le singolarità della formazione.
Vicino a: il crossover rimanda a H-Blockx, ma c’è anche un poco di Bush.
Miglior brano del set: Wonderland.
Giudizio: vengono da Hannover e si esibiscono davanti ad un pubblico casalingo, potrebbero spingere di più, ma si vede che sono un poco tesi. Si scaldano negli ultimi due brani e qualcuno tra il pubblico balla.
Giudizio complessivo: 1 stella *
Nome del gruppo: Orange Marmalade
Punti di forza: il ritmo imposto dalla batteria, la voce femminile di grande personalità.
Su cosa lavorare: il set presentato, perfetto in apertura e chiusura, può essere migliorato nella parte centrale.
Vicino a: molto originali, si avvertono echi di Lamb, Portishead e nella prima chitarra di U2.
Miglior brano del set: Trip.
Giudizio: Perfetto mix di suoni, non facile in un gruppo di 6 elementi. Sentono il pubblico e lo convincono, al suono di ballate che s’impennano improvvisamente, mai in maniera banale. Ne sentiremo parlare.
Voto complessivo: **** 4 stelle.
Nome del gruppo: Yensid Law
Punti di forza: il cantante.
Su cosa lavorare: debole la ritmica.
Vicino a: echi di Coal Chamber, Sevendust, System of a Down and Korn
Miglior brano del set: Dead and gone.
Giudizio: controllano con buona tecnica un piccolo incidente di percorso in un brano. La voce dark in un gruppo new metal può apparire originale, ma funziona, anche se va assistita meglio dalla band.
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